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Tassa sulla salute, i frontalieri pagheranno da un minimo di 30 euro a un massimo di 200 euro al mese

Per la tassa sulla salute, dal nuovo anno i “vecchi” frontalieri italiani (cioè i frontalieri che a metà luglio risultavano assunti in Svizzera) verseranno da un minimo di 30 euro a un massimo di 200 euro mensili (360 e 2400 annui) E’ stata la Lega in Parlamento a quantificare  entro i limiti la somma che dovrebbe inserirsi nelle percentuali variabili tra il 3 e il 6% del reddito netto a titolo di copertura sanitaria.

“In legge di bilancio – dichiara in una nota Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama – su input del governo, è stato presentato un emendamento dei relatori (lo vedete qui sotto, ndr) che accoglie la proposta della Lega sul tema dei lavoratori frontalieri. Al contributo richiesto viene così fissato un tetto minimo di 30 euro e un tetto massimo di 200 euro, in coerenza con il principio della progressività”.

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“Riteniamo infatti sia giusto che la compartecipazione dei lavoratori frontalieri al Servizio Sanitario Nazionale sia proporzionale al reddito netto, comprensivo dei carichi familiari. Grazie al nostro intervento i redditi medi non pagheranno il tetto massimo. Obiettivo della Lega è quello di rassicurare i lavoratori frontalieri nel nome del buonsenso”, conclude Romeo.

“Come gruppo del Partito Democratico avevamo nei giorni scorsi denunciato la tassa sulla salute a carico dei frontalieri. Una proposta calata dall’alto dal governo Meloni Salvini, che ci siamo trovati nella legge di bilancio. Un balzello che potrebbe impattare tra i 2.000 fino ad oltre i 3.000 euro di esborso annuo. Il tutto senza convocare il tavolo sul frontalierato che abbiamo istituito nella passata legislatura per coinvolgere sindacati e sindaci dei territori di confine – ha commentato il capogruppo Pd in Commissione Esteri, Alessandro Alfieri  -Ora la maggioranza, sotto pressione delle nostre proteste e della presentazione dei nostri emendamenti, fa una parziale retromarcia con un emendamento dei relatori. Emendamento che prevede un tetto minimo alla tassa di 360 euro annuali per i redditi più bassi e un tetto massimo di 2.280 euro, comprensivi dei familiari a carico. Un passo in avanti, che non risolve ancora molte delle criticità da noi sollevate, a partire dal mancato coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni territoriali. Come Partito Democratico continueremo a dare battaglia in Parlamento”.

AGGIORNAMENTO

La tassa sulla salute per i vecchi frontalieri, Ocst: “Dopo le proteste il governo italiano fa parziale marcia indietro”

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7 Commenti

  1. I ticket non pagati in Italia, ammontano a circa 75 milioni di euro. Di gente che usufruisce del ssn e NON Paga per un qualsiasi motivo. Ecco il vero motivo di questa tassa. Io sono frontaliere e sono d’accordo a pagarla, è giusto così. Cordiali saluti.

  2. Che commenti, pensate che una famiglia di 3 persone residente in Ticino paga una media di 1500 fr al mese per la cassa malati privata obbligatoria con lo stesso stipendio dei frontalieri. E si lamentano di max 200 franchi? Il PD sempre fuori dal mondo.

  3. Ma cosa sta dicendo?
    Le tasse dei frontalieri sono già in parte ristornate all’Italia! Inoltre si paga un imposta alla fonte che va al comune di residenza.
    Non è che lavorare in Svizzera è un privilegio e che gli stipendi vengano regalati.

  4. Peccato che il Ministero della Salute in data 08-03-2016 abbia già chiarito quanto segue:
    “Al riguardo, si chiarisce che, ai sensi dell’Accordo vigente tra la Svizzera e l’Italia del 3 ottobre 1974, ognuno dei Cantoni svizzeri sopra menzionati, versa all’Italia una quota del gettiti fiscale (compresa tra il 38% ed il 40%) ecc…
    Pertanto, in considerazione della circostanza che i predetti soggetti contribuiscono al sistema fiscale nazionale, gli stessi non sono tenuti a versare ulteriori contributi per l’iscrizione al SSN al fine di beneficiare dell’assistenza dello stesso nei modi e nei limiti previsti dalla normativa vigente”
    Questo significa che tramite i ristorni (che sono ancora attualmente in vigore) i “vecchi frontalieri” già contribuiscono al mantenimento del SSN.

  5. Bene, ma direi che gli stipendi svizzeri dei frontalieri avrebbero potuto ben giustificare cifre assai superiori.
    Non dimentichiamo che il fine è preservare la buona qualità del nostro SSN, del quale gli stessi frontalieri usufruiscono.

    1. Buon servizio sanitario nazionale?
      Ma se per prenotare una qualsiasi visita si va alle calende greche !!!!!!!!
      Se non vai da privato fai in tempo a morire……
      Ma mi faccia il piacere

      1. Le suggerirei di provare la dura vita dell’infermiere di corsia, in una struttura fatiscente e con personale sottodimensionato, per 2100 euro lordi mensili.

        Chiaramente un innalzamento degli stipendi non servirebbe a sistemare tutti i problemi, ma aiuterebbe a rendere più sostenibile l’operato dei nostri sanitari, e direi che per far ciò si possa ben attingere ai lauti stipendi dei frontalieri.

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