Nell’infinita discussione sulla futura o futuribile tassa sulla salute per i vecchi frontalieri, arrivano novità o presunte tali ogni giorno. Dopo la recente notizia che non si sarebbe mai potuta applicare perché mancherebbe la base giuridica per poter avere dal Ticino i dati sui vecchi frontalieri, ecco invece gli ulteriori aggiornamenti.
E si tratta di un colpo di scena, per certi versi anche con tratti surreali. E’ infatti di pochi ore fa la dichiarazione della consigliere regionale della Lombardia, la leghista Snider secondo cui “entro fine 2025 scatterà la tassa sulla salute. Non ci servono i dati del Canton Ticino per tassare i frontalieri».
Ma, fatto ancor più bizzarro è che, oltre ad analizzare le ragioni per cui la tassa entrerà in vigore, vengono spiegati anche i metodi con i quali i vecchi frontalieri saranno informati dell’obbligo di pagare questa tassa, e dunque non avranno più scuse. E allora tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella – come riportato da Italia Oggi nel dettagliato articolo di Giorgia Pacione di Bello – di organizzare campagne informative sui territori dei frontalieri per mettere i lavoratori a conoscenza dell’obbligo.
E in tal senso ecco che un’ipotesi sarebbe quella di usare le dogane. “Quasi tutti la attraversano per andare al lavoro, e si potrebbe ipotizzare una consegna delle lettere informative, anche in questo modo”, dice la consigliera, oltre a comunicazioni sul sito di Regione Lombardia.
Regione Lombardia starebbe intanto decidendo, sempre secondo la consigliera Snider, di prevedere un’aliquota del 3%. In tale ambito e parlando dei dati dei vecchi frontalieri richiesti al Cantone sarebbe stata solo una “cortesia chiesta agli svizzeri per conoscere quanti dei vecchi aveva optato per il Sistema sanitario italiano».
Dal 2000 la Svizzera ha infatti cominciato a far scegliere ai frontalieri se preferivano farsi curare dal Sistema sanitario nazionale italiano o dalla Cassa malati svizzera. Tale scelta, in oltre 20 anni, non è mai stato comunicato al governo italiano. Situazione a cui si sta cercando di porre rimedio.
E si arriva così al 2024 con l’inserimento nella Legge di Bilancio della tassa a carico dei vecchi frontalieri. La percentuale di tassazione è stata fissata tra il 3 e il 6% sulla paga netta del lavoratore, per un massimo di 200 euro (minimo 30 euro) a nucleo famigliare al mese (si parla dunque di 2.400 euro l’anno, per la quota maggiore). Per chi evade, la somma raddoppierà.
Ad aprile sono intanto previsti altri incontri.