RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Tassa sanità per i frontalieri, Orsenigo (Pd): “Calata dal governo Meloni pur di fare cassa. La Lega tradisce i lavoratori”

Nuove accuse sulla tassa sanitaria introdotta con la manovra di bilancio 2024 dal governo Meloni. Ieri l’affondo dei sindacati, oggi interviene il consigliere regionale Dem, il comasco Angelo Orsenigo, con parole durissime contro l’esecutivo nazionale:

Tra tassa sanitaria e frazione di giorno, il Governo Meloni fa di tutto per fare cassa sulla pelle dei frontalieri e la Lega tradisce chi ogni giorno si sposta in Svizzera per guadagnarsi da vivere. È una chiara guerra al frontalierato. Regione Lombardia deve scegliere da che parte stare: o con i lavoratori lombardi, a tutela dei loro diritti, o contro di loro, con chi pensa solo a nuovi balzelli.

Il Governo ha chiesto che Regione Lombardia sia complice nella riscossione della nuova tassa sanitaria per i vecchi frontalieri. In Consiglio regionale pretenderemo delle risposte chiare dalla Giunta Fontana – continua Orsenigo, firmatario di un’interrogazione a risposta immediata che verrà discussa al Pirellone martedì prossimo – Hanno davvero intenzione di procedere con la tassazione aggiuntiva per i vecchi frontalieri per finanziare l’indennità di confine per le professioni sanitarie? Vogliono davvero rischiare di contraddire l’accordo fiscale in vigore tra Italia e Svizzera e le chiare clausole di salvaguardia per i vecchi frontalieri che già pagano le tasse con i ristorni ai Comuni? Palazzo Lombardia andrà oltre la soglia di prelievo del 3% previsto dalla Legge di bilancio? Servono chiarezza e risposte perché, nella pratica, il centrodestra sta tradendo migliaia di lavoratori a cui erano state promesse delle tutele. Un tiro mancino, senza confronto con sigle sindacali e associazioni di lavoratori.

Per rimediare a questo vuoto di dialogo e di discussione, ho depositato una richiesta di audizione dei sindacati competenti nella Commissione speciale “Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine; Rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera”. Così porteremo la voce dei lavoratori alle orecchie della maggioranza – spiega il consigliere lariano – Non solo: ho chiesto di convocare anche l’Associazione dei Comuni lombardi di frontiera, considerato il forte impatto di questi cambiamenti su comunità e amministrazioni locali, gli ordini regionali di medici e infermieri e dei sindacati delle professioni sanitarie, nonché dei Direttori dell’ATS Insubria e dell’ATS della Montagna e delle ASST Lariana, Sette Laghi, Valle Olona e Valtellina e Alto Lario per tutti gli aspetti legati al sistema sanitario. C’è poi il rischio posto dal principio di “frazione di giorno” che avrebbe un impatto enorme e peggiorativo per la fiscalità dei frontalieri. Anche questo tema deve essere preso in attenta analisi dalla Commissione. C’è da tenere fede a delle promesse fatte. C’è da tutelare i diritti di migliaia di lavoratori italiani. Noi combatteremo proprio per questo.

AGGIORNAMENTO:

Tassa sanità frontalieri, la petizione per dire no verso le 6mila adesioni: “Ingiusta, discriminatoria. Firmate con noi”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

9 Commenti

  1. LA PETIZIONE HA RAGGIUNTO 10.000 E VA RILANCIATA!
    https://www.change.org/p/annulliamo-la-legge-sulla-tassa-dei-frontalieri-per-sostenere-la-sanità

    Una nuova tassa sulla sanità significa meno consumi dei frontalieri a casa propria. Quindi l’intento del Governo è di sotterrare l’economia di confine. Dunque non è solo un danno per loro, ma per tutte le comunità dove vivono.
    Rispetto agli impegni elettorali che avevano preso è un voltafaccia in piena regola. Questa storia è stata già condannata perfino dalle organizzazioni ticinesi.
    Non ha pertanto alcuna giustificazione di merito, è una selvaggia imposizione con intenti discriminatori. E’ il recesso unilaterale da accordi faticosamente raggiunti e firmati soltanto pochi mesi fa. Le famiglie dei frontalieri e i loro compaesani subiranno pesanti conseguenze economiche. Oltre a firmare questo appello vanno coinvolti proprio i familiari e i compaesani, con ogni mezzo e in ogni sede.
    Devono prendere coscienza della precisa parte politica che ha assunto questa surreale decisione. Tutti ne devono tener conto per le prossime tornate elettorali.
    In caso contrario sarà un lento declino, una agonia nella quale sprofonderanno.

  2. Buondì, difatti io scrissi: “se paragonati a quelli italiani”.

    Perché la verità continua a esser che, indipendentemente da responsabilità, cause, congiunture, tassazioni, ecc., in Svizzera si va a lavorare per gli stipendi assai lauti quando spesi in suolo italiano.
    Il più grande timore della quasi totalità dei frontalieri è così che l’andare a lavorare in Svizzera (lavorare, non risiedere) un giorno cessi d’esser economicamente conveniente.
    Basterebbe dichiararlo onestamente, invece di girarci attorno per timori che fatico a comprendere.

    1. cambio alcune parole della sua frase: “il più grande timore della quasi totalità dei lavoratori è così che l’andare a lavorare un giorno cessi di esser economicamente conveniente”.
      In Svizzera, in Italia, ovunque si va a lavorare per la realizzazione personale e per ricevere uno stipendio, a volte le cose coincidono, a volte no… sono certo di non urtare la sensibilità di nessuno dichiarando onestamente che è così per tutti e in ogni Stato.
      Lavorare per la “gloria” si chiama volontariato: è nobilissimo ma è un po’fuori tema.

      1. Naturalmente il vantaggio economico al quale mi riferivo non risultava quello generico del lavorare, ma quello connesso al frontalierato di questi territori. Pareva patente.

  3. Lavoro in Svizzera da più di 10 anni. In tutto questo tempo lo Stato Italiano ha rimandato continuamente l’approvazione del nuovo accordo fiscale per motivi mai dichiarati esplicitamente (prima per questioni di trasparenza bancaria, poi per opportunità elettorale, …). Finalmente l’accordo viene firmato nel 2015 e impiega 8 anni per essere approvato dal parlamento (con tanto di tentativi di sabotaggio di Fontana in pieno confinamento da Covid). Ora a meno di sei mesi dall’entrata in vigore di quell’accordo si rimette in discussione tutto con una nuova tassa, e già si discute delle prossime modalità di prelievo (frazione di giorno…)
    Non entro nel merito della tassa, questo lo lascio fare a chi al solo sentire la parola “frontalieri” vede stipendi faraonici e privilegi. Certamente il metodo con cui arriviamo qui è degno del Paese torbido e disordinato come quello a cui apparteniamo.

  4. Uff…come siete noiosi. Ma perchè non cercate lavoro in Svizzera anche voi invece di continuare a lamentarvi delle lamentele dei frontalieri?

  5. 1) il guadagno extra (se c’è) è mensile, poi il mese successivo magari non c’è più…
    2) ti è mai capitato che a parità di stipendio lordo ti alzassero le imposte del 120%? ovvero di pagare più del doppio di tasse rispetto all’anno prima? ecco, è quello che è capitato quest’anno ai “vecchi” frontalieri, ma ovviamente non lo sai.

  6. L’importante è piangere miseria, sempre, anche quando si percepiscono stipendi faraonici se paragonati a quelli italiani (pur quando da fame per uno svizzero.)

    Però dei recenti guadagni extra , derivanti dalla “corsa” del franco svizzero, lamentele non se ne sentono…

    1. Faraonici guarda…
      Il problema è che in Italia i salari sono fermi a 20 anni fa, quando avete calato le brache davanti al Berlusca. E ma la colpa è dell’euro, di Prodi, dei sindacati…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo