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ECCO IL TESTO DEL DPCM – Como e Lombardia: negozi, bar, spostamenti, coprifuoco. Cosa può accadere ora

EDIT – 14.11

Zone rosse, arancioni, gialle e come funzionano. Speranza decide per la Lombardia dopo le 16

EDIT – 12.25

ECCO IL TESTO COMPLETO DEL NUOVO DPCM CONTE
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dpcm 3 novembre 2020

E GLI ALLEGATI

Allegati_dpcm_3_novembre_2020_0

 

EDIT 00.42 DEL 4 NOVEMBRE

Il premier Conte ha firmato il nuovo Dpcm in chiave anti-Covid. Oggi, mercoledì 4 novembre, in conferenza stampa, ne illustrerà i dettagli (molti li trovate nei precedenti aggiornamenti, sotto).

Il provvedimento, come annunciato, conterrà norme nazionali (come il coprifuoco alle 22) e localizzate, sancite in base alla gravità dei contagi secondo i ben noti 21 parametri.

La novità riguarda i parrucchieri: dovrebbero restare aperti anche nello scenario peggiore. Cioè zona rossa a livello 4.

EDIT 22.19

Sono le norme per le regioni in condizioni più difficili sul fronte epidemico a scatenare la tensione politica.

Come noto ci sono i cosiddetti “scenari”.

I più gravi sono il 3 e il 4, due livelli di “zona rossa”.

Lo scenario 3 prevede:

  • divieto di spostamento in entrata e uscita dalla regione
  • consentiti spostamenti neessari per didattica in presenza
  • vietato lo spostamento in Comuni diversi da quelli di residenza, domicilio o abitazione
  • chiusi bar, pub, locali, ristoranti, pasticcerie e gelateria (consentita la consegna a domicilio così come l’asporto fino alle 22)
  • Sì mense e catering
  • Sì consegna a domicilio

Lo scenario 4 prevede:

  • divieto di spostamento, entrata-uscita, dalla regione anche all’interno dello stesso territorio,
  • chiusura dei negozi al dettaglio non alimentari (escluse farmacie, edicole, tabaccai e mercati alimentari)
  • chiusi bar, pub, locali, ristoranti, pasticcerie e gelateria (consentita la consegna a domicilio così come l’asporto fino alle 22)
  • stop barbieri, parrucchieri estetisti
  • sospensione attività sportive anche nei centri all’aperto
  • consentita attività motoria sotto casa e con mascherina
  • consentita attività sportiva all’aperto individuale
  • scuola in presenza in asili, materne, elementari e prima media

Per la Lombardia si prefigura certamente uno dei due scenari, dato il livello del Contagio ma quali regioni verranno inserite nelle differenti zone “cromatiche” (gialla, arancione o rossa) si saprà ufficialmente oggi in base all’indice Rt e ad altri 21 criteri. Le norme poi saranno in vigore per 15 giorni e il Dpcm sarà in vigore da giovedì e fino al 3 dicembre.

LE TRE ZONE

Le regole nelle zone gialle
È la zona con regole meno rigide ma comunque più restrittive rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre. Il “coprifuoco” scatta alle 22. Da quel momento – e fino alle cinque del mattino – è vietato uscire di casa, salvo motivi di salute o lavoro. Alle scuole superiori, ci sarà la didattica a distanza al 100%. Nel trasporto pubblico, è prevista una capienza dimezzata: 50 per cento su bus, metro e treni regionali. I centri commerciali sono chiusi nel weekend e nei giorni festivi. Si fermano anche i musei, le mostre, le sale bingo. Bloccate le crociere. Vengono sospesi i concorsi pubblici, anche quello della scuola. Con l’eccezione di quelli che riguardano il personale della sanità. Sarà consentito l’accesso ai parchi, sempre rispettando la regola del distanziamento di un metro.

Le regole nelle zone arancioni
La seconda area è quella arancione, dove ci sarà un inasprimento delle regole rispetto alle zone verdi. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie qui resteranno chiusi sempre e non più solo dopo le 18. Sono salvi però parrucchieri e centri estetici. Dovrebbe essere vietato ogni spostamento in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo comprovate ragioni di lavoro, studio, salute. Per il resto valgono tutte le regole delle zone verdi: 50 per cento di capienza sui mezzi pubblici, didattica a distanza integrale alle superiori, stop ai musei e coprifuoco dalle 22.

I divieti nelle zone rosse
Nelle regioni individuate ad alto rischio è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, e perfino gli spostamenti all’interno del territorio, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. La didattica a distanza in queste regioni scatterà già dalla seconda media (salvo le attività con minori disabili). Resteranno chiusi bar, pasticcerie, ristoranti, e tutti i negozi che non vendono beni essenziali. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio e – fino alle 22 – la ristorazione con asporto, con divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze. Restano aperti i negozi di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti. E le industrie. Nessuna serrata per i servizi essenziali, ovviamente farmacie e supermercati saranno aperti al pubblico come a marzo scorso.

DI SEGUITO, TUTTE LE MISURE DEL NUOVO DPCM

Coprifuoco dalle 22 – “Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”. E’ quanto si legge in una prima bozza, ancora provvisoria, del Dpcm.

Stop agli spostamenti in aree a rischio – Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Iss – quelle caratterizzate da uno scenario di ‘elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità – “è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori”. Può riguardare intere “Regioni o parti di esse”. La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti “all’interno dei medesimi territori”, dunque a livello comunale e provinciale.

In zone a massimo rischio chiusi anche i negozi – Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all’articolo 1 ter. “Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari”. Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive.

Resta invece consentita l’attività motoria “in prossimità della propria abitazione” e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva “esclusivamente all’aperto e in forma individuale”. Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche “ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza” salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

Il nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito “un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento“; ciò con esclusione, però, del “trasporto scolastico dedicato”.

Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione sia nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza) dovranno assicurare “le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato” e “con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione”. Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. La bozza di Dpcm contiene anche la “forte raccomandazione” dell’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.

Mascherina obbligatoria alle elementari e medie – La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco. “L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza -si legge nel testo – con uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina”.

Stop alle crociere – Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l’8 novembre. E’ inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l’ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta ‘inoperosa’.

Stop ai concorsi tranne per personale della sanità – E’ prevista la “sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile”. Lo stop ai concorsi era stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.

Nei circoli sportivi vietato l’uso degli spogliatoi – La bozza del nuovo Dpcm non chiude i circoli sportivi nei territori nazionali non soggetti a ulteriori restrizioni (come nelle zone rosse) ma vieta l’uso degli spogliatoi. L’articolo 1, comma f, ricorda che “sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi”. “Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli”.

Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all’aperto. E’ solo consentito “svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo” di mascherine. Si può inoltre svolgere “attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale”.

REGIONI IN RIVOLTA

I governatori regionali non ci stanno. E in serata hanno inviato una lettera al Governo dove chiedono un confronto per l’esame dei dati epidemici con l’analisi dei dati prima che le regioni vengano inserite nelle zone rosse. Inoltre è richiesto, all’atto dell’emanazione del Dpcm, che sia definita la cifra delle risorse erogate oltre a modalità e tempi dei cosiddetti “ristori”.

“Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome”, si legge in un documento siglato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.

“Le Regioni – si legge ancora – chiedono di varare il provvedimento ristori insieme al Dpcm […] e rilevano come la seconda ondata della pandemia stia colpendo in maniera generale tutto il territorio nazionale. Pertanto ribadiscono la richiesta di univoche misure nazionali e, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale”. Chiesto anche ”chi può e deve disporre la chiusura al pubblico di strade e piazze nei centri urbani”.

18.46 – 3 Novembre

Se buona parte delle misure nazionali previste dal nuovo Dpcm Conte (ormai in fase di chiusura) sono di fatto già norma in Lombardia, dall’ultima ordinanza Fontana, altra cosa sono gli scenari annunciati ieri dal premier Conte.

Ci sono aree geografiche che subiranno restrizioni più stringenti in base all’andamento del contagio.

In queste ore si sta chiudendo la trattativa sul decreto e sarebbe stata raggiunta l’intesa per un coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5. Per quanto riguarda invece le regioni o parti di esse che si collocano nello scenario di tipo tre – la zona rossa – dove cioè l’epidemia è a alto rischio scatteranno le ordinanze del ministero della Salute, d’intesa con il presidente della Regione coinvolta.

Si prevedono, in questo caso:

il divieto di spostamento in entrata e in uscita dai territori (con le consuete eccezioni), lo spostamento su mezzi pubblici e privati in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, lo stop a bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e pub (ok delivery, mense e catering e asporto fino alle 22), chiusura degli esercizi commerciali compresi parrucchieri e estetisti.

Prevista inoltre la didattica a distanza dalle seconda media. Le industrie resteranno aperte.

Di fatto un quasi lockdown che una volta sancito durerà minimo quindici giorni.

Vedremo gli sviluppi ma la Lombardia, o quantomeno ampie fette dei suoi territori, potrebbero finire nello scenario 3.

Le disposizioni dovrebbero entrare in vigore da giovedì.

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