Come è possibile controllare la marea di B&B e case vacanza che negli ultimi anni è spuntata in ogni angolo della città? Come si può tenere il settore e il giro d’ affari, sopra la superficie, evitando il nero? La strategia del Comune di Como, messa in atto da alcune settimane, è chiara: contare sulle segnalazioni di gestori, amministratori di condominio e cittadini onesti disposti a denunciare il malaffare di chi mette sul mercato una struttura senza preoccuparsi di adempimenti fiscali e delle più elementari misure di sicurezza.
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“Si tratta di un lavoro molto lungo – spiega l’assessore al Commercio del Comune di Como, Marco Butti – per il momento abbiamo preso in esame una decina di casi, prevalentemente in convalle, che ha attratto la nostra attenzione in seguito a segnalazioni. Due sono già stati sanzionati: il primo per illecito amministrativo visto che non disponeva del Codice Identificativo di Riferimento (Cir). Il secondo ha commesso un illecito edilizio affittando una proprietà che catastalmente era un magazzino”.
Altri casi, spiega Butti, riguardano tasse di soggiorno non riscosse o mancate comunicazioni alla Questura circa l’identità degli ospiti.
L’opera di profonda ispezione svolta dalla Polizia Locale di Como nell’ultimo periodo si articola in più fasi.
“Dopo la segnalazione si procede con il controllo del Cir che deve combaciare con il numero civico. Nel caso in cui la struttura non sia registrata allora è anche difficile che la tassa di soggiorno venga versata nelle casse del Comune e quindi c’è un illecito nei confronti dell’amministrazione – continua l’assessore – poi dopo ulteriori verifiche si segnala il proprietario all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza”.
Internet, così utile per la promozione delle case vacanza, si rivela un formidabile alleato per chi intende evadere i controlli, spiega Butti: “Molti pubblicizzano le proprietà su siti privati o su portali esteri in modo da non risultare tra le strutture disponibili su AirBnb e Booking.com. Per coloro che affittano strutture, nonostante siano abusive, è possibile chiedere l’oscuramento degli annunci. Ma la procedura resta in mano alle singole compagnie negli Stati in cui hanno sede legale, con tempi e modi tutti loro”.
Proprio con questi giganti dell’e-commerce il Comune di Como sta intavolando delle trattative per incoraggiare la trasparenza e snellire il versamento della tassa di soggiorno, sollevando i gestori delle strutture dall’onere di riscossione: “Stiamo lavorando perché AirBnb versi direttamente nelle casse del Comune la somma corrispondente alla tassa di soggiorno.
Si tratta di un servizio già attivo in 15 amministrazioni comunali con versamenti trimestrali e che vedremo di estendere anche a Como. Keasy (il gestore automatico di check-in il cui point è presente in viale Cavallotti, Ndr) lo fa già. Mentre Booking non si è ancora reso disponibile a mettere in campo questo tipo di procedimento”.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.
2 Commenti
Spero non restino solo parole ma si vada a fondo con costanza nel tempo. Il settore turismo dev’essere ripulito da chi opera disonestamente causando danni a chi lavora invece rispettando le normative e mettendo anche a rischio la sicurezza degli ospiti.
Se succedono queste cose x cheil comune nn controlla internet dove ci sono questi annunci?.poi controlla se sono effettivamenti in regolae manda i vontrolli