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Tre donne, una vetta, una causa: il trio femminile comasco alla Monza-Resegone per la ricerca sui tumori

Tre donne, un’amicizia solida e una sfida da affrontare insieme. Chiara, Michela e Marta, atlete della squadra di corsa MissulTeam Como A.S.D., il prossimo 21 giugno si metteranno alla prova nella storica Monza-Resegone. Ma questa volta non correranno solo per passione: lo faranno per dare visibilità alla campagna di raccolta fondi di Fondazione Veronesi a sostegno della ricerca sui tumori ginecologici.

Una gara storica per un obiettivo nobile

La Monza-Resegone non è una corsa qualsiasi, sono 42 chilometri con ben mille metri di dislivello, dal cuore della città di Monza fino al Rifugio Capanna Alpinisti Monzesi, sulle pendici del Resegone. Una maratona notturna, che ogni anno richiama centinaia di squadre e una folla di tifosi lungo il percorso. Una gara che esiste da ben 101 anni, e che si corre rigorosamente in tre: si parte insieme e si arriva insieme.

Ed è proprio questa regola a rendere tutto più significativo. Perché qui non conta solo la fatica individuale: conta il gruppo, conta l’amicizia, conta la forza di chi sceglie di sostenersi a vicenda per raggiungere una vetta comune. E in questo caso, quella vetta ha un significato che va ben oltre lo sport. “Il nostro obiettivo è arrivare al traguardo sotto il cielo stellato, con il sostegno di tantissimi donatori pronti a dare il loro contributo alla ricerca. Perché insieme si può fare davvero la differenza”, hanno raccontato Chiara, Michela e Marta.

Una corsa per Gerardina

La campagna di raccolta fondi è stata aperta nel 2024 in memoria di Gerardina, mamma di Chiara e Michela, scomparsa nel giugno del 2023 per le complicazioni di un tumore ovarico. Queste ragazze vogliono correre per tutte le donne che oggi stanno affrontando questa malattia, ma anche per tutte quelle che un giorno potrebbero salvarsi grazie ai progressi della scienza.

Il tumore ovarico: una malattia silenziosa

Il tumore ovarico è il decimo tipo di cancro più comune tra le donne. Secondo le stime più recenti, in Italia si registrano oltre 5 mila nuove diagnosi ogni anno. La difficoltà più grande è che, nella maggior parte dei casi, il tumore viene individuato quando è già in fase avanzata. Questo perché i sintomi iniziali sono spesso vaghi o assenti e, al momento, non esistono strategie di screening realmente efficaci per diagnosticarlo precocemente. Eppure, una diagnosi tempestiva può cambiare tutto: se il tumore viene scoperto quando è ancora confinato all’ovaio, la probabilità di sopravvivere a cinque anni dalla diagnosi supera il 90%.

La ricerca è fondamentale e ha bisogno del contributo di tutti

Ad un anno dalla scomparsa della loro mamma, Chiara e Michela, insieme a Marta, hanno deciso di trasformare il dolore in un messaggio positivo e concreto: correre per sensibilizzare, per raccontare, per sostenere la ricerca. “Donare è un atto d’amore che serve a tutti”, hanno concluso le corritrici

 

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