Un lavoro certosino quello svolto da Repubblica che certifica quanto i pendolari (almeno i veterani e quanti godono di buona memoria) denunciano da molto tempo: i treni in Lombardia sono più lenti di 50 anni fa. Già. Lo studio svolto dal quotidiano emerge dall’archivio di Fondazione Fs Italiane (aperto a chiunque voglia consultarlo) e certifica come negli anni ’70 i treni lombardi univano paesi e città con tempi di percorrenza uguali a quelli di oggi e, in diversi casi, con risultati migliori.
Spiega Repubblica: “Prendiamo il caso di un pendolare che nel 1972, esattamente cinquant’anni fa, da Varese voleva arrivare al lago di Como. Impiegava un’ora e cinque minuti. Oggi ci vogliono tre minuti in più. Senza contare eventuali ritardi, i tabelloni di Trenord indicano che il viaggio dura un’ora e otto minuti. Lo stesso vale per la tratta Milano — Como: 55 minuti nel 1972, contro i 57 attuali”.
Ed è solo un esempio, particolarmente significativo per i comaschi, ma situazioni analoghe si registrano anche sui collegamenti Brescia-Cremona, Sondrio-Lecco o Milano-Novara. In tutti i casi differenze di alcuni minuti. Poca cosa, si dirà. Insomma, visto che è passato mezzo secolo e, almeno in teoria, ci si aspetterebbe un’evoluzione del servizio e non stagnazione o peggioramento. Sul tema il quotidiano ha sentito il presidente lombardo, Attilio Fontana, che spiega come la rete ferroviaria sia “vecchia e non è mai stata aggiornata. In certi tratti non è né elettrificata né raddoppiata. Avevamo raggiunto all’inizio del 2019 un accordo con Rfi affinché si facessero una serie di investimenti: noi per la parte dei treni stiamo investendo due miliardi”
11 Commenti
Il problema sono le mille fermate in tutti i paesini: dovrebbero esserci molte più corse dirette.
Il diretto attuale fa comunque 8 fermate (Lago-Borghi-Camerlata-Grandate-Lomazzo-Saronno-Bovisa-Domodossola-Cadorna): ci vuol coraggio a chiamarlo così!
Lo Stato è già diverso (San Giovanni, Camerlata, Seregno, Monza, Centrale) e infatti ci mette 40 minuti.
Le due linee non sono confrontabili: sono caratterizzate da tracciati molto diversi, dove quello RFI è più rettilineo e permette velocità molto maggiori rispetto a quello FN (che deriva infatti da una tranvia!).
Sono 7 fermate, esclusi i capolinea; di queste 7, 3 (Saronno-Bovisa-Domodossola) sono essenziali per la regolarità dei nodi di interscambio. Sulle altre 4 si potrebbe ragionare… ma forse solo Lomazzo sarebbe sacrificabile ora.
Io frequento i treni di TreNord da decenni e da decenni ho gli stessi orari, gli stessi ritardi e perfino gli stessi controllori. È da sempre tutto uguale a parte le carrozze. All’inizio erano quelle di 50anni prima con i “micidiali scaldini” sotto il sedile adesso, ma senza troppo esagerare, sono un po’ più moderne. Non è vero quello che dice il Presidente Fontana: la linea Como-Milano è elettrificata da tempo immemore. Sono stati, nel tempo, eliminati i passaggi a livello (gli ultimi a Fino e Rovellasca); non sono state eliminate le piccole stazioni ma a dire il vero di stazioni meno frequentate, che io sappia, ci sono solo quella di Portichetto e Caslino. Le altre hanno tutte un bel traffico. Rispetto a prima è stato introdotto il collegamento tra Bovisa-Garibaldi-Centrale e il Passante ferroviario che consente da Saronno di raggiungere perfino Lodi e Pavia. Insomma, non so dove viva il Governatore Fontana ma l’unica cosa che è rimasta costante, oltre ai controllori, sono gli orari e i ritardi. La domanda è quindi d’obbligo: come è possibile che tutto quello che tocca la Lega in Regione (Sanità e Trasporti) funzioni malissimo e peggiori sempre di anno in anno? Forse il problema sono proprio loro: trent’anni fa ci raccontavano che non eravamo la “terronia”, oggi dopo trent’anni che ci governano, siamo come la “terronia” di trent’anni fa. Come per gli orari e per i ritardi si peggiora sempre! 😊
Il numero di corse aggiunte negli ultimi 15 anni è sia una cosa positiva che un problema (ogni ritardo si ripercuote immediatamente sulla corsa seguente e, a cascata, spesso anche su quelle nella direzione opposta, quandoil problema si verifica prossimo al capolinea di ribattuta).
fate due conti : MI/CO (Cadorna – Lago) 46 km circa 60 minuti di percorrenza e 15 fermate.
Come si può pensare che con la media di una fermata ogni 4 km si possano aumentare i tempi di percorrenza rispetto al passato? frenate, incarrozzamento, ripartenze, richiedono tempi e modalità che rimango immutati nonostante la tecnologia più evoluta.
Il solito articolo superficiale e gridato da parte di una stampa che vive solo sul catastrofismo e il terrorismo psicologico
E abbiamo un presidente di regione che non riesce a cogliere queste semplici constatazioni !!!
Effettivamente adesso che ci pensiamo sembra una cosa impossibile in 50 anni solamente! Sono sicuro che alle ferrovie nord stiano aspettando degli sviluppi sulla teoria delle stringhe o qualche scoperta del cern per farci viaggiare nello spazio e nel tempo.
Evaristo, esattamente! I tempi non sono limabili, almeno su questa tratta. Il resto sono parole senza costrutto.
La scoperta dell’acqua calda anzi caldissima. Andiamo su Marte ma per andare a Milano nonostante il mirabolante passante ferroviario di Bovisa si impiega lo stesso tempo non di 50 anni fa ma di 100!!!
bisogna trasformare la linea Saronno Milano in metropolitana. Si potrebbero guadagnare probabilmente 10 minuti.
In ogni caso tutta la viabilità del milanese è da INCUBO.
IN PRIMIS LA TANGENZIALE OVEST E LA EST PER NON PARLARE DELLA VENEZIA.
UN INFERNO CHE COSTA MILIARDI DI EURO IN RITARDI E INQUINAMENTO.
Guardi che la linea Milano-Saronno (quadruplicata dal 1991), è già completamente sgombra per i treni in arrivo da Novara FN, Malpensa, Laveno, Varese FN e Como Lago (la ipegnano per soli 12 minuti). I due binari lenti sono appunto la “metropolitana” dell’Hinterland milanese (S1 ed S3, che poi entrano nel Passante).
Solo Fontana può dire che la rete ferroviaria in 50 anni non è mai stata aggiornata. Anche perché finisce per accusare se stesso, visto che, tramite FNM la Regione è proprietaria dell’infrastruttura su tutta la rete Ferrovie Nord.
NB: Quello di Repubblica è il tipico articolo superficiale e poco informato.