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Un limite per legge alle case vacanze sul Lago di Como? Impossibile in Lombardia, la sentenza che libera tutti

La proposta di legge presentata in Regione Lombardia per mettere una soglia massima alle case vacanza (a partire dal Lago di Como)? È di fatto un’iniziativa già finita su un binario morto.

A dirlo – come riporta il Corriere della Sera – che riporta una sentenza in apparenza inequivocabile secondo cui i Comuni italiani non possono in alcun modo imporre restrizioni alle attività di affitti brevi a scopo turistico, a meno che non abbiano funzione imprenditoriale.

La sentenza del Consiglio di Stato citata è la numero 2928/2025 in cui viene stabilito che gli immobili destinati alla locazione turistica da utenti privati non rientrano nel concetto di strutture ricettive (dove invece, ad esempio, rientrano le case vacanza), quindi non sono soggetti alla stessa normativa.

i giudici amministrativi ribadiscono, inoltre, che non esiste una legge nazionale che regola gli affitti brevi privati e che non è conferito alle amministrazioni comunali il compito di farlo.

Tutto era nato 3 anni fa quando il Comune di Sirmione, in provincia di Brescia, mise a punto un regolamento del mercato di locazione turistica privata.

Il casus belli della città sul Lago di Garda esplose quando il Comune disse no alla pratica di un utente privato che intendeva avviare un’attività non imprenditoriale di locazione turistica, perché forniva solo la Comunicazione di inizio attività (Cia) quando era necessaria anche la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia).

Ora nonostante una prima vittoria al Tar, ecco la sentenza del Consiglio di Stato che invece ribalta tutto.

Secondo la sentenza del Consiglio di Stato, non è così: l’articolo 38 della legge della regione Lombardia n. 27 del 2015 (nella versione introdotta dall’art. 15, comma 1, lett. c, della legge regionale n. 20 del 2024) stabilisce che «tutte le locazioni turistiche gestite in forma non imprenditoriale sono soggette alla preventiva presentazione della Comunicazione di inizio attività (Cia) al comune nel cui territorio si svolge l’attività, mentre le locazioni turistiche gestite in forma imprenditoriale sono soggette alla presentazione della Scia».

Siccome l’apertura di una casa vacanze non rientra, secondo le leggi attuali, nelle attività ricettive gestite in forma imprenditoriale (come potrebbe essere un hotel), ecco che il diniego del comune di Sirmione è decaduto.

Così come sembra destinata a non avere alcun effetto – sempre venisse approvato – il progetto di legge del gruppo regionale del Partito Democratico appena depositato per regolamentare gli affitti brevi a uso turistico in Lombardia (che tra l’altro il consigliere regionale comasco Angelo Orsenigo aveva invocato in particolare per il Lago di Como, dove l’overtourism sta sottraendo sempre più alloggi a residenti e lavoratori proprio per la destinazione degli appartamenti agli affitti turistici brevi).

 

 

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