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Caso Luna Park, i giostrai: “Senza lavoro, senza un posto per le case itineranti, senza scuola per i bambini. Il sindaco autorizzi almeno la sosta”

E’ una lettera accorata quella inviata dai gestori del Luna Park che tradizionalmente per quasi cento anni è arrivato a Como, per due mesi nel periodo che precede e segue Pasqua. I destinatari sono il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, tutti i componenti del Consiglio comunale e il prefetto, Andrea Polichetti. Ma i giostrai puntano più in alto e invieranno la missiva ad altri esponenti delle istituzioni compreso il Presidente Mattarella.

La vicenda è nota, il primo cittadino ha deciso di ridurre drasticamente l’area concessa da 20mila a 5mila metri quadrati (qui tutte le cronache). Il futuro dell’area per Rapinese è una maxi cittadella sportiva, per cui di recente ha anche incassato il pesante appoggio del presidente lombardo Fontana (qui l’intervista a ComoZero), al momento però si parla di intenzioni, certo concrete, ma non vi è nulla nero su bianco. Così gli esercenti hanno chiesto, a vuoto, che nel frattempo la ex piazza D’Armi fosse di nuovo assegnata per i consueti 60 giorni. Nulla di fatto. Poi un ricorso al Tar dei giostrai che non è andato a segno (ora c’è l’appello al Consiglio di Stato) e intanto la lettera. Eccola:

Con la presente, la scrivente Commissione Tecnica, del Tradizionale Luna Park di Como che per le Festività della S.S. Pasqua è presente in Como da quasi 100 Anni, e che dal 1974 istalla ininterrottamente nell’area di Via Sportivi Comaschi.

Nella Delibera Comunale n.76 del 15/03/2023 è stato ridotto lo spazio dai 28000 mq utilizzati a 4500 mq senza una motivazione, emerge la mancanza di rispetto per una categoria come lo Spettacolo Viaggiante, che nel periodo tradizionale della manifestazione, impegna 60 famiglie e dà lavoro a circa 250 persone. Riteniamo pertanto, che sia stato calpestato quello che è il diritto di ogni cittadino, e cioè il “LAVORO”.

L’art. 1 della Nostra costituzione, dice “L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro”, l’art. 4 sostiene “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto, ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo la propria possibilità e la propria scelta, un attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. La legge 337/68 all’art.1 afferma “Lo Stato riconosce la funzione sociale dei Circhi Equestri e dello Spettacolo Viaggiante, pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”. Bene, poi chi la rappresenta, il lavoro lo nega, lasciando libera un area inutilizzata e non dando la possibilità ai cittadini che amano le giostre di poterle utilizzare e divertirsi.

Ora noi ci troviamo “SENZA LAVORO” e senza spazi per la nostra sosta, in quanto tutti gli operatori, non hanno altre città ne altre aree dove sostare, lo spettacolo Viaggiante, come già affermato nei nostri precedenti incontri, è regolamentato e garantito dai Regolamenti Comunali che garantiscono la frequenza e il diritto al lavoro in maniera ricorrente, dove ogni titolare di licenza ha un calendario prefissato e continuativo.

I nostri bambini, di cui alleghiamo i nominativi, hanno sempre frequentato le scuole di Como nel periodo della manifestazione, ora non potranno più per il periodo tradizionale, oltretutto nessuno di noi sa dove sostare e ognuno di noi a con se i propri famigliari, genitori anziani che non possono stare con le proprie abitazioni in mezzo ad una strada senza luce né acqua, in quanto ogni città ospita chi istalla le giostre e noi le abbiamo sempre istallate a COMO.

Chiediamo pertanto che la Sua Amministrazione riveda la Delibera e che nel frattempo ci autorizzi almeno la sosta con le abitazioni per il periodo tradizionale della Pasqua, permettendo a tutti noi Cittadini ITALIANI di continuare quel percorso di vita normale che la tradizione ci ha assegnato.

Distinti Saluti.
COMO 17/02/2024
p. La Commissione Tecnica

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

5 Commenti

  1. E una vergogna che con l’area libera e quindi disponibile, sia stata spazzata via una tradizione secolare, precluso il divertimento a chi sarebbe piaciuto, sia stato negato lavoro delle imprese e ci sia stato un mancato introito per le casse comunali….

  2. Ricapitolando, se passo un periodo senza molto lavoro posso pretendere che, in virtu della costituzione, lo stato mi dia del lavoro? Se vado in trasferta di lavoro posso pretendere dal comune di destinazione di darmi un alloggio?

    1. Noi non ptretendiamo un alloggiò ne sovvenzioni vorremmo solo svolgere il nostro lavoro con dignità pagando tutto quello che bisogna pagare da non dimenticare che il Plateattico Lecco Moon e a noi costavano in circa 40.000 €

      1. Danilo posso capire il disagio ma, da autonomo, rimango dell’idea che il lavoro non sia un diritto acquisito. Se, come accaduto, perdo un cliente ne cerco un altro (ci sono 7900 comuni in Italia, in un anno non ne avete trovato uno disponibile? O semplicemente vi siete impuntati? Avete sempre lavorato a Como allora è un votro diritto continuare a lavorare a Como?), non organizzo manifestazioni e pretendo che perlomeno mi affitti l’ufficio mentre non lavoro.

  3. Ma se sono così apprezzati non dovrebbero aver problemi a trovare un’altra città dove andare per Pasqua…..

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