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Variante Tremezzina. Elisa, Giovanni e gli altri: chi dovrà trasferire i figli, chi lascerà casa, chi teme per la propria disabilità

(QUI TUTTE LE CRONACHE E LE STORIE SULLA VARIANTE DELLA TREMEZZINA)

Ormai sul lago non si parla d’altro: chiusura totale della Statale Regina, a partire da Colonno, per l’inizio dei lavori della Variante della Tremezzina. Il cantiere partirà a metà novembre e durerà circa quattro mesi. La decisione, confermata la scorsa settimana, ha provocato non poche polemiche tra sindaci e soprattutto tra i cittadini del lago, non tanto per l’opera in sé, ma per le soluzioni che sono state scelte per la realizzazione. A breve i residenti saranno seriamente in difficoltà molte questioni e le problematiche non saranno da sottovalutare: “Per fortuna i miei genitori abitano a Como – racconta Elisa Abbate – per il momento mi trasferirò da loro e nel weekend tornerò a casa dal mio compagno. Il rammarico è grande, avrebbero dovuto dircelo prima, non siamo mai stati interpellati dalle istituzioni e tuttora, nonostante le rassicurazioni, la navigazione non è stata modificata. Spero vivamente che venga potenziata per permettermi di tornare il fine settimana”.

Elisa Abbate

Molto simile la situazione di Felice De Robertis: “Proprio ora, che stavo per finire lo smart working e avrei avuto la possibilità di lavorare in presenza arriva, questa decisione – denuncia – per la mia professione è essenziale spostarsi in macchina, poiché la mia azienda ha clienti in tutta la Lombardia. Dovrò alzarmi alle 5 del mattino e tornare a casa alle 23, se dovessi avere un colpo di sonno chi ne risponderà? Ad agosto sarebbero dovuti iniziare i lavori per il pontile di Colonno, ma ora siamo ottobre ed è tutto come prima. Le amministrazioni non hanno pensato ai propri cittadini e hanno scelto il progetto meno costoso creando un danno enorme alla popolazione. E se i lavori per qualche disastro, visto che ci avviciniamo alla stagione delle piogge, dovessero protrarsi ulteriormente?”.

Felice De Robertis

Non semplice anche il caso di Lincoln Cooper, residente a Colonno: “Andare a trovare mia figlia che abita a Saronno sarà molto complicato – spiega – ci sarebbero volute altre soluzioni”.

Lincoln Cooper

Oltre ai lavoratori, sorge anche il problema degli studenti: “Dovrò mandare i miei figli a vivere da soli in una casa di mia proprietà a Maslianico per evitargli dei tragitti impossibili – racconta Elisa Bellosi – mi sembra assurdo che non sia stato fatto per tempo un piano risolvere i problemi dei residenti e non che non ci siano state date delle soluzioni adatte per transitare oltre la chiusura. Noi cittadini non siamo mai stati ascoltati da nessuno e abbiamo sempre scoperto le novità dai giornali. Dobbiamo inoltre considerare che i lavori che verranno fatti sono molto delicati, e se il cantiere durasse più di quattro mesi? Ho della amiche che mandano i bambini all’asilo di Laglio e stanno valutando di spostarli in altre strutture per questo motivo”.

Elisa Bellosi

Emerge poi una questione delicatissima, troppo spesso sottovalutata, ovvero quella degli invalidi, come nel caso di Giovanni Cerliani: “Io sarò molto penalizzato dalla chiusura della strada – denuncia – ho molte difficoltà a muovermi, il mio ortopedico è a Erba come posso raggiungerlo? Ho una macchina adattata, ma un viaggio di molte ore sarebbe troppo difficoltoso per me. Se ci dovesse essere un’emergenza, io come potrò essere tutelato? Anche sulla questione della navigazione, oltre a non sapere ancora nulla, non è una soluzione adatta per un disabile. Stiamo pagando questa Variante ad un prezzo troppo alto”.

Giovanni Cerliani

Le perplessità sono molte, la navigazione non è stata ancora potenziata e il cantiere si avvicina sempre di più. Solo una cosa è certa: la statale Regina verrà chiusa.

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