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Variante Tremezzina il cantiere trotta ma silenzio tombale sull’ex cava Citrini di Castiglione. Benzoni: “Situazione inverosimile”

Il cantiere per la Variante Tremezzina, nonostante sia iniziato lunedì scorso (29 novembre) con la chiusura della Statale Regina per 120 giorni, è ancora al centro di molte polemiche. Un tema da non sottovalutare è quello dello smaltimento dello smarino (materiale prodotto dai lavori). In questi quattro mesi gli scarti verranno depositati in tre cave al Sud di Como.

Nel progetto dell’opera però è previsto l’utilizzo anche della ex cava Citrini di Castiglione Intelvi (Centro Valle Intelvi), anche se ancora non si conosce in quale fase del cantiere verrà impiegata. Al riguardo, per scongiurare l’utilizzo della struttura, da più di un anno si è mosso il comitato “Amici del Faree e della Valle”, capitanati dall’ex direttore generale di Csu Marco Benzoni.

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Si tratterebbe di un lavoro non da poco, si parla di 70 mila metri cubi di carico trasportati da 18 autocarri, per un totale di 35 transiti quotidiani, in circa 1200 giorni lavorativi, per un totale di 6 anni di attività.

Fin dall’inizio ComoZero segue questa vicenda, a questo link trovate tutti gli articoli al riguardo.

Dopo mesi di lavoro, questa estate il comitato ha ricevuto rassicurazioni dal sindaco di Centro Valle Intelvi Mario Pozzi, che l’ex cava Citrini sarebbe stata utilizzata solo per il deposito e non per la lavorazione dello smarino; soluzione che il comitato aveva accolto favorevolmente.

Passano i mesi e Benzoni e i suoi non ricevono l’ufficialità di questo di queste indiscrezioni, e il 18 ottobre scorso mandano una lettera aperta a tutte le istituzioni.

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Ad oggi la risposta non è mai arrivata e il Comitato, questo pomeriggio, ha mandato un’altra missiva.

Da quanto si apprende dalla lettera, l’unico ad aver provato a contattare il gruppo nell’ultimo mese è stato il primo cittadino di Centro Valle Intelvi, senza però riuscire a fornire alcuna risposta.

Emerge poi una denuncia pesantissima nei confronti di tutta la politica, accusata di poca comunicazione: ” Da notizie attinte dalla stampa, unico canale informativo possibile dato che nessuna comunicazione ufficiale è giunta a questo Comitato e così pure alla Cittadinanza – sottolinea Benzoni – si apprende che per i primi 4 mesi di cantiere necessari alle opere propedeutiche alla realizzazione del salto di montone di Colonno, […] il materiale di scavo verrà indirizzato verso altre cave ubicate a sud di Como”.

Un’altra questione chiave riguarda alcuni punti ancora oscuri del cantiere: “A poche settimane dall’avvio dei lavori, nulla è dato sapere circa la localizzazione dell’area di betonaggio nella parte sud del cantiere – denuncia – tale fatto, ovvero che non siano ancora state assunte definizioni in tal senso, pare del tutto inverosimile”.

Inoltre, nonostante le rassicurazioni della scorsa estate, i lavori nell’ex cava sono comunque ripresi: “Per tutta l’estate presso la ex Cava Citrini è proseguita una intensa opera di sbancamento di detriti, ivi depositati in passato, con il loro trasferimento in altri luoghi – racconta – ciò ha comportato, ovviamente, opere di movimentazione terra con modificazione dello stato dei luoghi per le quali nulla risulta a conoscenza del Comune di Centro Valle Intelvi, […]. Poiché l’ex cava risulta essere inattiva da numerosi anni, e non più iscritta al piano cave della Regione Lombardia, è difficile credere che questa improvvisa ripresa di attività sia per nulla collegata allo sviluppo del progetto della variante, così come del tutto inopportuno è che nulla sia dato sapere alla cittadinanza”.

Più di un anno è passato e le richieste di Benzoni e i suoi, per il momento, non sono state ascoltate: “Siamo ormai così prossimi all’avvio dei lavori che non è più possibile lasciare non solo questo Comitato, […] ma l’intera comunità della Valle d’Intelvi che da Dizzasco a Lanzo passando per Blessagno e Pigra con Casasco e Laino, conta ben 10.000 residenti, oggi completamente all’oscuro di quanto avverrà sulle loro strade e nei pressi delle loro abitazione nei prossimi 4/6 anni, e di quanto ciò impatterà sul tessuto economico e sociale della Valle”.

Lettera Aperta MB n.2

 

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