La tassa sulla salute, se entrerà in vigore, ricadrà sule spalle dei “vecchi “frontalieri” che non sono certamente contenti. Altrettanto in ansia i “nuovi” frontalieri che, con l’avvicinarsi della prima dichiarazione dei redditi secondo le nuove disposizioni, dovranno fare i conti con una tassazione molto meno vantaggiosa rispetto a quanti lavorano in Svizzera da prima del 17 luglio 2023.
E ancora, telelavoro e comuni di frontiera, passando per l’assegno famigliare. I temi sul confine sono molti ma ciò che più sta agitando il mondo dei frontalieri è proprio la nuova tassazione che mai come ora sta facendo emergere anche roventi polemiche tra i lavoratori stessi. E come spesso accade il confronto si svolge nella piazza virtuale del web che accoglie un dibattito pressoché ininterrotto da sempre. Sulle diverse pagine facebook dedicate la lavoro frontaliero, infatti, l’arena è aperta 24 ore al giorno.
E così c’è chi sbotta dicendo come trovi incomprensibile questa polemica tra frontalieri spiegando come “per i vecchi frontalieri non cambia nulla mentre i nuovi frontalieri sanno tutto prima di accettare un lavoro e quindi possono farsi i conti e decidere liberamente se gli conviene o no”, scrive un “nuovo” frontaliere.
Commento che ha scatenato decine di risposte che affrontano ogni singolo aspetto della vita di quanti lavorano sulla linea del confine, da chi invita a riflettere sul fatto che forse in un paese le regole “tassazione inclusa dovrebbero essere uguali per tutti”, a chi invece si spinge oltre affermando come le “polemiche siano montate ad arte per mettere zizzania tra i lavoratori”.
E così emergono anche le prime difficoltà nel capire a quanto ammonterà la nuova tassazione, tra chi spiega come “i sindacati italiani non sappiano dare indicazioni rispedendo la palla in Svizzera” e chi invece sia ben “consapevole di quanto dovrà pagare”. Insomma una vero confronto che però fa emergere, come inevitabile, le differenza tra status di vecchio e nuovo frontaliere.
Tanto che ad esempio, nel luglio 2023 (il 17 è scatta il nuove regime), si è registrato un picco di assunzioni in Ticino, proprio per cercare di ottenere all’ultimo momento ancora lo status di “vecchio frontaliere”.
Chiaro infine un ultimo post, tra i tantissimi, che dice: “siete nuovi frontalieri amen. I conti non vanno fatti nelle tasche dei vecchi frontalieri che le tasse le hanno sempre pagate. Volete lavorare in Svizzera, ad oggi queste sono le condizioni grazie Italia! Comunque lavorare in Svizzera sarà sempre più conveniente anche con la doppia tassazione”.
A chiudere, un commento sulla situazione di Raimondo Pancrazio, segretario generale di Uil Frontalieri: “Per la Svizzera, i frontalieri italiani – afferma il sindacalista – rappresentano un vero e proprio ‘esercito di riserva’. Quando l’economia cresce, ne vengono assunti di nuovi , quando l’economia è in recessione, vengono licenziati”.
Nonostante le nuove regole fiscali impongano ai nuovi frontalieri di pagare le imposte in Italia, il differenziale salariale, enorme, rimane un forte incentivo: “Un infermiere a Como guadagna circa 1’500 euro al mese, mentre in Ticino il salario supera i 5’000 euro. Non c’è confronto”, sottolinea Pancrazio.