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Via Anzani, dopo il coprifuoco incontro sindaco-barista. “Tutti soddisfatti” ma nulla cambia

Tutti soddisfatti, almeno stando alle dichiarazioni.

“Soddisfatto” il sindaco Landriscina (che non ha aggiunto altro) così come si è detta “soddisfatta” l’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti.

Disponibilità e sorrisi anche dall’altra parte del tavolo dove sedevano Fabiana Maiorca (titolare del bar omonimo) e il suo avvocato, Antonino Giofrè. Presente anche, ma totalmente silenzioso al termine del vertice, il comandante della Polizia Locale, Donatello Ghezzo che non si è fermato nemmeno per un rapido scatto di gruppo.

Era stata la giovane barista, da queste pagine, ad appellarsi al primo cittadino per un incontro urgente: Via Anzani, la barista: “Chiudo per colpa d’altri”. Landriscina: “Sono qui, la aspetto”.

Richiesta d’aiuto arrivata dopo il provvedimento che ha sancito il coprifuoco alle 18 (per 40 giorni) che ha colpito tre locali della zona: il negozio Asian Alimentari al 27/c; la sala scommesse “Gold Bet”, esattamente accanto; e infine, appunto, lo storico Bar Maiorca all’angolo con via Magenta.

La decisione di Landriscina, in vigore dal 19 ottobre e fortemente sostenuta da Negretti, è arrivata per – citiamo passi dell’ordinanza – la presenza di troppi “soggetti ubriachi e aggressivi”, “con avventori colti in flagranza mentre urinavano davanti al portone o contro le autovetture parcheggiate in loco” in particolare dei residenti del civico 27 di via Anzani, giunti “a manifestare timori ad entrare nel proprio portone” per i raduni quotidiani di “decine di persone, principalmente di origine extracomunitaria”.

Ben 3 gli esposti dei residenti in merito ai fatti appena citati, datati rispettivamente 11 e 16 settembre 2018 e 9 ottobre. Ma c’è di più: hanno pesato, e molto, anche i pressoché costanti interventi delle forze dell’ordine nella zona in questione (8, 9, 14, 22, 26 e 27 settembre scorsi e poi ancora 4 e 15 ottobre successivi) che hanno riscontrato quanto lamentato dagli abitanti “e hanno proceduto a identificare e denunciare, in più circostanze, soggetti responsabili di violazioni penali e amministrative”.

Il 22 ottobre Fabiana Maiorca si è sfogata. “E’ assurdo che dobbiamo pagare così pesantemente anche noi che non c’entriamo nulla – ha denunciato  – Non abbiamo mai creato disagi, tanto meno i nostri clienti. Figuriamoci: siamo stati i primi noi a chiamare la polizia quando c’è stato qualche problema, proprio perché noi siamo qui da tanti anni e non vogliamo problemi”.

Per noi – aveva aggiunto – chiudere alle 18 è un danno pesantissimo, sia economico che d’immagine. Quaranta giorni di coprifuoco per noi sono insostenibili. Stiamo subendo un’ingiustizia enorme, piuttosto che far chiudere tutti sarebbe stato molto più logico aumentare i controlli e i pattugliamenti in zona”. Subito dopo il sindaco si era detto disposto a un incontro. Poi fissato per oggi pomeriggio.

“Abbiamo stabilito dei percorsi collaborativi – spiega l’avvocato Giofrè – anche se, come abbiamo sempre detto, il Bar Maiorca non ha causato, né causa, problemi di sicurezza alla zona. Vogliamo sia chiaro che siamo diversi dagli altri, comunque collaboreremo in ogni modo con l’amministrazione per migliorare la strada e la vita dei residenti”.

Detto questo il provvedimento resta com’è e così sarà fino alla scadenza fissata. Quindi per il Maiorca nulla cambia? (Fabiana annuisce, non felicissima, in effetti). “Non è un provvedimento repressivo – chiude il legale – serve per aiutare la zona, ovviamente il colpo di spugna passa su tutti, non può selezionare. Tra due settimane torneremo in Comune e faremo di nuovo il punto”.

 

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