Metti la città illuminata dalle luci di Natale. Metti la caccia al regalo, le auto incolonnate, la gente che affolla le vie del centro.
E metti via Milano chiusa al traffico, gli automobilisti sorpresi, i commercianti preoccupati.
Gli ingredienti perfetti per una polemica con i fiocchi. Oppure l’occasione ideale, unica e irripetibile, per un piccolo test, empirico e improvvisato quanto si vuole, ma pur sempre sufficiente per far lavorare il cervello e i sogni.
L’idea, semplice e nello stesso tempo provocatoria (nel senso migliore del termine) è dell’architetto comasco Sergio Beretta: “Sabato pomeriggio (7 dicembre, Ndr) mi sono messo in via Milano bassa, all’altezza del negozio di giocattoli, con un contapersone manuale e sono rimasto lì a contare i passanti dalle 14 alle 19, da un’ora dopo il blocco a un’ora prima della riapertura della strada alle auto”, racconta.
Per dimostrare cosa?“L’ho fatto per una mia curiosità personale. Non avendo dati registrati in altri weekend di normale transito veicolare, non mi interessava capire quanto aumenta il flusso di persone con la via chiusa- spiega Beretta – il mio scopo era invece osservare se e come cambiano i comportamenti delle persone con questa sorta di ibrido di Ztl, chiusa alle auto ma percorribile dagli autobus”.
E i dati raccolti parlano chiaro: 12.998 persone sono passate davanti all’imperturbabile architetto e al suo contapersone ma nessuna ha cambiato le proprie abitudini, se non in maniera minima.
“Una Ztl come questa, con solo il 42% della superficie destinato a marciapiede, con il passaggio dei mezzi pubblici e senza punti dove sostare che non siano i tavolini dei bar, è vissuta dalla gente esattamente come prima – spiega – con i bambini per mano, segno di una percezione di non-sicurezza data dal passaggio dei bus, e con, come unico cambiamento, l’attraversamento della strada al di fuori delle strisce pedonali. Stop”.
Una soluzione che, al di là della contingente necessità data dal periodo natalizio, secondo Beretta non è percorribile in futuro: “Quello che ho notato qui in queste poche ore è esattamente quello che è successo in piazza Roma e che succederà in via Borgovico vecchia – aggiunge – limitandosi ad attenuare i traffico veicolare senza eliminarlo completamente, le persone continuano a comportarsi come se passassero le auto”
La soluzione? “Pedonalizzare completamente via Milano mi sembra un po’ troppo. Di certo, però andrebbe resa una vera Ztl eliminando il passaggio dei bus di linea, che oggi al 90% transitano da qui. Questo ovviamente comporterebbe l’intero ripensamento del servizio pubblico, e forse anche della viabilità cittadina. Poi andrebbe rifatta la pavimentazione eliminando i marciapiedi e permettendo ai locali di posizionare tavolini all’esterno. E andrebbero anche studiati punti di sosta con panchine, per evitare che questa continui ad essere solo la via più piacevole per raggiungere il centro storico”.
Funzionerebbe? “Occorre cominciare a fare urbanistica seriamente – è la risposta che non ammette repliche – prendendo anche decisioni che al momento possono sembrare impopolari ma che poi portano a risultati tangibili. Fior di studi dimostrano che la pedonalizzazione aumenta il fatturato dei commercianti, è un dato di fatto”. Vallo a spiegare, però, a quelli (estinti) di piazza Roma.
“Quella piazza è un problema complesso perché è un vero e proprio cul de sac – risponde – lì non c’è niente, vivrebbe solo se potesse essere collegata alla zona della stazione di Como Lago, ma è un discorso complesso. Via Milano è un’altra cosa e ragionare come se le auto, invece che essere un mezzo, fossero il fine mi fa venire in mente una pubblicità della Fiat Balilla del ’32 in cui il protagonista arrotolava i marciapiedi tanto, grazie alle auto, non sarebbero serviti più”.
L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem
Un commento
Io mi sono dotato di una palla di cristallo, tarocchi sul tavolo, indovino e oroscopo; ho scoperto però che le prove sul campo, non empiriche, sono fondamentali.
Avremo / avranno un anno di tempo per migliorare eventualmente la viabilità dei mezzi pubblici.