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Como, parola d’architetto: “Via Milano Bassa pedonale? Alleggerirebbe la pressione su tutto il centro”

Pedonalizzare alcune zone di Como per rendere la città più vivibile, aperta e accogliente. Per far tornare ai fasti del passato alcune vie e per andare verso una città del futuro moderna e a misura d’uomo. Non è un sogno ma una possibilità. Lo spunto per approfondire una visione di tale natura viene sviluppato dall’architetto comasco Michele Bollini e prende le mosse da un recente articolo di ComoZero in cui i commercianti della parte bassa di via Milano riproponevano l’idea di una pedonalizzazione della strada così da poter rilanciare le attività e i commerci sempre più in difficoltà negli ultimi anni (per interventi, opinioni, repliche scrivere a redazionecomozero@gmail.com).

“Il tema della pedonalizzazione di certe zone, così come quello sulle Ztl, hanno caratterizzato da sempre i discorsi e i piani dei vari sindaci, con pareri e visioni differenti. E’ inevitabile trattandosi di un argomento vitale per la crescita di una città – è l’esordio di Bollini – Sarebbe infatti meraviglioso poter ripensare la viabilità in modo tale da pedonalizzare zone come quella dello stadio o viale Geno, andando così a creare una zona a traffico limitato ancora più grande. Ciò porterebbe a un ripensamento generale di tutto, della visione città. Dai negozi, agli alberghi, al loro utilizzo e a come i turisti e i cittadini potrebbero vivere tale area così allargata e in grado di offrire possibilità enormi di sfruttare la bellezza dei luoghi e del lago”.

Un ragionamento che dovrebbe necessariamente essere esteso anche a “strade come potrebbe essere sicuramente via Milano di cui si parla da tempo. Questo perché ipotizzando la Como del futuro, se si realizzassero interventi di tal natura in luoghi situati fuori dal centro, vedi appunto via Milano, si renderebbe l’intera città più attrattiva e la si alleggerirebbe anche dalla pressione, a tratti insostenibile, che adesso schiaccia invece essenzialmente il centro storico. Ecco perché è necessario che ogni amministratore pensi a tali possibili trasformazioni. Ci pensi per tempo anche perché si tratterebbe poi inevitabilmente di cambiamenti da poter concretizzare in tempi lunghi. Non si tratta di piani rapidamente eseguibili”, spiega Bollini.

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Inevitabile a questo punto domandare come mai tutto ciò non stia accadendo e non sia successo in passato. Secca la risposta: “Manca il coraggio, è evidente. Ma gli spunti e le idee per lavorare su tali cambiamenti, al netto delle visioni futuristiche che potrebbero poi scaturire anche dal confronto tra architetti e non solo, sovente sono già contenute nei Pgt dei Comuni. Andrebbero pianificati in concreto e realizzati, prendendosi ovviamente i tempi necessari. Consideriamo il caso di via Milano: qui è certo che con ogni probabilità bisognerebbe puntare su una pedonalizzazione della parte bassa per non incidere troppo sull’assetto viabilistico in ingresso in centro. Certo è però che anche concentrandosi sulla parte bassa, si dovrebbe lavorare molto su come spostare i flussi di mezzi. E così si dovrebbe magari puntare su un utilizzo maggiore della tangenziale. Si dovrebbero creare parcheggi a ridosso del centro, penso alla Ticosa, ma anche aree di sosta esterne da utilizzate soprattutto nei momenti “caldi” quando il flusso verso il centro diventa sempre più asfissiante. Si deve creare una nuova viabilità che però non demonizzi l’auto che rimane importante ma che vada integrata con altre proposte di mezzi per spostarsi. Ad oggi però manca il coraggio. Ma bisognerebbe forse guardare al passato e vedere adesso come sono diventate zone come via Garibaldi”, conclude Bollini.

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7 Commenti

  1. bisogna riconoscere che si è sempre votato per chi promette parcheggi e opere viabilistiche volte a fluidificare e incrementare il traffico. Se le persone sono così legate all’uso dell’automobile mi chiedo chi userà i 1000 posti auto della ticosa, distanti dal centro

  2. Non bisogna sottovalutare come via Milano sia completamente sconnessa dal centro storico. C’è un’attraversamento pedonale solo su un lato della strada, ci sono 4 corsie da attraversare (tangenziale Ovest di Milano per intenderci) e nei giorni di mercato il tutto finisce in un cunicolo di 50 cm tra le bancarelle, che occludono anche la vista di porta torre.

    1. Perchè 4 corsie da attraversare?

      L’attuale semaforo di piazza Vittoria ne fa attraversare 2, volendo c’è già anche un sottopasso pedonale (sicuramente da valorizzare), il modo di connetterla volendo lo si trova.

  3. Questi pensieri e commenti sono molto ben considerati. Allora a chi spetta la creazione di una Como del futuro? Chi ha la visione? Se ci affidiamo solo ai nostri leader politici continueremo a fare lo stesso percorso ad hoc della mediocrità. Vieni merita un futuro migliore e più luminoso. Il futuro è nelle nostre mani. La regione non ha mai avuto una tale opportunità.

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