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Via Milano pedonale, l’ex consigliere Ciullo: “Quel vecchio referendum. E ora cittadini e negozianti tornino a sognare”

Stimolato dall’intervento dell’architetto comasco Michele Bollini sulla possibile pedonalizzazione di via Milano Bassa, l’ex consigliere comunale tra il 1994 e il 2002, Luigi Ciullo, ha inviato alcune riflessioni sullo stesso tema alla redazione. Le pubblichiamo volentieri in forma integrale di seguito.

Ho letto con interesse e condivido il parere dell’Arch. Bollini sulla pedonalizzazione di nuovi settori urbani. Replico volentieri a sostegno della possibilità descritta.

Limitare il transito veicolare privato in aree di pregio culturale e ambientale è ormai prassi ampiamente diffusa da molti anni nelle città storiche. Ma a Como, dopo la chiusura pionieristica della città murata, poco o niente è stato fatto. Né mancarono le proposte, come quelle rese note dal sottoscritto dal 1994 in poi dai banchi del Consiglio Comunale. Una di queste proprio in relazione all’intera via Milano, in esiti di un Referendum “porta a porta” che organizzammo come sezione “2 febbraio 1943” dell’allora Partito Democratico della Sinistra di cui rivestivo ruolo di Segretario cittadino. Il questionario proposto a residenti e commercianti già trent’anni fa ebbe un risultato sorprendentemente positivo per entrambe le categorie. Disposti a consentire il transito dei mezzi pubblici, i cittadini degli anni ‘90 intravidero nella limitazione del traffico privato una soluzione ideale per migliorare la vivibilità e l’attrattività del quartiere la cui verticalità e i cui collegamenti trasversali con le vie limitrofe (Cadorna, Mentana, Giulini, Grandi) avrebbero potuto accrescere, migliorandola, la rete delle relazioni interpersonali e commerciali. Un quartiere antico restituito all’originale dimensione sociale attraverso il recupero della sicurezza, ma anche di una nuova dimensione sonora e olfattiva.

E che dire della ciclabilità che ne deriverebbe insieme all’arredo a verde atto a delimitare nuove terrazze dei bar, ma anche ad ospitare fiere, esposizioni, etc.?

Tenendo saldamente i piedi per terra, sappiamo tuttavia che non avrebbe senso un provvedimento simile senza scelte contestuali in tema di politica della sosta e diversificazione del traporto pubblico in tutta la convalle. Forse è per questo che dagli anni ‘70 in poi mancò il coraggio a tutte le amministrazioni chiamate a ridisegnare il traffico urbano. E, senza scomodare i “poteri forti” spesso citati a sproposito o utilizzati come alibi della propria mediocrità amministrativa, appare proprio quest’ultima mancata volontà di assunzione di responsabilità la sola spiegazione di tanta inerzia.

Temo che anche l’attuale Amministrazione non farà eccezione come annunciato dall’attitudine maggiormente incline all’annuncio che alle realizzazioni, specie se tra esse integrate in un progetto di ampio respiro. Non resta che sperare che i cittadini di Como, come i residenti e i negozianti di via Milano degli anni ‘90, ricomincino a sognare e a credere che la loro città possa diventare più bella e sana a loro principale beneficio. Più consapevoli e fiduciosi essi potranno finalmente battersi per i loro quartieri scegliendo qualità della vita e amministratori competenti, ma anche coraggiosi ed entusiasti.

Grazie per l’attenzione,
Luigi Ciullo – consigliere comunale dal 1994 al 2002.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Questa storia del signor Luigi Ciullo è molto interessante e fornisce molte lezioni preziose per la nuova leadership civica. Vent’anni dopo presteranno attenzione o passeranno altri vent’anni senza agire?

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