Dei commercianti di via Milano abbiamo raccontato più volte, con la trasformazione della strada legata all’emergere di nuove attività multietniche o della grande distribuzione.
Eppure, le storie delle piccole botteghe storiche nascoste negli anfratti di via Milano meritano ancora una volta di essere raccontate. Dopo i mesi di emergenza sanitaria, con la pandemia che ha messo in ginocchio il Paese, ci sono infatti quanti resistono stringendo i denti ma anche chi purtroppo si è arreso e ha deciso di abbandonare l’attività.
Giovanni Tosetti – Tosetti Sposa
“Quest’anno molti matrimoni sono stati rinviati al 2021 ma ora stiamo iniziando a vedere qualche movimento – spiega il titolare – il nostro è un negozio storico, siamo qui dal 1927, e questi mesi certamente hanno causato delle perdite”.
Il negozio, frequentato dai comaschi e non solo, ha visto tante generazioni che hanno scelto di comprare un abito da cerimonia o per il proprio grande giorno. “Offriamo un servizio di assistenza e consulenza completo – aggiunge Giovanni – alcuni stranieri vengono da noi, soprattutto se decidono di sposarsi nelle location sul lago. Spesso diamo anche consigli sull’organizzazione del matrimonio grazie al rapporto che negli anni abbiamo instaurato con gli operatori del settore sul territorio”.
Nonostante l’anno drammatico, il titolare conta di recuperare il prossimo anno grazie, appunto, ai tanti matrimoni rinviati. “Siamo speranzosi per il 2021 – conclude – Iniziano a rivedersi le spose, mentre lo sposo di solito si muove dopo. Siamo fiduciosi”.
Mirella Tironi – Casa del bottone
Chi si è dovuto, purtroppo, arrendere è invece la titolare dello storico negozio di bottoni e abbigliamento che da 20 anni sorge al civico 104 di via Milano.
“Ho deciso di chiudere anche per via del Covid, mette paura ogni giorno – spiega Mirella Tironi – se prima lavoravo al 70%, adesso lavoro al 30%. Ma non solo per via della pandemia”.
Mirella, infatti, segnala che negli ultimi anni si è verificato un gran numero di furti – e non solo nel suo negozio. “Abbiamo anche avvertito le Forze dell’ordine ma è come se niente fosse – spiega – i furti sono aumentati e non solo qui. Già le tasse e i costi sono alti, io vendo merce di qualità che non posso lasciare a poco prezzo”.
La titolare ha anche proposto l’attività ad alcune ragazze, ma non ha ottenuto riscontro positivo. “I giovani non hanno voglia di fare, non c’è volontà di mettersi in gioco – conclude – questa gioventù mi fa paura. Metterò in vendita il negozio, con grande dispiacere. Pensi che questa parete di bottoni vale quanto un appartamento di lusso”.
Guido Zamatto – Il corniciaio
Da 49 anni in via Milano, appassionato di arte e come ogni artigiano innamorato del suo lavoro. “Da quando ho aperto questo negozio ho visto 17 corniciai in città, ora siamo rimasti in 3 – spiega – L’attività va abbastanza bene, ci sono ancora clienti anche se c’è stata una selezione determinata dalla situazione economica negli ultimi 10 anni. Si tratta di persone con grande passione per l’arte o con il portafoglio, quasi tutti clienti storici”.
Nonostante la crisi provocata dalla pandemia, Guido non ha mai perso la speranza. “Gli ultimi mesi non sono andati male – afferma – la chiusura di due mesi non ha pesato particolarmente, se hai un negozio da tanti anni devi saper gestire anche un periodo così di chiusura”.
E, in merito ai cambiamenti avvenuti nella via negli ultimi anni, aggiunge: “Questa era una via ottima ma adesso non è più così, c’è stata una grande crescita dagli anni 70′ al 2005. Da quando questa via è frequentata da tanti extracomunitari, molta gente non viene più. Negli ultimi anni c’è stato un grande ricambio di negozi, la via è diventata meno interessante”.
Daniela Rossini – Cappelleria Rossini
“Oggi va ma domani non si sa, non si riescono a fare programmi a lungo termine. E’ un momento delicato”.
Così Daniela Rossini, titolare della storica cappelleria in via Milano bassa, commenta gli ultimi mesi. “Questo negozio è nato nel 1897 – aggiunge – Io mi sono dedicata all’attività prendendo il posto di mio papà che ne ha fatto la storia, ma sono cresciuta qui dentro insieme a mia sorella”.
Grazie ai clienti storici o a coloro che cercano un prodotto di alta qualità, il negozio prosegue il suo cammino nonostante la crisi. “Qui si vede ogni giorno un gran movimento ma è portato dai negozi con prodotti a poco prezzo – spiega – Lo capisco perché è un momento in cui la gente sta attenta quando spende. Quest’anno abbiamo visto meno turisti, che solitamente sono incuriositi dal nostro negozio e dall’insegna storica, e clienti in generale ma non si può essere sempre negativi. Noi siamo qui e andiamo avanti”.
Un commento
Via Milano era una via storica di Como e invece i nostri politici l’hanno regalata agli extracomunitari..bello schifo. Io saprei dove mandarli. Al loro paese e subito