In una Sala Giunta molto, probabilmente troppo simile a un’aula di Tribunale, oggi la prima Commissione ha discusso i temi posti all’ordine del giorno con forza dalla lista “Rapinese Sindaco”: il contenzioso riguardante il Viadotto dei Lavatoi, la causa civile intentata dall’amministrazione contro i progettisti originari delle paratie, il caso dell’ex Capo di Gabinetto Filippo Scibelli e la revoca della concessione per il Lido di Villa Olmo alla Sport Management.
Grande protagonista è stato il consigliere e avvocato Fulvio Anzaldo che (anche fisicamente, su delega) ha sostituito il capogruppo Alessandro Rapinese per la competenza legale sulle materie. Tre le novità sostanziali emerse in un confronto che però ha lasciato la politica completamente fuori dalla porta e si è sviluppato su binari ipertecnici (tenuto conto, inoltre, che i dirigenti presenti hanno specificato che per i 4 procedimenti in corso i limiti per entrare nel merito delle questioni sarebbero stati – e sono stati – molto stretti).
Per quanto riguarda il viadotto dei Lavatoi, si è appreso che è stata inviata alla Corte dei Conti la documentazione riguardante l’opera e soprattutto i problemi strutturali emersi la scorsa estate. Dalle valutazioni che farà la magistratura contabile emergerà dunque l’eventuale ruolo degli amministratori e dei dirigenti comunali in termini responsabilità (si ricordi, però, che nel frattempo che due assessori alle opere pubbliche, Stefano Molinari e Daniela Gerosa, oltre che alcuni tecnici sono già stati esclusi da responsabilità in sede di accertamento tecnico preventivo).
Per quanto riguarda la questione del Lido di Villa Olmo, è stato soprattutto il segretario generale di Palazzo Cernezzi, Andrea Fiorella, a ribadire la convinzione che aver deciso la decadenza della concessione alla società veronese, con atto dello scorso inverno, sia stato giusto. “Nel bando per la gestione del Lido di Villa Olmo – ha detto Fiorella – era esplicitamente chiesto di riportare se vi fossero condanne pendenti. Il rappresentante legale della Sport Management ai tempi risultava condannato in primo grado per turbata libertà degli incanti e non lo ha mai reso noto all’amministrazione. Dunque si è trattato di una dichiarazione falsa. Non conta, dunque, che in seguito sia arrivata una piena assoluzione perché il punto essenziale per noi è che la dichiarazione sui carichi pendenti in quella specifica fase non è stata veritiera”.
Sul punto, comunque, la Sport Management ha presentato ricorso al Tar, con richiesta di sospensiva rispetto alla decadenza dell’affidamento in gestione e contestuale richiesta di risarcimento danni. Nell’attesa degli sviluppi, in Commissione è stato confermato che se i giudici non concederanno nemmeno la sospensiva come chiesto dai privati, il Comune intende e può affidare la gestione al terzo arrivato nella gara pubblica dello scorso anno (il secondo è stato escluso e anche qui il Comune ha vinto in Tribunale). Si tratterebbe, nel caso, della società dei vecchi gestori, la Villa Olmo Lido Snc. “E il fatto che in quella società vi sia un parente di un assessore (il fratello di Amelia Locatelli, ndr) non sarebbe in alcun modo un problema – ha aggiunto Fiorella – Basta che l’amministratore non abbia alcun ruolo negli atti inerenti”.
Per quanto riguarda il caso di Filippo Scibelli, dapprima assunto come capo di Gabinetto ma poi costretto da un atto dell’amministrazione a lasciare il ruolo 3 giorni dopo per una questione di incompatibilità, è stata la dirigente che ha gestito la vicenda, Marina Ceresa, a fare il mea culpa: “Che il dottor Scibelli fosse in pensione si sapeva – ha detto – Ma in quel periodo mi occupavo di tante altre cose e ho sbagliato nel ritenere chiara la questione e procedere con la pratica. Però un dubbio mi era rimasto, e alla fine, dopo ulteriori approfondimenti, al posto che trovare conferma del mio operato ho scoperto l’errore. Se potessi tornare indietro aspetterei prima di dare l’ok all’incarico, è naturale. Ho certamente commesso un errore ma penso di aver operato con una rettifica tempestiva”. Al momento, tra l’altro, Scibelli non risulta abbia presentato ricorso contro il provvedimento dell’amministrazione (qui tutti i dettagli tecnici della vicenda).
Infine, sul fronte paratie è stato ribadito che la vicenda legata alla causa con i 3 progettisti non è più seguita dall’avvocato Maria Antonietta Marciano ma da uno studio esterno (dietro incarico da 50mila euro) perché la stessa professionista dopo l’avviso di garanzia del 2016 (per il maxiprocesso in corso) non segue più nulla della questione lungolago e perché i nuovi professionisti sono altamente specializzati nella procedura civile.