[Questo articolo è uscito su ComoZero Periodico del 10 ottobre 2025]
“La stanza degli abbracci, la stanza dei baci, la stanza dei cucù”. Le ha nominate un’infinità di volte il sindaco Alessandro Rapinese queste stanze, che “basta inventarsele per giustificare che la scuola è piena”, durante la lunga e dibattuta discussione sul “Piano di riorganizzazione della rete delle istituzioni scolastiche 2026/2027” nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale, mercoledì 1° ottobre.
Ma cosa sono queste aule? In realtà, a chiedere chiarimenti ci avevano provato, in quella stessa seduta, i consiglieri di opposizione Stefano Legnani (Pd), Elena Negretti (Lega) e Lorenzo Cantaluppi (Fratelli d’Italia), ma con risultati praticamente nulli. “Per quanto riguarda le ‘stanze cucù’, non facendo io l’ingegnere, a volte semplifico quelle che possono essere le visioni – è stata infatti la risposta del sindaco – quello che io vedo è la volontà, per cercare di dare un senso alla tua scuola pur di tenerla aperta e tenere quell’Istituto Comprensivo, e adesso io vi dico che è finito quel modo di ragionare”. Allora abbiamo pensato di scoprirlo andando di persona in una delle scuole destinate alla chiusura, ovvero la scuola primaria “Filippo Corridoni” di via Sinigaglia, per la quale è stata anche approvata la richiesta che la giunta valuti la possibilità di abbatterla per realizzare un autosilo. A farci da guide, la maestra e referente di plesso Mira Bianchi accompagnata dalla referente del sostegno Francesca Ballini.

Fuori ad accoglierci il giardino appena rifatto con nuova erba sintetica per i campetti da basket, calcio e pallavolo, ma anche con le nuove vasche dell’orto e del percorso esperienziale delle erbe aromatiche finanziate grazie al Pnrr.
Maestra Mira, quanti alunni ospita la scuola ‘Corridoni’ e quali sono le aule a cui potrebbe essersi riferito il sindaco nel suo intervento in Consiglio, ovvero presumibilmente quelle che ospitano attività diverse rispetto alle classiche lezioni?
La nostra scuola ospita 210 alunni di cui 18 con bisogni speciali con il supporto di dieci insegnanti di sostegno, a cui si aggiungono alunni che hanno solo il supporto di tre educatori. A parte le aule dove si svolgono le normali lezioni, abbiamo cinque spazi mensa che lavorano su due turni, la palestra, la biblioteca, l’aula di scienze, l’aula di arte, due aule musicali, la ludoteca. Infine ci sono tre aule ‘a rotazione’ con un angolo morbido per alunni con bisogni speciali.

Nessun orologio a cucù, quindi?
Direi proprio di no. E spero che il sindaco con questa parola non si riferisse all’accezione tipicamente lombarda usata per definire altro.

Come sono allestite queste aule ‘a rotazione? E a cosa servono?
Sono tre aule polifunzionali che vengono usate da tutti i docenti quando, durante le lezioni, servono spazi ulteriori. Qui ad esempio vengono accolti i bambini con certificazione Dsa che hanno bisogno, durante le verifiche, di una lettura ad alta voce degli esercizi, impossibile da fare in classe oppure chi non frequenta l’ora di Religione. Ma hanno soprattutto divani, cuscini e giochi, ovvero il cosiddetto ‘spazio morbido’, perché fungono da aule di decompressione per tutti quei bambini con disturbi speciali che, accompagnati dall’insegnante di sostegno, hanno bisogno di momenti di tranquillità fuori dalla loro classe, oltre che di un’aula in cui svolgere alcune attività mirate con supporti specifici. E sono anche molto importanti per tutti gli altri alunni, perché capita che talvolta qualcuno attraversi un momento difficile e abbia bisogno di un momento protetto per ritrovare serenità, e di certo non può essere un corridoio. Ricordiamoci che sono bambini piccoli, hanno tutti bisogno di essere accompagnati.

Maestra Francesca, quanto sono importanti per un bambino con bisogni speciali questo tipo di spazi?
Oltre all’angolo morbido’ e all’angolo gioco, in queste aule ci sono anche postazioni di lavoro in piccoli gruppi o individuale, supporti multimediali e armadi con materiali per i lavori strutturati. Qui nulla è casuale, è tutto frutto di un progetto e di corsi di formazione specifici. E soprattutto non è un posto dove i bambini disabili sono isolati, ma è un luogo in cui sostenerli se c’è un momento di debolezza emotiva o supportarli se c’è bisogno di rinforzare qualche competenza dal punto di vista didattico, tutte cose che non possono essere fatte in un atrio. Sono spazi di inclusione fondamentali.

Maestra Mira, sarà possibile creare spazi analoghi all’interno, ad esempio, della scuola media “Foscolo”, dove il Comune intende spostare quattro classi della primaria?
Gli spazi per ragazzi di terza media e bambini della primaria sono completamente diversi a partire dai banchi fino ad arrivare ai bagni e al giardino. Di sicuro sarebbe una convivenza difficile dove tutti dovranno rinunciare a degli spazi. E per tutti, non solo per i ragazzi disabili, significherà non avere più la scuola a cui sono abituati. Senza dimenticare che è il gruppo di insegnanti che fa la scuola e, se la ‘Corridoni’ dovesse essere smembrata, non sarà più possibile lavorare come facciamo ora e andrebbe a cadere tutto il progetto.

Oltre a questi spazi più ‘protetti’, la scuola ha anche aule e laboratori che arricchiscono la sua offerta formativa. Di cosa si tratta?
Come dicevo prima, abbiamo una ricca biblioteca con volumi di narrativa per tutte le fasce di età per il nostro progetto di educazione alla lettura, libri di ricerca, divanetti, tavoli e un piccolo museo. Quest’aula, funge anche da aula computer, grazie a dieci pc portatili riposti in uno speciale carrello quando inutilizzati. Ed essendo una primaria a curvatura musicale, qui si tengono anche le lezioni di violino. Poi abbiamo un’aula con due pianoforti e una pianola e l’aula percussioni e abbiamo anche un coro. Inoltre abbiamo un’aula di arte con arredi acquistati grazie al Pnrr, dove si svolgono anche le lezioni di clarinetto, e una di scienze, anch’essa totalmente allestita grazie ai fondi Pnrr, con due microscopi digitali che possono proiettare le immagini sulla lavagna Lim.

Inoltre avete la palestra, che al pomeriggio viene utilizzate da società sportive per i loro corsi.
Sì, è utilizzata dalla ASD Scuola di Judo Lario tre giorni alla settimana e dalla ASD Shorinji Kempo Lario nei restanti due giorni. E non hanno ancora capito quale potrebbe essere una diversa destinazione se la ‘Corridoni’ venisse chiusa.
Avete aule vuote?
Solo una. Dove però abbiamo riunito gli armadi invece di lasciarli nelle aule, dove c’è bisogno di spazio. Nessuno spazio di questa scuola è inutilizzato, è una scuola viva.

Qui, però a quanto pare potrebbe sorgere un autosilo.
Se ci avessero detto che toglievano la scuola per fare un centro di ospitalità per minori non accompagnati, una casa di riposo o qualsiasi altro progetto utile alla comunità, avremmo anche potuto capire. Ma pensare che tutto questo possa essere cancellato per fare un parcheggio per lo stadio fa male.
Il Como 1907, però, non si è mai espresso in merito a un parcheggio al posto della scuola.
E’ vero, però anche il silenzio a volte è una risposta. Noi con il Calcio Como siamo sempre stati ottimi vicini di casa, abbiamo fatto insieme cose molto belle come il “Progetto Picinin”, con corsi gratuiti di diversi sport in orario scolastico tenuti da istruttori e coordinati da uno psicologo. Quest’anno, però, abbiamo deciso di non aderire di nuovo al progetto e abbiamo anche rimandato indietro gli scatoloni di materiale scolastico che, come l’anno scorso, ci avevano donato. Ci è dispiaciuto tantissimo, ma abbiamo una dignità.