Il progetto di Nessi&Majocchi per realizzare 86 nuovi posti auto in viale Varese (o soltanto 60 se tutti i platani venissero conservati) vive le sue ore decisive. E, rispetto soltanto a una quindicina di giorni fa, la strada verso l’ok del Comune di Como – tradotto: la dichiarazione di interesse pubblico dell’opera con contestuale avvio dell’iter vero e proprio – potrebbe non essere in discesa. Anzi.
Prima, però, due novità di cronaca. La prima: Confesercenti Como ha terminato la raccolta delle firme a sostegno del progetto. In totale, la petizione ha raccolto 1.392 sottoscrizioni e domani saranno protocollate a Palazzo Cernezzi.
“La raccolta di firme – afferma il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli – vuole solo evidenziare come ci sia anche una parte di utenti della città che vedono in questo progetto un passo in avanti e non un passo indietro. La concessione per 30 anni dell’area, se adeguatamente bilanciata da benefici, è un plus che nessuna amministrazione potrebbe garantire”.
“Finché non si riuscirà, se mai accadrà, a garantire un sistema di trasporto alternativo all’auto che sia parimente confortevole – chiude Casartelli – dobbiamo consapevolmente gestire, nel modo migliore e con beneficio di tutti i soggetti interessati, i flussi d’auto che scendono in città. Confidiamo che l’amministrazione avvii nei tempi più rapidi possibili l’iter progettuale definitivo, in quanto già la sottrazione di parcheggi in piazza Roma e nella zona di Piazza Volta ha penalizzato oltremodo i fruitori della città”.
La seconda novità è che la giunta ha detto sì all’Assemblea Tematica sul progetto di Nessi&Majocchi chiesta con forza da numerose associazioni ambientaliste e dai gruppi di opposizione. L’incontro si terrà il 26 luglio prossimo nella Biblioteca comunale di Como, con inizio alle 20.30. Sicuramente presenti l’assessore alla Mobilità, Vincenzo Bella, l’assessore all’Urbanistica, Marco Butti e l’assessore alla Partecipazione, Amelia Locatelli.
E ora, invece, i primissimi rumors che filtrano dagli uffici comunali rispetto all’analisi del progetto (coinvolti i settori mobilità e urbanistica in particolare). Ebbene, secondo le pochissime informazioni disponibili – rigorosamente ufficiose – esisterebbe più di un nodo irrisolto da parte dei tecnici.
Dall’impatto della maggior mole di traffico certamente attirata dagli eventuali nuovi stalli, all’inserimento del progetto in un Piano del traffico che in realtà è appena entrato nella fase di revisione rispetto a quello mai approvato della giunta Lucini, passando per il fatto nuovo della riappropriazione dell’area Ticosa da parte del Comune (che, in ottica 2019, potrebbe portare a un nuovo, vero maxiposteggio pubblico), questi sono tutti nodi che non risultano ancora risolti.
E poi ci sono anche le questioni aperte del riassetto generale del doppio asse viale Innocenzo-via Regina (con particolare attenzione ai possibili sviluppi di un’altra area Nessi&Majocchi, l’ex Scalo merci accanto a San Giovanni), fino ai temi economici (i 450 mila euro che il Comune incasserebbe annualmente come canone rispetto ai 600mila dei posteggi attuali) e temporali (la concessione dell’area ai privati per 30 anni), passando per il fatto che nell’area rivista si pagherebbe la sosta anche di notte. Ebbene, tutti questi fattori sembra stiano incidendo non poco nella valutazione tra costi e benefici pubblici dell’iniziativa.
Un quadro in cui i rumors che rimbalzano tra i corridoi municipali dicono che a oggi i dubbi sul progetto sono come minimo pari alle valutazioni positive. E rispetto a quella che pareva un’accettazione pressoché sicura a inizio vicenda, la novità non è da poco.
Basterà perché la giunta alla fine non conceda il benestare? Impossibile sbilanciarsi in maniera netta. Ma l’attesa è destinata a durare ancora soltanto pochi giorni, visto che l’esecutivo – sulla base dei pareri degli uffici, persino al di là dell’orientamento politico – dovrà necessariamente pronunciarsi entro la fine di luglio.
Un commento
Casartelli che parla di “interessi di tutti” fa ridere: lui tira acqua esclusivamente al suo mulino (interessi di alcuni esercenti, quindi di parte): inutile che ogni volta ci ripeta la sua bella manfrina.