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VIDEO Abusivi in Viale Geno: il cittadino-sceriffo William caccia venditori e clienti

“Se non ci pensano i vigili, ci penso io”. In estrema sintesi, questa è la motivazione con cui oggi pomeriggio – esasperato per l’ennesima presenza di venditori abusivi sul lungolago di Como – William Cavadini ha spianato lo smartphone e si è ripreso mentre di persona dissuadeva i potenziali clienti dei “cappellai”.

Il filmato è eloquente: dopo aver immortalato le panchine all’imbocco di viale Geno trasformate in bancarelle piene di cappelli, Cavadini si è avvicinato a un turista (probabilmente americano o inglese) che proprio in quel momento stava per acquistarne uno. E, in inglese, si è rivolto al venditore e al potenziale acquirente sottolineando come “he hasn’t the license, he’s not allowed to sell; forgot to buy from these people, thank you”.

Niente eccessi ma tono imperativo, che – sommato alla stazza non indifferente di “William il Terribile”, chiarissime simpatie per la Lega – ha convinto il cliente straniero a desistere e ad andarsene.

“Perché l’ho fatto? Fate voi, vi sembra una situazione normale? – ha risposto William Cavadini una volta contattato direttamente  – In quella zona gli ambulanti sono una piaga! Ho fatto sloggiare anche i venditori, ero stanco e avevo bisogno di sedermi su quelle panche che loro invadevano illegalmente”.

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14 Commenti

  1. Plaudo al sig. Cavadini. Non ha infranto la legge come l’ottimo intervento di Nazareno chiarisce. Ci vorrebbero tanti sig Cavadini sperando che tornino presto i vigili di quartiere

  2. William Cavadini ha dato un esempio. Punto e basta. “…. decontestualizzata celebrazione dell’interventismo?…” Siamo seri. 10 persone su 100 che prendessero simili iniziative e ci sarebbe ancora qualche speranza per il ceppo italico.

  3. egregio introzzi …. vecchissimo art. di legge c.p. …. recita che – qualsiasi cittadino che assista , o riceve testimonianza , di un crimine in atto , per legge diviene automaticamente agente di polizia giudiziaria e pertanto con l obbligo di intervenire ( ovviamente se cio non comporta rischio per la propria sicurezza) e procedere all arresto del crimine e del criminale , tale dovere cessa al momento del sopraggiungere delle forze dell ordine preposte. …. in poche parole …. Cavadini è un esempio che tutti i comaschi DOVREBBERO SEGUIRE. PUNTO.

  4. Sinceramente avrei pubblicato “la notizia” ma non il video (che credo infranga anche qualche regola di privacy, riprendendo esplicitamente dei volti non consenzienti) in quanto Cavadini esprime, a mio parere esplicitamente, apprezzamenti a sfondo razzista verso i venditori, o quantomeno è quanto io personalmente recepisco quando pronuncia la frase “… Guarda che faccia..”. Cavadini avrebbe dovuto avvisare il turista e chiamare le forze dell’ordine per poi dimostrare il fatto che non sarebbe intervenuto nessuno… e quella sarebbe stata la Vera denuncia.

    1. Io ho sentito “guardateli BENE in faccia”. Non mi sembra si parli di razzismo. Detto ciò, come danno fastidio gli accattoni, a me sinceramente schifano anche gli ambulanti abusivi, se non altro per la famosa questione “decoro”

  5. Probabilmente Introzzi Lei non considera che la P.L., come anche la G.d.F., salvo rarissimi casi in cui vengono chiamati da altre Autorità, e non certamente da un comune cittadino, si rifiutano ormai di intervenire in quanto “tollerano” la vendita effettuata da venditori abisivi, considerandola un fatto ormai comune in quanto assai diffuso nelle nostre città. Prendersela con la Redazione, che ha riportato un intervento ESEMPLARE di un Cittadino altrettanto Esemplare, mi sembra davvero inopportuno ed appare allo scrivente come una critica gratuita.

  6. Non condivido quando dice Matteo Introzzi, pur essendo lontano dalla militanza politica del Sig. Cavadini, riscontro un più che corretto suo comportamento, ha semplicemente detto al turista che questi venditori sono abusivi, non ha compiuto nessun atto intimidatorio, vessatorio o di polizia contro gli abusivi, se tutti noi prendessimo ferma posizione contro queste presenze sul territorio, sicuramente avrebbero meno tranquillità e impudenza.
    Giusto comunque fare anche una segnalazione alle forze dell’ordine

    1. Forse non mi so spiegare io.
      Il fatto in sé è tutto sommato irrilevante.
      Quello che io critico è l’impostazione dell’articolo.
      Se l’episodio fosse stato usato a pretesto per una sensibilizzazione sul tema dell’abusivismo e per fare “pressione” per un intervento tempestivo delle forze dell’ordine, evidenziando comunque l’atteggiamento non in linea con le procedure che uno Stato di diritto prevede, allora sarebbe stato un ottimo articolo.
      Limitarsi alla decontestualizzata celebrazione dell’interventismo fai-da-te invece lo ritengo pericoloso.

      1. Introzzi, stiamo nel concreto, abbiamo purtroppo una realtà fatta da moltissimi venditori abusivi, molti questuanti, ciondolanti e nulla facenti extracomunitari (in attesa di asilo o più diffusamente clandestini) che vanno ad aggiungersi alla moltitudine di nostri connazionali abituati al non rispetto delle norme e delle leggi, di quale stato di diritto vuole parlare?
        Dalle 2/3 pattuglie operative di polizia locale cosa si aspetta?
        E ha mai visto dei GDF intervenire contro questi venditori abusivi?
        La realtà é sotto i nostri occhi, bene perciò ha fatto Emanuele Caso a evidenziare che se tutti noi ci comportassimo come il buon Cavadini, forse si potrebbe invertire questo penoso declino in cui ci ha portato lo sciagurato permissivismo

  7. Spett.le Redazione,
    Da un giornale serio come il vostro mi sarei aspettato un approccio diverso alla questione.
    Il sig. Cavadini ha commesso un abuso e un illecito, infatti egli non aveva alcun titolo per intervenire contro i soggetti che vendevano cappelli.
    L’atteggiamento corretto e da promuovere non è la (micro)giustizia fai-da-te bensì piuttosto quello di chiamare le autorità preposte.
    Se il sig. Cavadini avesse chiamato la Polizia Locale o la Guardia di Finanza allora sì che sarebbe meritevole di encomio, ma così si incentiva solamente un sommario arbitrio.

    Il credo che in tempi in cui si legge sempre più spesso di una deriva verso autoritarismi e verso una scarsa attenzione alle basilari regole del vivere civile in uno Stato di diritto, chi detiene l’onere-onore di somministrare l’informazione dovrebbe fare particolare attenzione ai messaggi che veicola affinché gli stessi non possano essere fraintesi.

    Just my two cents,
    Matteo Introzzi

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