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Video – Comaschi, ecco voci e volti delle vostre parrucchiere e dei vostri estetisti: “Rivogliamo il futuro”

“In meno di un anno abbiamo subito quattro lockdown che hanno chiuso completamente le nostre attività facendoci perdere il 70% del fatturato”-

“La sicurezza e la tutela della salute dei nostri clienti è sempre stata la nostra priorità, anche prima della pandemia”.

“Noi parrucchieri siamo aperti ma i clienti non ci possono raggiungere. Oltre il danno la beffa”.

Questi sono solo alcuni degli appelli che una dozzina di acconciatori ed estetiste di Confartigianato Benessere di Como hanno lanciato attraverso una videoclip, sostenuti dallo slogan  °RidateciUnFuturo, per sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che sta sopportando il settore. Una drammatica testimonianza che vuole dare voce ai 1815 saloni di acconciatura e centri estetici operanti in provincia di Como, che occupano oggi più di 10.000 addetti, di una situazione che li ha fortemente penalizzati nel 2020 e che si sta ripetendo anche in questo avvio d’anno.

“La sopravvivenza dei nostri centri e saloni di bellezza è ora più che mai a rischio. Pensavamo che dopo il clamoroso “errore” delle chiusure natalizia, che peraltro sta ancora facendo sentire i suoi effetti, il Governo potesse riconoscere gli alti standard di sicurezza e protezione che i nostri centri e saloni di bellezza offrivano già da prima della pandemia e che abbiamo rafforzato in virtù dei nuovi protocolli – evidenza Mary Rubino Presidente di Confartigianato Estetica di Como – invece ci ritroviamo oggi, e fino al 31 gennaio per l’ennesima volta, con la chiusura completa dei nostri centri estetici”.

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Anche gli acconciatori si sono affiancati alle proteste delle estetiste.

“I nostri saloni sono aperti – sottolinea Elisabetta Maccioni, Presidente di Confartigianato Acconciatori e Confartigianato Benessere di Como – ma ci siamo visti privare dalla possibilità di ricevere i nostri clienti residenti in comuni diversi e che hanno dovuto subire le più svariate interpretazioni del locali Organismi di controllo a fronte della chiusura nei week end delle attività nei centri commerciali.

“Noi non siamo esercizi commerciali – conclude Maccioni – e pertanto deve essere chiarito che non rientriamo nelle attività soggette a chiusura nell’ambito dei centri commerciali. Così come deve essere reso esplicito che è sempre possibile lo spostamento tra Comuni per raggiungere il proprio acconciatore/estetista di fiducia”.

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3 Commenti

  1. Si comprendono le ragioni ma si fa più fatica a comprendere l’attribuzione delle responsabilità. Il problema non sono le scelte del Governo, il problema è la Covid19 e le sue conseguenze sulla vita e sulla salute futura di tutti noi. Se il problema sono le conseguenze della Covid19, il vaccino è la priorità assoluta. Più noi ci vacciniamo, più riduciamo i rischi di contagio, più rapidamente torneremo alla normalità. Questa è l’unica battaglia legittima: pretendere l’approvvigionamento dei vaccini da parte del Governo e pretendere la somministrazione massiva da parte delle Regioni. La velocità con cui saranno distribuiti e somministrati i vaccini, è la soluzione. Il resto è solo isteria.

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