Dopo due anni dall’annuncio oggi a Villa Gallia, è stato presentato il “documento di fattibilità delle alternative progettuali” per trasformare l’ex ospedale psichiatrico San Martino nella nuova sede del Setificio.
Lo studio, commissionato dalla Provincia di Como e realizzato dall’architetto Angelo Monti e dal suo team, è solo il primo passo di un cantiere che, se verrà approvato, verrà completato in circa 3/4 anni.
Bongiasca: “Non si decide mai nulla, si nascondono dietro a scuse”
Alla conferenza era presente anche il presidente della Provincia, Fiorenzo Bongiasca, primo promotore del progetto, che ha voluto prima di tutto replicare le stroncature di queste ore (Civitas, qui): “Lo scopo di oggi è quello di fare chiarezza riguardo a un progetto su cui si sono fatte troppe illazioni senza conoscerlo – critica – L’idea di rilanciare l’area del San Martino è una di quelle cose di cui si parla tanto, senza mai fare nulla. E’ un’area, per chi non lo sapesse, che ha importanza sovracomunale”.
Continua: “Lo spunto per questo studio ci è venuto dalle difficoltà in cui versa l’attuale sede del Setificio che, per anomalie strutturali, costa alla Provincia ogni anno un paio di milioni di manutenzioni straordinarie. Vogliamo dare una sede consona, moderna e funzionale alla scuola e restituire la fruibilità di un importante polmone verde della città di Como”.
Infatti le idee di Bongiasca per l’area sono molteplici: “Abbiamo pensato inoltre di inserire un parco pubblico, in cui siano presenti anche servizi culturali e ricreativi, come due nuove sedi per il Museo della Seta e il Museo della Memoria (attraverso l’immenso archivio). Altre alternative sarebbe quello di inserire uno spazio teatrale o spazi dedicati al relax e allo sport. Tutto ciò senza rovinare la bellezza e la natura del luogo, ma ponendo finalmente termine ad anni di immobilismo. Non decidere equivale, quasi sempre, a peggiorare la situazione”.
Inoltre l’idea amministrazione provinciale è quella comunque di ristrutturare l’attuale sede del setificio, destinandola per un uso scolastico.
Arriva infine la riflessione politica: “La democrazia è una grande ricchezza di questo paese – conclude – A volte però essa degenera in anarchia e chi ha le responsabilità, anche istituzionali, non decide mai nulla, trincerandosi dietro mille scuse, vere o presunte. L’Italia, dopo Tangentopoli è ferma. E’ arrivato il momento, e forse siamo all’ultima chiamata, di cambiare registro approfittando dei fondi del Pnrr. Certi treni passano una volta sola. Io ho molti difetti ma mi prenderò le mie responsabilità. La Provincia e, in particolare la prossima amministrazione comunale di Como, dovranno fare delle scelte”.
Lo studio
Per il documento sono state analizzate 3 ipotesi per la realizzazione del nuovo Setificio.
Soluzione A
In cui sono stati seguiti i principi fondamentali delle studio “conservare, non sprecare e innovare” ha spiegato l’architetto Monti. In questa soluzione tutto è concentrato nel nucleo centrale di San Martino. Le aule sono posizionate all’esterno della struttura e invece nel cuore ci sono i laboratori. Questa soluzione secondo il team sarebbe la migliore perché ” farebbe evitare trasferimenti biblici tra aule e laboratori”. Alcuni edifici demoliti e invece altri sarebbero recuperati.
Sempre per la proposta A è stata realizzata anche una variante (A2) del progetto in cui vengono eliminate le crociere interne.
In entrambe le soluzioni sono state inserite anche le varie strutture sportive e culturali, anche se non oggetto dello studio.
Soluzioni B e C
Invece le altre due proposte sono completamente diverse e non rispettano i principi dello studio di “conservare, non sprecare e innovare”. Sono state comunque realizzate per dare delle alternative.
La soluzione B prevede di conservare le strutture, senza innovare in alcun modo l’area. Secondo l’architetto Monti non sarebbe la migliore delle ipotesi perché “la collocazione decentrata dei laboratori provocherebbe costanti afflussi per spostarsi dalle aule e allungherebbe i tempi di percorrenza”.
Nella proposta C invece si costruirebbero delle strutture nuove, senza recuperare gli attuali edifici del San Martino e sarebbe “incoerente con la pianificazione urbana”.
I costi
La spesa per le varie proposte sarebbero le seguenti:
- Soluzione A: 31.366.375 €
- Soluzione B: 31.891.450 €
- Soluzione C: 31.993.800 €
7 Commenti
Vendano Villla Saporiti! Chi credono di essere Napoleone!!???
Si trasferiscano in un padiglione dell’ ex psichiatrico, mi pare pertinente!
Non dovevano essere abolite le Province!?
La lega vorrebbe resuscitare x piazzare qualche trombato!
1- Il presidente parla di immobilismo e di mancanza di decisioni.
Come se la responsabilità di questa immobilità non fosse della politica dei partiti Che rappresenta!
Perché sono proprio loro a non aver fatto nulla per tutto il tempo che hanno governato la città, dalla fine degli anni ‘80 in poi.
2- il San Martino è un tema importante che va definito tra tutti gli Enti proprietari interessati, e nell’interesse dei cittadini: ma il progetto di trasferimento di scuole superiori sulla collina è davvero l’ultimo dei problemi del territorio comasco.
3 – il costo esorbitante di 31 milioni di Euro per questo inutile progetto, avrebbe dovuto essere messo in campo quando il Politecnico di Milano minaccio’ di andarsene da Como, visto il totale disinteresse delle istituzioni locali.
Cosa che poi è purtroppo avvenuta, destinando Como ad essere anche dal punto di vista universitario una Provincia di secondo piano fra tutte quelle prealpine.
Ci vuole proprio una certa fantasia per lanciare programmi così inutili e costosi, quando la città langue da 30 anni in un declino lento e progressivo come quello che vediamo ogni giorno.
Se la struttura del Setificio non va bene come si fa a ri-destinarla ad uso scolastico dopo il trasferimento del Setificio? Non basta un trasloco solo ? La viabilità è congrua? Chi paga ? L’Azienda Sanitaria è d’accordo?
Ma dove vede la colata di cemento? Forse nella sua testa perché nello studio non la vedo proprio. Vedo, finalmente, un parco, una scuola moderna, e nuovi servizi culturali ricreativi e sportivi.
Poi se si vuole essere contrari a priori a Como Non si farà mai niente…
Ma chi vuole questa colata di cemento??? Noi del Seti, ad esempio, no.
“Noi del Seti” chi?
Immagino parlerà giusto a titolo personale…
Fuori di testa…..