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Villa Olmo, Gerosa: “Le panchine tonde? Uccidevano le piante. Ecco quali arrivano”

Lasciato Palazzo Cernezzi ormai da 10 mesi abbondanti, l’ex assessore a Parchi e Giardini – nonché architetto paesaggista – Daniela Gerosa è per scelta lontanissima dalla ribalta pubblica. Ma segue quanto accade in città e soprattutto attorno a quella che a buon diritto si può ritenere una sua “creatura”: l’intervento di restauro e riqualificazione di Villa Olmo con la creazione del nuovo orto botanico. Oggi, dopo tanto silenzio sugli accadimenti quotidiani, qualche puntino sulle “i” Gerosa lo mette. Anche, se non soprattutto, in relazione ad alcune diatribe di lungo corso (rilanciate, ad esempio, dalla “tastiera polemica” di Chiara Tajana, qui e con questa riflessione).

La prima questione torna a un tema croce&delizia di tutti i 5 anni trascorsi in Comune: le panchine. E nello specifico la “sparizione” nel parterre rinnovato antistante la villa delle vecchie panchine circolari attorno agli olmi. Non un capriccio.

“E’ giusto fare chiarezza – dice Gerosa – Nel nuovo progetto non abbiamo tolto le panchine rotonde per sfizio, ma soltanto perché ci siamo trovati davanti a un problema grave. Infatti, i blocchi di cemento su cui poggiavano le strutture con il tempo si erano praticamente saldate con il terreno e con le zolle attorno alle piante. Di fatto, si era formato un tutt’uno che toglieva letteralmente lo spazio vitale alle radici degli olmi, le comprimeva in uno spazio inadatto”.

“Questo quadro, assieme al calpestio continuo attorno alle panchine, aveva creato condizioni difficili per la vita degli alberi; uno rischiava seriamente di morire. E anche il secondo sarebbe andato incontro a una situazione identica. Ecco perché sono state tolte le sedute circolari attorno. Strutture che, tra l’altro, non erano affatto storiche ma prodotte qualche anno fa da un’azienda comasca. In più non è vero che sono sparite o saranno rottamate: le panchine circolari, secondo il progetto, saranno restaurate e ricollocate nella zona delle serre e dell’orto botanico. Non buttiamo via nulla”.

Il secondo punto su cui Daniela Gerosa tiene a fare chiarezza riguarda un doppio tema di carattere generale: la fruibilità del verde – sia nel parterre antistante Villa Olmo, sia sul retro – e, per l’appunto, la futura disponibilità complessiva di panchine e di sedute.

“Nel progetto il verde è calpestabile – ribadisce Gerosa – L’obiettivo è sempre stato avvicinare anche Villa Olmo ai grandi parchi europei e anche italiani: vissuti, vivibili, fruibili. Mi rendo conto che ancora oggi siamo ad affrontare il problema di qualcuno che ruba i fiori, ma spero non ci si rassegni a questo. L’idea è che il verde offra tante opportunità a Villa Olmo: i giovani spesso si ritrovano nelle aree sul retro, altri preferiranno rilassarsi guardando il lago, qualcuno fa e farà pilates. Proprio per questo, il sottofondo del verde è stato progettato e realizzato per essere appositamente resistente e adatto a vari tipi di utilizzo”.

Per la cronaca, anche l’attuale amministrazione sembra intenzionata a garantire la fruibilità del verde, sebbene non dal giorno dell’apertura – mercoledì prossimo – esclusivamente perché l’erba è ancora in una fase di assestamento e rafforzamento.

Infine, ecco il “tema dei temi”: le panchine (che vedete qui sopra nei modelli previsti dal progetto originario).

“Non c’è da preoccuparsi – sottolinea Gerosa – Il progetto ne prevede tante, non vogliamo certo cacciare nessuno. Sono previste 24 panche singole e altre 17 con più sedute, punteggeranno tutto il parco nelle zone con la ghiaia, non sul verde. Ce ne saranno anche in tanti punti diversi, anche se la collocazione finale sarà scelta dall’amministrazione. Si potrà prendere il fresco seduti, non c’è dubbio: anche sul retro, per esempio, tra il Casino Nord e i platani secolari, o dove è prevista la nuova grotta, e ancora nella zona dei ponticelli. Insomma, a Villa Olmo ci si potrà sedere senza problemi, su strutture comode e con lo schienale e certamente anche per godere del fresco”.

“Ognuno – chiude l’ex assessore – giustamente esprime le proprie idee, ma gli architetti non progettano le cose al buio o senza analizzare i luoghi, bensì cercando le soluzioni migliori per tutti, calate nelle realtà che studiano da vicino”.

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6 Commenti

  1. Un assessore non votato da nessuno ha rovinato un patrimonio di tutti. Il parco non aveva nessun bisogno di essere rifatto, casomai dovevano sistemare la villa. E’ il classico esempio di soldi pubblici buttati dalla finestra. La storia delle panchine che uccidono gli alberi, poi, non so se fa più ridere o piangere. Capisco che le mostre a Como non esistono più da quando non c’è l’assessore Gaddi, ma Villa Olmo non meritava questa fine.

  2. Ho visitato il parterre stamattina e ho trovato molto belli i due olmi in mezzo la prato. Penso che le panchine tonde e la ghiaia siano state tolte per problemi di calpestio e costipazione delle radici. Ho visto l’autunno scorso quando i giardinieri hanno letteralmente demolito uno spesso crostone che impediva ad acqua e aria di passare verso le radici. In fondo non dobbiamo poi stupirci se in mancanza di questi provvedimenti le piante deperiscono.

  3. Attenzione alle zecche che non piovono dal cielo ma dai cani e altri animali.
    La „borrelliose“ è una delle possibili conseguenze con danni collaterali seri se non curata in tempo.

  4. I due alberi NON sono stati messi in pericolo dalla presenza delle panchine (Le ricordo presenti da mezzo secolo, in quel punto. Qualche decennio fa, non erano rotonde, ma c’erano!).

    Sono state le sublimi POTATURE a creare problemi. In particolare, una potatura di cinque anni fa, che ne capitozzo’ malamente buona parte della chioma.
    Ho ancora le fotografie del “prima” e del “dopo” cura.

    Chi volesse godere la vista del lago, ma per mille ragioni diverse (anche di salute), non volesse o non potesse stare seduto al caldo, seduto su panchine posizionate sulla ghiaia bollente e sotto il sole, dovrà a malincuore smettere di guardare il panorama, recandosi sul retro della villa.

    Non tutti, poi, sono in grado di sedersi o sdraiarsi direttamente sul prato.
    Perchè forse temono che non riuscirebbero a rialzarsi. Penso ad esempio ad anziani, disabili, persone con problemi motori…
    .

  5. Questi architetti paesaggisti nostrani, sono mai andati in qualche parco londinese, parigino o newyorkese? Dove nei vialetti trovi file di panchine, a volte senza discontinuità, dove é praticamente impossibile non trovare da sedersi
    I suddetti architetti hanno provato a trovare una panchina libera nelle aree fronte lago nella nostra città? ai giardini a lago o a villa olmo, e non dico di domenica (quando é più probabile azzeccare una quaterna al lotto piuttosto che trovare una panchina libera) ma quasi sempre anche durante la settimana
    servono tra l’altro panchine normalissime, non di pietra come in viale geno o di altro design 🙁 come in piazza volta

  6. Grato del intervento del Arch. Gerosa, faccio però mestamente notare che le panchine circolari erano lì da molti decenni, a mia memoria, a fine anni 50 erano già li, evidentemente c’era solo da ripristinare fondo e struttura appoggio.
    Personalmente le trovavo parte paesaggistica della villa.

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