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Villa Olmo: megaritardi, lo spettro del disastro finanziario. Il destino nelle mani di Guzzetti

“Diverse criticità, di carattere tecnico, procedurale e giurisdizionale hanno imposto la ridefinizione di alcuni procedimenti legati al progetto di Villa Olmo. E’ stato necessario riprogrammare le tempistiche e presentare una richiesta di proroga a Fondazione Cariplo spostando a marzo 2019 la conclusione delle opere”.

Era il 21 dicembre 2016: l’allora assessore ai Lavori pubblici, Daniela Gerosa, annunciava che gli interventi all’orto botanico e la riqualificazione dell’intero compendio di Villa Olmo erano in clamoroso ritardo. E dunque soltanto chi aveva elargito al Comune di Como i 5 milioni di euro per il grande progetto “Tra ville e giardini del lago di Como-Navigare nella conoscenza”, cioè Fondazione Cariplo e nello specifico il presidente (comasco) Giuseppe Guzzetti, poteva salvare la situazione.

Come? Prorogando la scadenza di rendicontazione delle spese per evitare l’apocalisse: il ritiro dei fondi non spesi nei termini (e nel 2016 era la quasi totalità), uccidendo in culla il progetto stesso.

Ebbene, ora – poco più di due anni dopo – il Comune di Como è nella stessa situazione. Forse, più grave.
La scadenza già prorogata fino al marzo 2019 è dietro l’angolo; sul totale dei fondi complessivi in gioco per orto botanico e Villa Olmo (5 milioni di Fondazione Cariplo più 2 messi dal Comune di Como) ne sono stati spesi soltanto 2,5 e alcuni interventi non sono nemmeno arrivati alla progettazione esecutiva (il caso delle serre, nella gallery sotto, è forse il più eclatante); alla revoca dei restanti contributi tuttora inutilizzati causa enorme ritardo sulla tabella di marcia, nessuno, a Palazzo Cernezzi, vuole credere. Ma in assoluto, lo scenario catastrofico non è escludibile a priori.

D’altronde, dalla concessione dei 5 milioni di euro da parte di Fondazione Cariplo al Comune di Como per il progetto su Villa Olmo sono passati quasi 5 anni (era il primo aprile 2014). Da allora, sono stati portati a termine soltanto 3 cantieri per 2,5 milioni: l’orto botanico e il parterre, l’intervento sulla facciata della dimora, la ristrutturazione del Casino Nord. Ma, per esempio, del Casino Sud destinato a biglietteria e bookshop non vi è traccia, le serre come detto non sono mai state toccate, la villa è utilizzabile a metà e non certo per mostre di alto livello. Di fatto, un nobilissimo guscio vuoto con il trucco in volto rifatto.

Intanto, il tempo passa. Inesorabile.

Per evitare una Caporetto epocale con la revoca dei fondi non ancora impegnati, dal Comune sarà chiesta a Fondazione Cariplo una proroga ulteriore. Poi, tutto (o quasi) sarà nella mani dell’avvocato e presidente Giuseppe Guzzetti, comasco.

Basterà?

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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2 Commenti

  1. Prima di tutto (per dirla come Di Maio) bisognerebbe capire il motivo del ritardo e poi accertarsi che l’eventuale proroga non significhi procrastinare un’agonia senza fine.
    E comunque è la solita storia. Programmazione, progettazione ed attuazione sono processi che troppe volte non riescono ad essere coordinati tra loro.

  2. Adesso bisognerebbe capere come mai, gli esperti, plurilaureati, non sono capaci di “far di conto”, disastro finanziario e ritardi inconcepibili se questi sono i risultati forse sarebbe meglio affidarsi a gente “con più pratica e meno grammatica”.

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