Dall’azienda tutta comasca Italtex arriva un innovativo tessuto con nano-particelle di rame che uccidono il Covid-19.
Si chiama Virkill ed è il primo prodotto di questa tipologia in Italia. E’ stato lanciato dall’impresa di Cabiate, da oltre 70 anni produttrice di tessuti, che così ha voluto fare la propria parte nella lotta alla pandemia.
“L’idea è nata durante il lockdown che abbiamo avuto ad aprile, perché ci ha fatto pensare l’opportunità arrivata da un nostro fornitore che stava sviluppando il filo – spiega il presidente del Cda Alessandro Pedretti – abbiamo così deciso di impiegarlo nella tessitura, per vedere se le proprietà del rame si riuscissero a mettere in un tessuto. La classica opportunità nata da un momento di crisi, abbiamo avuto il momento di pensare e come applicarlo”.
“A fine luglio eravamo pronti con il nuovo prodotto – continua – nessuno lo aveva mai testato e maneggiato, siamo i stati primi a livello nazionale ma non solo, infatti ad agosto siamo stati i primi ad avere i test fatti in Europa, realizzandoli a Londra. Ora stiamo andando avanti nella sperimentazione, per capire come e se utilizzarlo anche in altri colori. I risultati dei primi test arriveranno proprio alla fine di questa settimana”.
Il colore è tra il giallo e l’arancio. La consistenza è quella di un normale tessuto. Ma l’elemento che lo rende rivoluzionario è nascosto al suo interno: delle nano-particelle di rame “fuse” nel filo. Elementi invisibili all’occhio umano, ma che hanno la capacità di uccidere il Coronavirus.
“Le applicazioni possono essere vastissime, in questa prima fase pensiamo in particolare agli ambienti medici e a quelli di hotellerie e ristorazione dove i tessuti, dalle lenzuola alle tovaglie fino a divise e camici, sono spesso veicoli di trasmissione del virus. Sono tutti utilizzi dove è più importante la funzionalità che l’estetica, ma vedremo se lanciarlo anche nel settore fashion”.
L’ossido di rame è noto da secoli, infatti, come un composto inorganico ad attività batteriostatica, attività recentemente registrata dall’agenzia di Protezione dell’ambiente degli Stati Uniti come la prima derivante da materiale solido. Le nano-particelle di rame mostrano un’attività antibatterica di lunga durata e una migliore stabilità rispetto alle particelle di rame macro-dimensionate. Recentemente, le nano-particelle di rame si sono dimostrate efficaci anche contro funghi e virus. L’effetto anti-virale si realizzerebbe distruggendo o modificando la struttura virale grazie all’estrazione di atomi di idrogeno dalle proteine del virus per azione di radicali liberi dell’ossigeno prodotti dopo il contatto.
“E’ interessante che il nostro alleato contro il Coronavirus sia un elemento che esiste in natura, il rame – prosegue – che abbiamo trovato il modo di inserire dentro l’anima dei nostri prodotti grazie alla collaborazione con il nostro partner per la ricerca sui materiali, l’azienda Ambrofibre”.
La proprietà antivirale di Virkill è duratura in quanto non ottenuta con un trattamento superficiale del tessuto, che si deteriora con i lavaggi: per molte applicazioni questa strada è già considerata obsoleta. In questi mesi il tessuto è stato certificato (secondo la norma ISO 18184:2019) specificatamente nei confronti del Covid-19 (virus Sars-CoV-2) con ottimi risultati: il test ha riscontrato un indice Mv (attività antivirale) pari a 3.25, che corrisponde ad un’inattivazione del virus Sars-CoV-2 superiore al 99,9% già al primo controllo.
“Ma i test non sono finiti – precisa Pedretti – perché stiamo verificando l’attività antibatterica, anti fungina e altri parametri di specifico interesse per i segmenti obiettivo, senza dimenticare i test per verificare la possibilità di colorare il tessuto senza intaccare le proprietà intrinseche del materiale. Valuteremo anche l’utilizzo di questo tessuto al posto del monouso, perché resiste al lavaggio e quindi anche dal punto di vista ambientale sarebbe ottimo in quanto riutilizzabile senza che perda efficacia”.
2 Commenti
Siete i numeri uno forza ragazzi
Bravissimi