“Nelle Faq del dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato chiarito che la pesca di superficie, sia sotto forma di attività amatoriale che di allenamento, potrà continuare ad essere praticata, in quanto attività che si svolge in forma individuale e all’aperto, fermo restando il rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramento”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi.
“Si rappresenta – specifica il sito del dipartimento – inoltre che nelle regioni identificate a massima gravità (cd. rosse), non è previsto lo spostamento da un Comune a un altro se non per comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità. Ciò significa che al momento di un controllo durante la fase di spostamento si dovrà provare il possesso di uno dei tre motivi”.
“Una interpretazione di buonsenso, che conferma le nostre ragioni, visto – ha aggiunto l’assessore – che la pesca può essere praticata in totale sicurezza. Ora attendiamo dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, alla quale ho scritto proprio questa mattina sul tema, una interpretazione univoca e chiara anche sulla pratica dell’attività venatoria, anch’essa a nostro avviso compatibile con le disposizioni del Dpcm in quanto qualificabile come attività motoria. Inoltre, la caccia è fondamentale per prevenire una proliferazione incontrollata della fauna selvatica, partendo dal cinghiale. Una visione ideologica e restrittiva in questo caso rischia di vanificare il lavoro svolto ed arrecare danni”.
Le cose dunque non stanno più così:
Zona Rossa, chiarimento: caccia e pesca vietate in Lombardia