L’interrogativo è sempre lo stesso: le zone a 30 chilometri orari possono effettivamente essere utili per rallentare e sopratutto armonizzare le diverse velocità a cui si muovono mezzi e persone nelle città? Lo spunto parte dal recente intervento del consigliere FdI Lorenzo Cantaluppi: Zone 30, Como tra le peggiori in Italia. Cantaluppi: “Rallentare queste 3 vie”.
La risposta potrebbe essere affermativa, ferma restando la necessità di controlli adeguati. In Europa, ad esempio, Parigi e Bruxelles hanno imposto il limite urbano di 30 chilometri orari in diverse zone, la prima dall’agosto del 2021 e la seconda dal gennaio del 2021. E dopo un anno di sperimentazione si è ottenuto un aumento del rispetto dei limiti di velocità, un dimezzamento dei morti sulle strade e un calo anche di feriti. Un bilancio decisamente positivo, insomma. Oltre ad aver accennato alla Svizzera, va detto come se ne stia discutendo anche in realtà quali Grenoble, Helsinki, Valencia e Bilbao, solo per citarne alcune. E a Como? Quali sono i pensieri al riguardo?
“Ogni provvedimento che tende a far rallentare i veicoli può avere degli effetti positivi – dice il comandante della Polizia locale di Como, Vincenzo Aiello – ma va analizzato con attenzione, ovvero tali idee vanno messe in essere purché ci sia una serie di ulteriori elementi a corollario. A partire innanzitutto dalla possibilità di predisporre maggiori controlli. La mobilità infatti va analizzata nel dettaglio via per via e vanno predisposti tutti gli strumenti necessari, da un’illuminazione maggiore oppure a delle rotatorie. Insomma si tratta di un complesso di operazioni e non di una singola azione”. A ciò si aggiunge anche il fatto che “bisogna poi incentivare il ricambio del parco auto. Oggi i veicoli hanno quasi tutti un’insieme di sistemi di sicurezza di serie che aiutano. Senza dimenticare la necessità di fare educazione e prevenzione su chi guida, elemento questo decisivo”, spiega Aiello che evidenzia anche l’importanza di avere un dettagliato piano del traffico capace di individuare le vie più critiche. A questo proposito, secondo i dati elaborati dal Comune sui rilievi effettuati dalla Polizia locale in tema di incidenti, le vie più a rischio sono via Bellinzona, viale Innocenzo XI, via Milano, via Dante, piazza Camerlata, piazza San Rocchetto, via Canturina, via Varesina e la Napoleona.
Sul tema zone 30 infine interviene anche l’assessore a Mobilità e Trasporti del Comune di Como, Enrico Colombo. “Si tratta di un tema delicato che va analizzato. Attualmente, oltre alle zone 30 chilometri già presenti, il problema non è però tra le priorità, sebbene l’Amministrazione sia sempre attenta a studiare interventi per migliorare la viabilità. Adesso le emergenze sono altre, a partire dal mettere in sicurezza la Napoleona così come altri punti critici come la Varesina. In futuro, invece, basandosi sulle linee guida del Piano del traffico, si potrà ragionare su ulteriori operazioni”, spiega l’assessore.
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6 Commenti
Finalmente Como si smarca da quella che unanimemente è considerata la sua città gemella, Parigi.
Sua legittima analisi personale. Mi chiedo su quali casi da lei vissuti la fondi?
Sa che gli studi dicono tutt’altro, vero?
“Adesso le emergenze sono altre”
Ottimo esempio di benaltrismo: se servono, si possono fare contemporaneamente sia una cosa (intervenire sulla Napoleona), sia l’altra (zone 30).
Se invece non si vogliono fare le zone 30, basta dirlo in maniera esplicita “non crediamo siano utili”.
Pur di far cassa si inventano le idiozie più assurde. È il risultato di persone incompetenti che creano solo danni
Le zone 30 servono solo a fare cassa e a far ritirare Patenti. Mettete, piuttosto, qualche stop negli arcinoti punti critici e qualche dosso nelle vie dove si sfreccia di più.
E quale sarebbe la priorità? Inserire un limite isolato per rastrellare multe?
Certamente i provvedimenti devono essere contestuali ma, proprio per questa ragione, ridurre la velocità in via Napoleona senza analoghi provvedimenti in viale Innocenzo e via Milano sarebbe il solito rimedio di facciata anziché di sostanza! Stando esattamente alla logica richiamata nelle interviste.