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Claudia, le urla e il braccio chiuso nella porta del bus, Asf: “Autista per ora sospeso, chiediamo scusa. Analisi dei video in corso”

Non si è fatta attendere la reazione da parte di Asf Autolinee all’episodio avvenuto venerdì nel primo pomeriggio su un autobus diretto da Como all’ospedale Sant’Anna di San Fermo e raccontato poche ore dopo dalla vittima sul gruppo Facebook “Sei di Como se – Gruppo”. La signora, Claudia il suo nome, sentita poi dalla nostra giornalista Chiara Taiana aveva spiegato nel dettaglio i fatti (qui il racconto: Como, racconto choc di Claudia: “L’autista del bus che salta le fermate e mi urla contro, la porta chiusa sul braccio, l’ospedale. Lo denuncio”).

Oggi, attraverso l’ufficio stampa, Asf Autolinee ha comunicato a ComoZero i primi provvedimenti presi nei confronti dell’autista, in seguito a una prima indagine interna. I vertici di Asf e lo stesso autista hanno già manifestato la volontà di incontrare al più presto la signora Claudia e suo figlio per scusarsi dell’increscioso episodio. “In merito al caso segnalato – apprendiamo – Asf informa che l’autista è stato temporaneamente sospeso, normale procedura in attesa degli accertamenti del caso, anche con il supporto delle telecamere di videosorveglianza, per la ricostruzione dei fatti. L’autista ha espresso rammarico per l’accaduto ed è pronto a incontrare la signora per scusarsi personalmente. Lo stesso autista ha ammesso il salto di una fermata, ma ridimensiona l’alterco con l’utente, che si è sviluppato brevemente con toni accesi, ma non esasperati”. L’autista si sarebbe detto insomma fortemente dispiaciuto dell’accaduto, vorrebbe chiedere scusa e incontrare la signora. Avrebbe confermato in parte racconto della donna, ma anche spiegato di non essersi accorto che il braccio della passeggera fosse rimasto tra le porte. L’autista è stato comunque subito sospeso dal servizio e non tornerà a guidare un autobus quantomeno fino al chiarimento della dinamica dell’episodio.

Ma come è stato possibile un viaggio simile, peraltro su un autobus diretto all’ospedale Sant’Anna?
Ovvero un servizio che dovrebbe essere svolto, se si vuole, ancora con maggiore cautela, visto che di solito chi si reca in ospedale non lo fa per diletto, ma perché necessita di una prestazione medica o ospedaliero o deve trovare una persona cara ricoverata?


Sempre attraverso l’ufficio stampa di Asf, che si è prontamente adoperato per ricostruire la vicenda, spiegano che per fare chiarezza si dovrà attendere la visione dei filmati delle telecamere di sicurezza presenti su ogni autobus di linea. Non si tratta insomma di un procedimento immediato, essendoci di mezzo una possibile denuncia da parte della vittima da una parte, e tutte le tutele contrattuali e sindacali verso l’autista dall’altra. Il dipendente di Asf avrebbe ammesso la discussione, iniziata con un fermo rimprovero della donna nei suoi confronti e anche l’errore nel tragitto. Discussione che l’uomo avrebbe però ridimensionato a uno scambio di battute. Riguardo il salto della fermata e l’imbocco di una strada errata, non si comprende se siano stati causati dall’inesperienza, dalla distrazione o dalla “scatola nera”, molto più di un navigatore, che dovrebbe invece indicare percorso fermata dopo fermata e, in caso di qualsiasi variazione, segnalare a chi guida tutti gli alert. Infine l’episodio della chiusura della porta in anticipo, con il braccio della donna incastrato, la tesi dell’autista sarebbe quella di non essersi accorto di nulla, anzi di essere fortemente rammaricato e di volersi ora scusare al più presto.

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