Le indagini sono partite a febbraio scorso dopo diverse segnalazioni giunte dai residenti di via Sempione a Cantù.
Alla polizia locale lamentavano un continuo via vai di mezzi che scaricavano materiale inquinante. Tra le persone in movimento anche un residente della zona.
A fine mese gli agenti hanno trovato due italiani, 68 e 34 anni, che in un terreno privato boschivo, riferibile a una società della provincia di Como, stavano movimentando terra con uno scavatore. Parcheggiato vicino anche un autocarro.
Dal terreno emergeva di tutto: pneumatici, ferro, gomma, legno, plastica.
Lo scorso 17 settembre il Pm titolare dell’indagine avviata subito dopo il ritrovamento ha autorizzato le indagini. Con elettromagnetometro sono stati sondati i terreni per un’area equivalente a due campi di calcio. Dieci i punti sospetti rilevati. Così sono partiti gli scavi fino a una profondità superiore ai due metri.
E’ stato trovato di tutto: autobloccanti, materiale ferroso, polistirolo, blocchi di catrame, pezzi di pluviali in plastica, blocchi di calcestruzzo, vetro, materiale di risulta edilizia, numero sei taniche contenevano un liquido scuro, schiumoso e oleoso. Queste ultime sono state prese in carico da Arpa Ambientale Como-Varese e depositate nella Piattaforma ecologica di Cantù, per futura analisi e verifica di impatto e pericolosità ambientale.
Così il terreno è stato sequestrato e i due responsabili denunciati.
Le accuse per reato ambientale sono pesanti.
Un commento
Solo dei gran figli di buona donna che per qualche migliaio di euro vendono il futuro dei nostri figli e nipoti. Vogliamo i nomi!!