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Al Castello di Carimate registravano Dalla, i Pooh, gli Yes e De Andrè. L’omaggio di Enrico Ruggeri: “Era un sogno”

Un omaggio davvero speciale quello tributato poche ora fa via social da Enrico Ruggeri al Castello di Carimate, in provincia di Como, per lungo tempo sede di studi di registrazione che videro passare il gotha della musica italiana e non soltanto e nascere albume e canzoni che hanno fatto la storia della musica

Giusto per dare qualche nome, tra l’inaugurazione del 1977 e la chiusura del 1987, provocata soprattutto dai grossi debiti accumulati per una struttura che richiedette un enorme investimento iniziale e si rivelò poi anche assai pesante da gestire, passarono dal castello – ribattezzato Stone Castle – Fabrizio De André, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Stadio, Skiantos, Pino Daniele, Francesco Guccini, Ivan Graziani, Antonello Venditti, Pooh, Decibel, Mia Martini, Mauro Pagani, Roberto Vecchioni, PFM, Loredana Bertè, Patty Pravo, Eugenio Finardi, Riccardo Cocciante e innumerevoli altri.

La trasformazione del Castello di Carimate in studio di registrazione all’assoluta avanguardia mondiale per l’epoca fu di Antonio Casetta, celebre discografico della Bluebell e della Produttori Associati, tra gli artefici del successo di Fabrizio De André. L’obiettivo – centrato in pieno, almeno per il tempo più glorioso – era di realizzare una struttura che consentisse agli artisti, ai musicisti e ai tecnici di vivere a stretto contatto in un ambiente isolato per dedicarsi alla realizzazione dei dischi in maniera totale, senza vincoli di orario. Pur per la breve decade di attività fu un enorme successo. Poi, la crisi finanziaria e lo smantellamento.

Ma l’eco di quegli anni gloriosi non si è ancora spenta, come per l’appunto ha dimostrato il ricordo affidato a Facebook da Enrico Ruggeri, con tanto di foto dell’epoca che lo ritraggono ancora con l’iconica acconciatura biondissima e gli occhiali neri su montatura bianca. Di seguito, il testo e le immagini diffuse da Ruggeri.

Il Castello di Carimate era uno degli studi più belli e attrezzati d’Europa.

Venne inaugurato dai Decibel per il loro primo album: quando entrammo c’erano ancora gli operai che ultimavano i lavori (diciamo che probabilmente facemmo da cavie).

 

In cinque giorni registrammo l’album “Punk” mentre rimanemmo due settimane per “Indigestione Disko” e “Mano armata”, primo singolo dei “nuovi” Decibel e quattro mesi per l’album “Vivo da re”. Era il sogno di tutti i musicisti dell’epoca.

Ci tornammo più volte (nell’85 nello studio vicino a noi c’erano gli Yes): era impossibile essere infelici tra quelle mura.

Durante le registrazioni e i missaggi ero sempre presente, sapevo che c’erano mille cose da imparare, ho capito da subito che un album non è solo una raccolta di canzoni, ma una continua ricerca di sonorità, con uno scopo preciso: avere una personalità unica e restare nel tempo.

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