“Manlio Rho. Sintesi dell’astratto”, la mostra inaugurata giovedì in Pinacoteca Civica a Como sarebbe sicuramente piaciuta all’architetto Enzo Rho, scomparso all’inizio di quest’anno e silenzioso ma attentissimo custode di una memoria e di un patrimonio di valore inestimabile per la conoscenza del geniale artista che è stato suo padre.
“Conoscenza”, appunto, perché quella allestite nelle sale del primo piano di Palazzo Volpi non è una semplice esposizione di opere di uno dei principali protagonisti dell’Astrattismo, ma quello che si trova qui è un percorso articolato, e tutt’altro che scontato, che indaga le peculiarità della pittura astratta di Manlio Rho raccontandone la genesi e il metodo da cui è nato quello straordinario equilibrio di colori e forme che sono i suoi lavori.
“Questa mostra è impostata su una chiave volutamente didattica per far comprendere il modo in cui Rho realizzava le sue opere – ha spiegato la curatrice Elena Di Raddo – un equilibrio tra composizione e colore che raggiungeva non solo attraverso la regola geometrica, ma anche grazie alla conoscenza dei grandi artisti del passato, oltre che del lavoro dei suoi contemporanei a livello internazionale e del mondo del disegno per la moda”.
Nelle tre sale, il cui allestimento è curato dall’architetto Paolo Brambilla, ai dipinti provenienti da diverse collezioni private si affianca infatti una documentazione inedita fatta di schizzi, lucidi, varianti e studi sul colore provenienti dall’Archivio Rho che si svela in un’occasione più unica che rara portando in mostra anche una ricostruzione dello studio del grande artista comasco attraverso mobili disegnati da lui stesso, ma anche documenti, fotografie, riviste e dipinti dei tanti artisti che frequentavano lo spazio di via Porta: “Questa mostra è dedicata a nostro padre Enzo, che ha sempre insistito sul lavoro di sistemazione dell’Archivio – ha spiegato Giovanni Rho a nome della famiglia – il nostro desiderio è che questo patrimonio diventi fruibile e consultabile e stiamo cercando una collocazione definitiva affinché questo avvenga”.
Un piccolo segnale, chissà, lanciato all’Amministrazione (o forse no) oggi schierata in pompa magna per tagliare il nastro di quella che, a ragion veduta, può essere considerata una grande mostra, se il metro per giudicare la grandezza di un evento non è esclusivamente la fila alla biglietteria.
“Nell’anno in cui ricorrono i 120 anno dalla nascita di Manlio Rho si apre una mostra che porta all’attenzione alcuni aspetti meno conosciuti di questo maestro dell’Astrattismo comasco – ha commentato l’Assessore alla Cultura Livia Cioffi – questo evento, inoltre, si inserisce nel percorso di valorizzazione degli artisti comaschi avviato negli ultimi anni con le mostre dedicate a Terragni e a Radice”.
“Vogliamo dare valore a un patrimonio di tutti, di rilievo nazionale che i cultori conoscono bene ma che dobbiamo riuscire a offrire a un pubblico sempre più vasto”, ha detto il Sindaco Mario Landriscina che ha poi dato la parola a uno dei proprietari che hanno messo a disposizione le opere per questa mostra, il deputato e consigliere comunale della Lega Claudio Borghi: “E’ difficile elencare i geni a cui ha dato i natali la nostra città, tanto è grande il loro numero e Rho per me è stata una rivelazione fin da quando ero ragazzo – è stato il suo commento prima di ricordare ilsogno nel cassetto di realizzare uno spazio espositivo nella Casa del Fascio – da deputato ora vorrei che a Roma capissero che Como deve ospitare un museo nazionale dell’Astrattismo e del Razionalismo”.
Nell’attesa, però, il piccolo “assaggio” che è questa mostra è davvero imperdibile.
MANLIO RHO. SINTESI DELL’ASTRATTO
La pittura di Manlio Rho e il suo archivio
26 novembre 2021 – 6 febbraio 2022
Da martedì a domenica, 10-18
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