I meriti non vanno solo ai redattori del progetto Cucinare al fresco, ma anche al corpo della Polizia Penitenziaria che direttamente e indirettamente, ha reso possibile la crescita e lo sviluppo dell’iniziativa, diventando un progetto che ha acquisito sempre più importanza nelle carceri italiane.
Cucinare al fresco con Arianna. Bello, giusto il magazine scritto e voluto dietro le sbarre
Ieri mattina al carcere di Bollate l’Assistente Capo Roberto Cabras ha ricevuto da Giuseppe Rizzani, delegato regionale del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, la medaglia di bronzo di benemerenza. Stessa cerimonia verrà organizzata a breve al carcere del Bassone di Como in quanto sarà l’Ispettore Massimiliano Uri a potersi fregiare dell’onorificenza.
Cucinare al fresco è un laboratorio all’interno del quale i detenuti scrivono ricette utilizzando gli ingredienti e gli strumenti a loro disposizione. Il tutto viene poi pubblicato in magazine periodici e tematici. A oggi sono otto le pubblicazioni stampate in 100 copie e, per Natale, uscirà un volume edito dalla casa editrice l’Erudità.
La sperimentazione, avviata in alcune carceri lombarde, oggi approda negli Istituti italiani in quanto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Prap della Lombardia hanno chiesto di lavorare al fine di creare una rete di contatti e collaboratori reclusi. Oltre al laboratorio di per sé, il progetto ha un valore più profondo in quanto i detenuti, durante le lezioni raccontano le loro emozioni, le speranze, le difficoltà e, seppur con difficoltà, assaporano la libertà attraverso i sorrisi che si condividono o le notizie che vengono raccontate. L’iniziativa è nata proprio per portare all’esterno i sapori e i profumi della cucina vissuta dietro le sbarre.