Tinte tenebrose, sonnambulismo e Luna, atmosfere oniriche e medioevali, per terzo titolo lirico in scena al Teatro Sociale di Como. Giovedì 31 ottobre e sabato 2 novembre infatti a partire dalle 20 va in scena un classico della drammaturgia shakespeariana nonché capolavoro verdiano: “Macbeth”.
Nella messa in scena è un susseguirsi di momenti musicali noti e appartenenti alla nostra memoria storica, che in piena epoca risorgimentale infiammarono gli animi degli Italiani: dalla cabaletta “Vieni t’affretta” del I atto, a “Una macchia è qui tuttora” del IV atto scritte per Lady Macbeth, a “Come dal ciel precipita aria di Banco” del II atto, ai cori delle Streghe che ritornano premonitori di accadimenti nefasti, al coro “Patria oppressa!”, dell’ultimo e IV atto, a “Ah, la paterna mano”, aria di Macduff a “Pietà, rispetto, amore” poi divenuta “Pietà rispetto onore” (edizione 1865) aria conclusiva di Macbeth.
Nella Stagione Notte 2019/20 in corso, “Per tutta colpa della luna”, la Luna in Macbeth torna in diversi echi e suggestioni, soprattutto nelle frequenti atmosfere notturne, presenti nella drammaturgia e in partitura, ancora più esplicite nella fonte shakespeariana: una Luna funesta è quella che sembra avvolgere le sorti di Macbeth e di tutti i protagonisti, William Shakespeare la cita chiaramente nel duetto atto II, scena I: “È tramontata\ La Luna, padre mio; ma non intesi\ Suono di squilla. \banco. A mezza notte or suole \La luna tramontar”.
L’opera, una coproduzione dei Teatri di OperaLombardia, con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali e il Coro di OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola, vede il debutto in Lady Macbeth di Silvia Dalla Benedetta, affiancata da Angelo Veccia nel ruolo del protagonista. Alexey Birkus è Banco, Katarzyna Medlarska è la Dama di Lady Macbeth, Giuseppe Distefano Macduff, Alessandro Fantoni Malcolm, Alberto Comes un Medico/Un Domestico di Macbeth/Sicario, un cast importante diretto da Gianluigi Gelmetti sul podio.
La regia è stata affidata a Elena Barbalich, che spiega: “Tutto è avvolto in un’atmosfera lugubremente onirica, nella quale rivive un medioevo barbarico e rituale – omaggio ad Orson Welles – nel quale dominano superstizione e paura. Abbiamo deciso di attenerci al Medioevo perché rappresenta quel mondo comunitario gerarchicamente conchiuso e cristallizzato, che Macbeth decide di infrangere, per dar voce alla sua singola umana pulsione, producendo il caos”.