In uno scenario eterogeneo prevale la stabilità degli indicatori associati a domanda, produzione e fatturato, sia sul mercato domestico sia per quanto concerne l’export. L’utilizzo medio degli impianti è più elevato rispetto ai primi sei mesi dell’anno. Il quadro occupazionale si conferma in tenuta.
IL COMMENTO DI GIANLUCA BRENNA, PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA COMO

«Il quadro delineato dalle nostre imprese per il mese di ottobre conferma una situazione di sostanziale tenuta, rispetto al mese precedente, pur in un contesto che continua a presentare elementi di fragilità, in particolare nel settore tessile – abbigliamento che evidenzia situazioni di difficoltà. Più in generale, la stabilità di produzione e occupazione dimostra la resilienza del sistema economico comasco, che cerca di reagire a una domanda interna ancora debole e a mercati internazionali condizionati da tensioni geopolitiche e misure protezionistiche. I segnali di rallentamento sul fronte degli ordini domestici e l’impatto dei costi delle materie prime ed energetici – che comprimono la marginalità e frenano gli investimenti – non devono essere sottovalutati. Allo stesso tempo, la capacità produttiva in aumento e il buon equilibrio delle vendite sui mercati esteri indicano che il nostro tessuto industriale mantiene competitività e flessibilità, nonostante le difficoltà globali. È significativo che una quota crescente di imprese stia investendo in efficienza energetica e sostenibilità: è un orientamento strategico che va sostenuto perché rappresenta una delle leve fondamentali per rafforzare la competitività nel medio periodo. La stabilità nei rapporti con il sistema del credito e il mantenimento degli organici confermano inoltre un clima di fiducia responsabile, orientato alla continuità. Guardiamo ai prossimi mesi con realismo, ma anche con la convinzione che programmare il futuro – anche in fasi di apparente stasi – sia un dovere di sistema. Come Confindustria Como continueremo a lavorare affinché le imprese possano trovare le condizioni per investire, innovare e agganciare con maggior forza un miglioramento che auspichiamo possa arrivare nel 2026».
I DATI DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI COMO
Nel mese di ottobre le imprese di Como delineano, attraverso i giudizi formulati nell’ambito dell’Osservatorio, uno scenario di generale conservazione degli indicatori, in sostanziale sovrapposizione con quanto esaminato per il campione delle aziende delle tre province.
La domanda evidenzia performance differenziate tra mercato interno ed export; sebbene il principale giudizio sia quello orientato al mantenimento dei livelli (rispetto a quanto registrato sul mese di settembre), in caso di segnalazioni di variazione prevale la decelerazione per gli ordini in Italia mentre aumento e calo risultano bilanciati nel caso della domanda estera.
Nel dettaglio, la domanda a livello domestico è valutata come stabile per oltre due imprese su cinque (40,7%), in espansione per il 22,3% e in diminuzione per il 37,0%.
Gli ordini oltre confine sono invece indicati come in conservazione per quasi sei aziende del campione su dieci (57,7%), in crescita per il 19,2% mentre in rallentamento per il rimanente 23,1%.
La produzione segue sostanzialmente il mix della domanda, con l’attività che conferma i livelli di settembre per circa tre realtà su cinque (59,3%), decelera per il 22,2% e si espande per il 18,5%.
La capacità produttiva mediamente utilizzata dalle aziende comasche in ottobre si attesta al 76,0%, dato in crescita di circa quattro punti percentuali e mezzo rispetto al tasso medio di utilizzo esaminato nell’Osservatorio rapido per il mese di marzo (71,4%).
Non si rilevano particolari differenze nell’impiego degli impianti di produzione all’interno delle imprese del campione, sia suddividendo le realtà sulla base della dimensione (il tasso medio si attesta al 75,0% per le realtà fino a 50 occupati e al 78,0% per quelle più piccole), sia classificandole sulla base del comparto merceologico di appartenenza.
L’indicatore associato alle vendite mostra evoluzioni sovrapponibili con quanto analizzato per la domanda, confermando andamenti differenziati tra mercato nazionale e quello estero.
Il fatturato in Italia è considerato mantenersi sui livelli di settembre per circa tre realtà del campione su dieci (29,6%) mentre, in caso di variazione, risulta prevalente il rallentamento (40,8%) rispetto alla crescita (29,6%).
Le vendite estere sono invece indicate come stabili rispetto a settembre dal 56,0% delle imprese, in aumento dal 20,0% e in diminuzione per il 24,0%.
Sul fronte delle aspettative per l’evoluzione del business negli ultimi due mesi dell’anno, oltre la metà (51,9%) delle aziende comasche comunica una stabilizzazione, a fronte di un aumento indicato dal 18,5% del campione e da una diminuzione che è ipotizzata dal rimanente 29,6%.
Per quanto concerne l’orizzonte di visibilità sulla domanda, quasi una realtà di Como su due (48,1%) rivela che gli ordini in portafoglio consentono di programmare l’attività solo per un periodo di tempo inferiore al mese, il 44,5% indica di riuscire a pianificare per alcuni mesi mentre il rimanente 7,4% è in grado di schedulare la produzione su un periodo che supera il trimestre.
Le aziende comasche, in sostanziale coerenza con quanto analizzato per il campione delle realtà dei tre territori globalmente considerate, rivelano di continuare a far fronte ad alcune problematiche sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime.
Per circa due aziende su dieci (19,2%) nel mese di ottobre è stato riscontrato un aumento dei costi di acquisto dei materiali necessari a consentire lo svolgimento dell’attività aziendale.
L’inasprimento dei costi delle commodities utilizzate nei processi produttivi, in combinazione con le dinamiche assunte dai prezzi delle forniture energetiche, ha determinato effetti distorsivi sulla gestione dell’attività delle imprese del campione, in particolare una riduzione della marginalità aziendale, indicata dal 44,4% delle imprese, e la necessità di ridimensionare o posticipare gli investimenti aziendali, segnalata dal 22,2%.
Per circa una realtà su dieci (7,4%), è stato inoltre indicato l’allungamento delle tempistiche necessarie e ricevere le forniture di materie prime a causa delle distorsioni presenti lungo le supply chain.
È rilevante segnalare che nel mese di ottobre oltre un quarto (25,9%) delle realtà del campione comasco ha realizzato o valutato di realizzare interventi volti al risparmio e all’efficienza energetica, come misura per fronteggiare le problematiche legate agli approvvigionamenti.
Con rifermento alle tensioni e all’instabilità dei mercati che hanno caratterizzato il 2025, tra agosto e ottobre circa tre imprese comasche su dieci (29,6%) hanno riscontrato ostacoli all’export per via delle misure protezionistiche e delle tensioni geo-politiche.
Gli ostacoli hanno avuto un impatto significativo nel 5,0% dei casi, conseguenze moderate nel 30,0%, effetti marginali nel 25,0% mentre nessuna conseguenza nel restante 40,0%.
Tra gli ambiti che hanno risentito degli ostacoli, le imprese comasche hanno indicato i volumi di export per il 60,0% dei casi, la competitività sui mercati per il 16,0%, i costi di logistica per il 12,0% mentre, con diffusione minore, i costi di produzione, le tempistiche di consegna e le relazioni con i clienti esteri (tutti e tre al 4,0%).
Sul fronte dei rapporti con gli Istituti di credito, valutati nello specifico sulla base dell’andamento delle condizioni praticate, le imprese comasche hanno prevalentemente indicato in ottobre un quadro stabile, così come comunicato direttamente dall’85,2% del campione.
In caso di segnalazioni di variazione, il rimanente 14,8% delle aziende ha però segnalato condizioni meno favorevoli, in termini di costi di accesso al credito o di disponibilità degli Istituti bancari a concedere risorse.
Per quanto riguarda invece il giudizio espresso riguardo la situazione finanziaria, circa tre realtà del campione su dieci (29,7%) si sono rivelate soddisfatte, il 37,0% ha ritenuto il quadro nella norma e il rimanente 33,3% ha indicato la propria situazione come migliorabile.
La stabilità è il giudizio principalmente formulato dalle aziende di Como anche per quanto concerne l’andamento occupazionale; nel mese di ottobre quasi nove realtà su dieci (88,9%) hanno infatti comunicato un mantenimento dei propri organici, a conferma del buono stato di saluto del tessuto produttivo locale. Nei casi di variazione dei livelli, il 7,4% delle imprese del campione ha segnalato la crescita mentre il rimanente 3,7% la diminuzione.
Per i mesi finali dell’anno le aziende comasche indicano previsioni per l’occupazione orientate alla conservazione dei livelli: a fianco della prevalente quota, pari all’84,6%, di imprese che comunica direttamente la stabilità, è rilevabile anche un bilanciamento tra le ipotesi di espansione e di riduzione (entrambe attestate al 7,7%) che rafforza ulteriormente il quadro di stabilizzazione.
I DATI CONGIUNTI DELLE IMPRESE DELLE PROVINCE DI COMO, LECCO E SONDRIO
I dati dell’Osservatorio congiunturale rapido relativo al mese di ottobre, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como, delineano un quadro principalmente caratterizzato dalla tenuta degli indicatori, sia per quanto concerne l’attività aziendale, sia in relazione all’occupazione.
La domanda in Italia è segnalata in mantenimento sui livelli di settembre dal 40% del campione, in contrazione dal 32,9% e in aumento dal 27,1%.
Gli ordini esteri risultano in conservazione per oltre una realtà su due (52,4%), rallentano per il 27% e crescono per il 20,6%.
L’attività produttiva è stabile per il 54,4% del campione, in espansione per il 23,5% e in diminuzione per il 22,1%.
L’esame della capacità produttiva mediamente impiegata indica un maggior utilizzo rispetto a quanto esaminato nelle precedenti edizioni degli Osservatori congiunturali.
Nell’ambito del campione sono presenti differenze nel tasso medio di utilizzo degli impianti e in generale si riscontra un maggior impiego per le aziende di medie dimensioni (80,2%) rispetto a quelle di dimensioni più ridotte (73,4% nel caso delle realtà fino a 50 occupati).
Considerando il comparto merceologico, è rilevabile un maggior ricorso agli impianti produttivi per le aziende metalmeccaniche e meccatroniche (77,1%) e degli altri settori (78,8%) rispetto a quelle tessili (69,2%).
L’indicatore associato al fatturato descrive un scenario differenziato tra mercato domestico e export.
Rispetto ai livelli di settembre, le vendite in Italia sono stazionarie per circa tre aziende su dieci (31,4%); in caso di variazione, si registra un bilanciamento tra le indicazioni di aumento (34,3%) e quelle di rallentamento (34,3%).
Il fatturato oltre confine è invece principalmente orientato alla conservazione, come indicato dal 51,6% delle aziende; sono inoltre segnalati un incremento degli scambi dal 27,4% del campione e un calo dal restante 21%.
Le previsioni riguardo l’evoluzione del business nei mesi finali dell’anno restano prevalentemente orientate al mantenimento dei livelli, così come segnalato da oltre tre imprese su cinque (62,9%). In caso di variazione, le ipotesi di miglioramento (14,3%) sono meno diffuse rispetto a quelle di riduzione (22,9%).
Per quanto attiene all’orizzonte di visibilità sulla domanda, gli ordini in portafoglio consentono di pianificare l’attività per qualche settimana nel 39,4% dei casi, per due-tre mesi nel 46,5% e per un periodo superiore al trimestre nel restante 14,1 del campione%.
Sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime circa un’azienda su cinque (19,7%) segnala, in ottobre, un inasprimento dei listini praticati dai fornitori rispetto ai livelli registrati in settembre.
Le dinamiche legate al costo delle materie prime e delle forniture energetiche hanno determinato – o hanno iniziato a generare – impatti per circa una realtà su due (51,7%).
Tra le conseguenze sono indicati la necessità di riorganizzare parte del lavoro e dall’attività produttiva (12,7% del campione), il ridimensionamento o il posticipo di investimenti aziendali già pianificati (14,1%) e una contrazione dei margini di profitto (42,3%).
Contenute le segnalazioni degli effetti distorsivi legati alle inefficienze lungo le catene di fornitura: il 12,9% delle imprese aderenti all’Osservatorio indica un allungamento delle tempistiche di consegna delle materie prime e il 5,7% del campione segnala di avere ottenuto dai propri fornitori quantità di merci inferiori alle richieste.
Da sottolineare come nel mese di ottobre circa un terzo (32,4%) delle realtà del campione indichi di aver realizzato o di aver valutato la realizzazione di interventi volti al risparmio energetico, strategia che consente di recuperare efficienza e sopperire ai maggiori costi delle forniture.
I giudizi formulati dalle realtà dei tre territori riguardo al loro rapporto con gli Istituti di credito, valutati nello specifico sulla base delle condizioni praticate, sono diffusamente orientati alla stabilità nel mese di ottobre: per circa nove imprese su dieci (89,9%) i costi di accesso al credito non sono variati, per l’1,4% sono maggiormente favorevoli e per il restante 8,7% sono peggiorati.
Per quanto riguarda invece la liquidità aziendale, il 41,4% del campione segnala un quadro nella norma, il 35,7% indica soddisfazione e il 22,9% una situazione finanziaria migliorabile.
Lo scenario occupazionale è globalmente stabile: al mantenimento dei livelli segnalato da quasi nove realtà su dieci (88,7%), si affianca un’espansione per l’8,5% e una contrazione per il rimanente 2,5%.
Le aspettative per l’occupazione degli ultimi mesi del 2025 ricalcano sostanzialmente il quadro delineato per ottobre.
EFFETTI DELLE DINAMICHE GEO-POLITICHE
Come per l’Osservatorio rapido di marzo, è stato chiesto alle aziende di esprimere pareri qualitativi riguardo gli effetti provocati dalle dinamiche geo-politiche che, tra le diverse conseguenze, hanno incrementato l’incertezza già presente sui mercati.
In particolare, considerando il trimestre agosto-ottobre 2025 oltre un’azienda su quattro (27,9%) registra ostacoli all’export legati a dazi, barriere commerciali e tensioni geo-politiche.
Ostacoli che hanno influito marginalmente sull’attività per il 25,9% del campione, in modo moderato per il 18,5% e in modo significativo per il 5,6%.
Valutando infine gli ambiti aziendali che hanno subito un peggioramento, il 47,3% del campione indica un calo dei volumi di export, il 18,2% la perdita di competitività sul mercato, il 12,7% difficoltà nelle relazioni con i clienti esteri, il 9,1% un inasprimento dei costi di logistica, il 7,3% un aggravio dei costi di produzione e il 5,5% un allungamento dei tempi di consegna.
DOMANDA
La domanda nel mese di ottobre è caratterizzata da giudizi eterogenei da cui emerge una stabilità prevalente, sia per quanto riguarda gli ordini sul mercato domestico, sia per quanto concerne l’export.
Gli ordinativi interni sono stabili da due realtà su cinque (40,0%), in crescita dal 27,1% e in diminuzione dal 32,9%.
La domanda estera resta sui livelli di settembre da oltre un’azienda su due (52,4%), è in espansione per il 20,6% del campione e in calo per il rimanente 27%.
PRODUZIONE
L’indicatore associato alla produzione segue sostanzialmente quanto registrato per gli ordini e mostra una prevalenza di indicazioni di stabilità (54,4%). In caso di variazione, si riscontra un sostanziale bilanciamento tra incremento (23,5%) e riduzione (22,1%).
Il tasso di impiego medio degli impianti in ottobre si attesta al 76,1%, dato di circa due punti percentuali e mezzo superiore a quanto esaminato nell’ambito dell’Osservatorio per il mese di marzo (73,5%) e più favorevole rispetto alla capacità mediamente indicata della realtà dei tre territori per il primo semestre dell’anno (65,6%).
La capacità produttiva rivela differenze all’interno del campione sia classificando le aziende in base alla dimensione, sia suddividendole a seconda dei comparti merceologici di appartenenza.
Le aziende con oltre 50 occupati evidenziano un impiego dell’80,2%, superiore a quello mediamente riscontrato per il campione delle realtà di dimensioni più ridotte (73,4%).
Per quanto concerne invece l’attività realizzata, si registra un tasso medio del 77,1% per le imprese metalmeccaniche, del 69,2% per quelle tessili e, infine, del 78,8% per le realtà afferenti agli altri settori.
FATTURATO
Le vendite delle aziende lecchesi, sondriesi e comasche riportano un quadro principalmente improntato alla stabilità per quanto riguarda il fatturato estero, affiancato da una situazione maggiormente eterogenea a livello italiano.
Il fatturato domestico è stabile sui livelli di settembre per il 31,4% del campione, mentre le indicazioni di aumento e riduzione si bilanciano (in entrambi i casi al 34,3%), rendendo stazionario lo scenario complessivo.
Le vendite oltre confine sono in mantenimento rispetto al mese precedente per oltre un’azienda su due (51,6%), in crescita per il 27,4% del campione e in calo per il restante 21%.
PREVISIONI
Sul fronte delle previsioni riguardo l’andamento degli affari negli ultimi due mesi del 2025 è nuovamente riscontrabile una prevalenza di aspettative di mantenimento, così come indicato dal 62,9% del campione.
In caso di ipotesi di variazione, risultano maggiormente diffuse le segnalazioni di diminuzione (22,8%) rispetto a quelle di crescita (14,3%).
Esaminando il giudizio espresso per l’orizzonte temporale di visibilità sulla domanda, gli ordini in portafoglio consentono una pianificazione di alcune settimane (inferiori ad un mese) per il 39,4% del campione, di qualche mese per il 46,5% e di un intervallo di tempo superiore al trimestre per il rimanente 14,1%.
CREDITO E LIQUIDITÀ
Nel rapporto tra le imprese dei tre territori e gli Istituti di credito si registra, in ottobre rispetto a settembre, un diffuso mantenimento delle condizioni praticate: l’89,9% del campione non indica infatti variazioni rispetto ai costi di accesso al credito o alla disponibilità degli Istituti bancari a concederlo. In caso di modifiche dello scenario, si riscontra tuttavia una maggior incidenza delle indicazioni di peggioramento (8,7%) rispetto a quelle di miglioramento (1,4%).
Per quanto concerne il giudizio formulato riguardo la situazione finanziaria, oltre quattro aziende su dieci (41,4%) comunicano un quadro nella norma, il 35,7% risulta soddisfatto della propria liquidità e il rimanente 22,9% la ritiene migliorabile.
OCCUPAZIONE
I pareri qualitativi formulati riguardo l’andamento dell’occupazione nel mese di ottobre tracciano un quadro di prevalente conservazione dei livelli a fianco del quale è riscontrabile anche un’indicazione di espansione.
Quasi nove imprese lecchesi, sondriesi e comasche su dieci (88,7%) segnalano un mantenimento degli organici rispetto a settembre, l’8,5% del campione comunica una crescita e il restante 2,8% una riduzione.
Le aspettative occupazionali per gli ultimi mesi del 2025 tracciano un quadro sovrapponibile a quanto descritto per ottobre; a fianco del 91,4% di aziende che indica la stabilità, il 5,7% ipotizza un’espansione mentre il rimanente 2,9% prevede una diminuzione.