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Attualità, Economia

Como, dato drammatico della cassa integrazione: +49.6%, anche peggio Sondrio e Bergamo. “Colpite industria ed edilizia”

La Cassa integrazione in Lombardia non accenna a diminuire. Lo evidenzia il 5° Rapporto sulla cassa integrazione, elaborato dalla UIL Lombardia che mette in luce il preoccupante aumento delle richieste nei primi cinque mesi del 2024, sia in provincia di Milano che nell’intera regione Lombardia. Nel mese di maggio 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023 la CIG ha fatto registrare a Milano un più 35% con 2.071.616 ore. Aumento che è ancora più significativo nell’intera Lombardia con un + 49,8% per un totale di 8.637.668, a fronte di una media italiana che segna un +41,2% con 46.388.596 ore. A Como il dato è al +49,6%

Tra gennaio e maggio gli incrementi a Milano sono stati del +5,1% (9.415.528 ore) in Lombardia del +26,5% (40.116.520 ore) mentre sul territorio nazionale del 21,3% (216.182.830 ore)

Tra i settori produttivi record di numero di ore per l’edilizia che a Milano segna un +98,3% mentre per la Lombardia si ferma al 96,9%. Nell’industria si registrano incrementi del +10,5% a Milano e +29,2% in Lombardia, mentre in controtendenza completa c’è il commercio che a Milano segna un -47% e in Lombardia un -43%. A 0 l’artigianato.

Nei primi 5 meai dell’anno i lavoratori in cassa integrazione sono risultati 11.077 in provincia di Milano e 47.196 in Regione Lombardia.

Le province maggiormente colpite includono:

  • Bergamo:        +153,1%
  • Brescia:           +7,9%
  • Como:            +49,6%
  • Lecco:              +21,1%
  • Mantova:        +45,8%
  • Pavia:              +58,1%
  • Sondrio:          +224,3%
  • Varese:            +0,3%

“L’aumento delle richieste di cassa integrazione nei primi cinque mesi del 2024 – evidenzia il segretario confederale UIL Lombardia Salvatore Monteduro – è un segnale che non possiamo ignorare. Sebbene principalmente legato alla cassa integrazione ordinaria, l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2023 mostra che le difficoltà economiche stanno colpendo duramente i settori dell’industria e dell’edilizia. Le province di Bergamo, Sondrio e altre ancora registrano aumenti impressionanti, richiedendo un monitoraggio attento e interventi mirati. I nuclei di crisi territoriali rappresentano uno strumento che in grado di aiutare a prevenire ed anticipare le crisi aziendali e pianificare misure di sostegno per aziende e lavoratori. Credo che questi tavoli siano essenziali per gestire le crisi e promuovere politiche attive che riqualifichino i lavoratori, adeguandoli alle nuove competenze richieste dalla transizione digitale e green. È imperativo intervenire tempestivamente per sostenere il tessuto produttivo lombardo, prevenendo un peggioramento della situazione occupazionale. Solo così possiamo garantire un futuro più stabile e qualificato per i lavoratori della nostra regione”.

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