La leggenda racconta che in Giappone, le anziane lavoratrici della seta, pur costrette a tenere le mani immerse per lunghe ore nell’acqua durante la fase di ‘sgommatura’ (nella quale i bozzoli venivano immersi in acqua calda per favorire il distacco della sericina), avessero la pelle giovane e morbida.
Quello che la leggenda non narra è che il segreto è custodito a Como. E a scoprirlo è stata una donna che ha saputo trasformare uno “scarto” in qualcosa di prezioso tanto quanto il materiale da cui deriva: la seta.
Lei è Giada Mieli, terza generazione di una storica azienda serica comasca, la Tintoria Pecco e Malinverno, e proprio vent’anni fa si era appena licenziata da un’agenzia di comunicazioni quando suo padre e suo zio (Franco e Giulio Mieli), la chiamarono in azienda “per farmi vedere una cosa –racconta- e mi sono ritrovata davanti una polvere mai vista prima. Era polvere di seta”.
A produrla era stato un macchinario inventato proprio dallo zio per recuperare la sericina dalle acque di purga della seta (ed evitare l’acquisto di enzimi molto costosi per il suo smaltimento). E quella polvere di seta era proprio lei, lo scarto, la sericina.
“Mi chiesero di provare a venderla. Ma per farne cosa? Così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che veniva utilizzata in alcuni prodotti cosmetici in quantità bassissime (lo 0,0 e qualcosa)a scopo di marketing, solo per scrivere la parola seta sulle confezioni”.
E da qui l’idea. “Ho pensato di realizzare un sapone da regalare agli amici, un esperimento. E quando il saponificio mi ha chiesto che percentuale di sericina volessi, ho risposto di metterne il 3%. Siamo 3 fratelli e quello mi sembrava il numero giusto” . E i feedback degli amici furono più che positivi.
Era nata la J.And.C. Cosmetici, dal nome dei 3 fratelli Mieli Giada, Andrea e Cristina (“loro mi aiutano quando serve ma gestisco io l’azienda”, ci tiene a precisare) che, pochi giorni fa, ha compito 20 anni, ha una linea che conta 19 prodotti e una filiera controllatissima: “Mio zio vive in Cina ed è uno dei massimi conoscitori al mondo della seta. Sceglie personalmente i bachi e, quando arriva un filato interessante, mi chiama e seguo personalmente tutto il processo”.
E il risultato è la Sericina Integra i cui benefici sulla pelle sono dimostrati da numerosi studi scientifici.
E la produce solo lei. “Il nostro macchinario non è brevettato ma non temiamo che ce lo copino – spiega – Questo è un processo molto difficile da replicare: serve la seta giusta e una filiera in grado di lavorarla alla perfezione senza rovinarla. Gli investimenti da fare sarebbero così alti che nessuno è in grado di affrontarli”.
Ora i suoi prodotti sono in vendita soprattutto online e la vera pubblicità è il passaparola. “Investo tutto sulla qualità, non resta molto per fare pubblicità – spiega – ma è una scelta che ci ha ripagati”.
E le sue creme, oltre a far bene alla pelle, fanno bene anche all’umore. E fanno del bene.
“Dal 2006 forniamo le nostre creme all’Istituto Europeo di Oncologia che, attraverso l’associazione di volontariato Sottovoce, aiuta le donne sottoposte a chemioterapia a continuare a sentirsi belle grazie all’aiuto di truccatori professionisti. Il ricavato delle vendite viene devoluto alla ricerca”.
5 Commenti
Ma devo assolutamente provare questi prodotti❤️
Non ho capito: “…forniamo le nostre creme all’Istituto Europeo di Oncologia che attraverso l’associazione di volontariato aiuta le donne sottoposte a chemioterapia…….. Il ricavato delle vendite viene devoluto alla ricerca.” Vendite a chi?
“Della seta non si butta via nulla”…lo dicono i suini ma nessuno lo ha mai capito!!!
Perché ovviamente c’era bisogno di un altro modo per alimentare ulteriormente il commercio della seta. Complimenti vivissimi. “Le sue creme fanno del bene”…sì, al suo portafoglio, di sicuro non al mondo.
Questa la vera via della seta….