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Economia

L’industria svizzera: “Lavorare di notte o nei fine settimana per abbassare i consumi”. Il piano

La crisi energetica, il caro bollette, il gas che arriverà con il contagocce e soprattutto le spese sempre crescenti per famiglie e imprese sono, purtroppo, l’argomento del girono. Un tema delicatissimo, al cento della campagna elettorale, che affiancherà i comaschi e gli italiani nei prossimi mesi. Il problema, va detto, è comune a molte nazioni a partire dalla vicina Svizzera. E  mentre i vari schieramenti politici nostrani si affannano nel fornire possibili soluzioni, superato il confine vengono messi sul piatto per essere analizzati provvedimenti anche molto drastici.

L’ultimo arriva da Swissmem, l’associazione datoriale del settore delle macchine, della metallurgia e dell’elettrotecnica che ha addirittura lanciato l’idea di lavorare di sera, addirittura di notte o nel fine settimana per evitare picchi di consumo. Una proposta inserita in un complesso ragionamento che porta ad avanzare diverse richieste ma che sta facendo discutere per i risvolti sui diritti dei lavoratori. A prescindere dalla concreta fattibilità del piano ecco una sintesi dei provvedimenti richiesti:

A causa della guerra in Ucraina, per quest’inverno sussiste la minaccia di una carenza di gas e di elettricità. Per i suoi processi produttivi, l’industria dipende in modo vitale da una fornitura ininterrotta di energia. Solo alcune delle aziende MEM sono in grado di assorbire eventuali interruzioni attraverso una pianificazione flessibile della produzione. Le aziende i cui processi produttivi richiedono temperature elevate, invece, sono assolutamente dipendenti da una fornitura ininterrotta. Se questa dovesse venire a mancare, si vedrebbero costrette ad interrompere completamente la produzione.

È incoraggiante che la Confederazione stia cercando di sviluppare importanti capacità di riserva per la produzione di elettricità già per questo inverno. Tuttavia, questo non sarà sufficiente. Swissmem propone le seguenti misure:

  1. Risparmiare energia da subito. È necessaria un’alleanza nazionale tra imprese, amministrazione e popolazione. Durante il periodo in cui sono in funzione i riscaldamenti la temperatura negli appartamenti, negli uffici, nelle sale di produzione, nei musei e nei centri commerciali non può superare i 19 gradi. La conseguente perdita di comfort è giustificabile se significa che le aziende e i loro posti di lavoro possono essere preservati.
  2. Soluzioni per le aziende minacciate: l’esplosione dei prezzi dell’elettricità è una minaccia esistenziale per molte aziende di produzione. Non per colpa loro, esse si sono ritrovate in questa situazione straordinaria. I produttori di energia elettrica, il settore pubblico in qualità di proprietario e i consumatori industriali devono quindi collaborare per trovare soluzioni che permettano di smorzare la situazione.
  3. Creare incentivi mirati: Per poter aumentare la produzione di energia elettrica nel breve periodo, sono necessari incentivi per i proprietari di centrali di riserva e di gruppi elettrogeni di emergenza. Sono altrettanto importanti gli incentivi che motivano le aziende ad elevato consumo energetico a rinunciare temporaneamente al consumo di elettricità.
  4. Produzione notturna o nel fine settimana. In caso di una situazione di carenza, è necessario abbattere i picchi di consumo per l’elettricità e il gas. L’industria può contribuire spostando la produzione alla notte o alla domenica. Questo richiede una procedura di autorizzazione semplice e non burocratica da parte delle autorità.

Inoltre, sul medio e lungo termine, la Svizzera non deve perdere l’opportunità di garantire un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile. A tal proposito, non ci devono essere divieti tecnologici. È necessario adattare la Strategia energetica 2050. La situazione attuale dimostra chiaramente che non è possibile eliminare allo stesso tempo in modo graduale le fonti di energia nucleare e fossile. L’intenzione della Confederazione di costruire due o tre centrali a gas con una capacità totale di 1000 megawatt entro il 2025 è un passo nella giusta direzione. Inoltre, è necessario snellire le procedure di autorizzazione.(qui il documento completo)

 

 

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