E’ tutt’altro che rosa il quadro delle imprese e degli addetti delle aziende femminili in provincia di Como fotografato dalla Camera di Commercio Como-Lecco a fine 2020.
Se al termine dello scorso anno, in Italia, le imprese femminili attive risultavano quasi 1.2 milioni, con un’incidenza sul totale pari al 22,6%, alla stessa data le imprese attive in Lombardia risultavano quasi 160mila, con un peso del 19,5% sul totale regionale (3 punti sotto la media nazionale).
Le imprese gestite da donne nell’area lariana, a fine dicembre 2020, sono 12.850 e rappresentano il 19,7% del totale.
Nella graduatoria lombarda per incidenza delle aziende “rosa” sul totale delle imprese, Como (8.242 realtà imprenditoriali, 19,4%) si trova in 10a posizione (e al 100° posto della classifica nazionale), mentre Lecco (con 4.608 aziende, 20,1%) è all’8° posto a livello regionale e al 97° italiano.
Oltre a Como, solo Monza Brianza e Milano si posizionano sotto la media regionale (rispettivamente con il 18,5% e il 17,9%). Quest’ultima provincia si posiziona all’ultimo posto nella graduatoria nazionale. La classifica lombarda è guidata da Sondrio con il 24,2%. Questa è anche l’unica provincia della nostra regione che si piazza entro il 50° posto nazionale (42°).
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I territori lombardi che occupano il secondo e il terzo posto (Pavia e Mantova) sono solo al 71esimo e all’85esimo posto in quella italiana (rispettivamente 22,3% e 20,9%).
Forte è la concentrazione del comparto nel centro-sud: la classifica per peso delle imprese femminili è guidata da Benevento con il 31,2%, seguita da Avellino e Chieti (rispettivamente 30,9% e 29,5%). Nelle prime 30 posizioni, le uniche province del nord sono La Spezia (26,7%) e Savona (25,4%).
Alla fine di settembre 2020 (ultimo dato disponibile), in Italia, gli addetti delle imprese femminili risultano essere quasi 2,5 milioni, con un’incidenza sul totale dei lavoratori pari al 14,5%. Alla medesima data, in Lombardia, ne risultano quasi 400mila, con un peso del 9,8% sul totale regionale.
Per quanto riguarda l’area lariana, a fine settembre 2020 (ultimo dato disponibile), gli addetti delle imprese “rosa“ sono oltre 32mila su un totale di quasi 245mila: il peso del settore risulta pertanto pari al 13,2%. A Como le aziende gestite da donne occupano quasi 20.000 persone (il 12,7% degli addetti complessivi), mentre a Lecco sono circa 12.300 (14%). Como è la 94a provincia in Italia e la 9a in Lombardia; Lecco occupa l’8a piazza regionale e l’83a della classifica nazionale.
La graduatoria della Lombardia è guidata da Pavia (17,7%), seguita da Lodi e Varese (rispettivamente 15,2% e 14,8%). Milano chiude la classifica (sia regionale che nazionale) con il 6,5%. Nessuna delle province della nostra regione si classifica prima del 60° posto della graduatoria regionale (Pavia è 62esima). La Spezia, Savona e Imperia sono le uniche province del nord nelle prime 30 posizioni (rispettivamente 18esima, 22esima e 27esima).
Per quanto riguada i settori di attività, a fine 2020 il 27,8% delle imprese femminili italiane opera nel comparto “commercio” (oltre 320mila aziende), seguito dall’“agricoltura” (17,8%, pari a oltre 206mila aziende) e dal “turismo e ristorazione” (oltre 126mila ditte, pari al 10,9%). In Lombardia il settore più rilevante è sempre il “commercio” con poco più di 39mila imprese (24,7% del totale delle aziende femminili), seguito dai “servizi alla persona” (21,3mila unità, pari al 13,5%) e dai “servizi finanziari, assicurativi e immobiliari” (18,5mila ditte, 11,7%).
Venendo all’area Como-Lecco, a fine 2020 il 23,9% delle imprese femminili opera nel commercio (3.074 unità); il 14,5% nei “servizi alla persona” (1.861 aziende); l’11,8% nei “servizi finanziari, assicurativi e immobiari” (1.521); il 11,6% nel “turismo e ristorazione” (1.492). A Como si nota una concentrazione più bassa rispetto a Lecco delle imprese gestite da donne soprattutto nel “commercio” (23,2% contro 25,3%) e nei “servizi finanziari, assicurativi e immobiliari” (11,6% contro 12,2%); viceversa, le imprese femminili comasche hanno una concentrazione più elevata in particolare nei “servizi alla persona” (14,9% contro 13,8%), nel “tessile-abbigliamento” (4,3% contro 1,8%) e nelle “costruzioni” (4,2% contro 3%).