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Accuse in aula anche dopo l’archiviazione, il consigliere chiede 35mila euro di risarcimento a Rapinese

Si alza ancora – e finisce in Tribunale – lo scontro politico tra il consigliere comunale di Svolta Civica Vittorio Nessi e il sindaco Alessandro Rapinese. I due, come noto, sono già stati contrapposti anche in tribunale per il caso delle firme apposte da Nessi su due mozioni del gruppo anche a nome di Barbara Minghetti, che peraltro disse pubblicamente di aver autorizzato Nessi a firmare a suo nome perché impossibilitata (qui la vicenda originaria). I fatti risalgono al febbraio 2019.

Rapinese portò la vicenda in Tribunale e ha continuato ad accusare Nessi di essere – parole sue – un ‘falsario’ in più occasioni. Il procedimento, alla fine, venne archiviato ma questa sera è stato lo stesso primo cittadino a rivelare che il consigliere – proprio per le accuse reiterate nei suoi confronti a dispetto dell’archiviazione – si è rivolto ai giudici per ottenere un risarcimento danni.

“Il consigliere Nessi – ha affermato il sindaco Rapinese in aula – mi chiede 35mila euro come riparazione pecuniaria per i danni che avrebbe patito”. E poi, il sindaco ha definito pubblicamente ‘falsario’ Nessi più volte davanti a tutta l’assemblea cittadina.

A sua volta il consigliere comunale è brevemente intervenuto per fatto personale ma limitandosi a “confermare la richiesta di risarcimento danni ma non per me, bensì destinati a don Giusto (il parroco di Rebbio, ndr). Non aggiungo altro, parleranno le carte”.

La causa civile e la richiesta del relativo risarcimento, però, sembra che riguardino 6 anni di scontri e, a giudizio di Nessi, di offese nei suoi confronti da parte di Rapinese che vanno decisamente oltre la questione delle firme.

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