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Affondo sanguinario di Gaddi: “Locatelli contro i venditori di Rose: cultura falsa, ipocrita e vigliacca”

Azione e la più classica delle reazioni. A esser eufemistici diciamo che non è un rapporto d’amore quello che unisce l’ex assessore alla Cultura del Comune di Como, il berlusconianissimo Sergio Gaddi, e l’amministrazione Landriscina (che pure, anche se non molto felicemente, è tuttora sostenuta da Forza Italia). Men che meno idilliaca la relazione con il Carroccio e i suoi esponenti, soprattutto per quanto riguarda accoglienza, volontariato, solidarietà, umanità.

(Copertina, Ph: Pozzoni)

Così è bastata la pubblicazione sull’ultimo numero di ComoZero Settimanale di questo articolo: Locatelli, appello a Como: “Rose e mendicanti, non date un euro. Cattivi? Il popolo ha scelto”, per scatenare la ferocia gaddiana.

Pubblichiamo l’intervento integrale:

Leggo, e nel contempo provo un lieve reflusso gastrico, l’intervista su ComoZero del “vicesindaco” di Como. Sì, proprio quella che con la sua banda di “assistenti sociali” ha portato la città su tutti i Tg nazionali per la gestione del dramma dei bambini morti nell’incendio in casa (il padre aveva chiesto aiuto al Comune) e dei vari blitz contro il tè caldo portato d’inverno dai volontari (e non certo dalle assistenti del Comune) a poveri disperati e italianissimi senzatetto.

Ma nonostante questi meritati schiaffoni pubblici, non ha perso il vizietto di prendersela con i più deboli e ora mette nel mirino i venditori di mimose. A prima vista, finite le risate, si potrebbe pure provare compassione per lei (si contempli a tal proposito la torva espressione facciale), ma in realtà il problema si pone perché parla di “concorrenza sleale” e invita i comaschi a “non dare un euro” a questa povera gente.

Siccome è il vicesindaco, le sue teorie che instillano una cultura (capisco che in tal caso il termine sia paradossale) falsa, ipocrita e vigliacca, assumono una valenza pubblica. E quindi vanno pubblicamente contrastate. Allora, andiamo con ordine. Quando parla di concorrenza sleale verso chi paga le tasse, forse si riferisce ai diamanti del suo partito (la Lega) oppure alle operazioni a Cipro e in Tanzania sempre del suo partito, oppure alle accuse di truffa aggravata nei confronti dello Stato, sempre a carico del suo partito.

Poi, quando sbraita di non dare un euro ai disperati, probabilmente parla a nome di quelle cadenti e rifatte provinciali che il sabato mattina comprano il cachemirino griffato in centro nel negozietto tanto chic, ma quando sono in spiaggia al Forte mercanteggiano come usurai per risparmiare 2 euro e comprare in nero la Vuitton falsa dal Nero (che in quel caso non è più un pericoloso molestatore, ma un simpatico venditore esotico).

Oppure ancora si riferisce ai pasciuti e ottusi benpensanti che tolgono qualche euro alla badante dell’Est se si permette di chiedere un’ora di permesso. Potrei fare altre mille esempi, ma credo che il senso sia chiaro. Comunque sia, il gusto di distribuire monete a pioggia a chiunque me le chieda, non ha prezzo. Soprattutto pensando alla faccia sua e di quelli come lei che vorrebbero impedirmelo.

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5 Commenti

  1. Ha ragione Enrico. La Locatelli tenta di coprire in questo modo molto basso il nulla più assoluto della giunta Landriscina, sicuramente la peggiore mai vista a Como

  2. Direi che Gaddi ha proprio colto nel segno.
    Dal canto suo Locatelli ha bisogno di inventarsi campagne come questa (i venditori di mimose: un problema veramente importante per Como…), buone per pochi allocchi e vecchi baluba, per un semplice motivo: più passa il tempo e più diventa evidente l’imbarazzante assenza di risultati di questa amministrazione, in particolare del suo assessorato.
    D’altronde è ovvio…. Locatelli dal martedì al venerdì è a Roma a godersi, (anche economicamente) il suo incarico da deputata. Vogliamo veramente credere che a una città come Como basti un vicesindaco/assessore alle politiche sociali operativo solo il lunedì?!!??
    Improponibile, ci piglia tutti per scemi

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