“Il Pirellone fa, il Pirellone disfa. I cittadini, se va bene, possono solo pagarne le conseguenze”.
Controreplica così, il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo all’improvvisa “svolta sanitaria” invocata dal presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi che chiede un ritorno ad una Ats soltanto comasca, divisa da Varese.
Clamoroso Fermi: sconfessa la riforma Maroni e chiede una Ats solo comasca. “Con Varese è troppo grande”
“Dopo la rivoluzione della riforma della Sanità del 2015, voluta fermamente proprio da Regione Lombardia, finalmente c’è chi si rende conto del danno perpetrato sulle spalle dei cittadini – punge Orsenigo – All’improvviso ci si rende conto di quello che da sempre il Partito Democratico sostiene e che io personalmente ho fatto presente a gran voce in tutte le sedi, senza ricevere nessuna attenzione da parte della giunta”.
“A volte cospargersi il capo di cenere può servire, in questo caso appare non solo un tentativo tardivo, ma una vera e propria furbata. Occorre che Regione si assuma le proprie responsabilità, dichiarando apertamente i propri errori e non lanci comunicati stampa a mo’ di proposta – prosegue l’esponente dem al Pirellone – La scoperta dell’acqua calda è già stata fatta. Questo passo del gambero, sembra proprio un bel déjà vu, come nel caso degli ospedali lariani. Tutti ci ricordiamo del territorio smembrato tra Ats Insubria e Montagna. Ci ricordiamo anche di ospedali chiusi, reparti dismessi”.
E ancora: “Ci ricordiamo di tutti i vantaggi attribuiti a Varese, come il maggior numero di posti letto rispetto a Como. Ci ricordiamo di tutte le promesse fatte e mai mantenute, come quella del Consiglio regionale, sollecitato da me, di appianare il divario. Senza poi fare nulla. Ci ricordiamo di come i medici di base siano stati lasciati soli: senza disposizioni e presidi in questo periodo emergenziale. Ci ricordiamo dei tamponi mancanti, delle direttive tardive, della guida inesistente”.
“Ora mi chiedo – conclude Orsenigo – ci voleva il Covid a fare aprire gli occhi ai vertici di Regione, o sono invece le prossime campagne elettorali che si fanno alle porte?”.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Cinque Stelle, Raffaele Erba: “Certamente è necessaria un’ampia riflessione sull’approccio di Regione Lombardia al comparto sanitario. Ben venga la separazione delle ATS di Como e Varese ma questo è soltanto un piccolo tassello di un mosaico che va profondamente riformato. Serve una visione più profonda che, oltre all’ambito territoriale, metta in discussione il ruolo del pubblico rispetto al privato. Negli ultimi anni fino ad arrivare ai giorni dell’emergenza COVID-19, è emersa sempre di più la necessità di tornare a potenziare la sanità pubblica. Parecchio deve essere ancora fatto per stabilizzare molto personale sanitario ancora precario. Inoltre risulta fondamentale richiedere il rafforzamento della medicina territoriale attraverso l’innesto di nuove forze per incrementare il numero esiguo dei medici di base attualmente in servizio”.
“Ci sono voluti molti anni e una pandemia per dimostrare che il grido d’allarme che avevamo più volte lanciato era pienamente giustificato: nel settore sanitario
Regione Lombardia, prima con la Giunta Formigoni e poi con la Giunta Maroni, ha favorito eccessivamente i privati a discapito dell’erogazione di molti servizi pubblici essenziali”, conclude Erba.