Certo non si tratta ancora di programma fatto e finito ma la candidata sindaca sostenuta da Civitas, Adria Bartolich, comincia a tratteggiare la sua idea di città. Lo fa con un ampio contributo inviato a ComoZero dove parla di Ticosa (“posti auto interrati e coperti di verde”), Santarella (“diventi polo universitario e culturale) con relativo e imminente parcheggio in arrivo (“messo a caso) e autosilo Val Mulini (“da rendere gratuito o con cifra simbolica”), insomma i temi cardine di ogni corsa elettorale.
Non manca una stoccata all’attuale amministrazione che, scrive la candidata ” in un impeto di stakanovismo, negli ultimi sei mesi ha deciso di fare tutto quello che non ha fatto in cinque anni di governo”.
Pubblichiamo l’intervento integrale:
Vedo che l’Amministrazione comunale, in un impeto di stakanovismo, negli ultimi sei mesi ha deciso di fare tutto quello che non ha fatto in cinque anni di governo. Niente di male. Meglio tardi che mai. Su un paio di cose però qualcosa va detto.
Sulla scelta ad esempio di realizzare, a bonifica non ancora conclusa dell’area , e forse il suo completamento sarebbe la vera priorità, del parcheggio di 90 posti tra auto e moto che dovrebbe collocarsi vicino alla Santarella. Non perché io sia contraria ai parcheggi in Ticosa, è ovvio che una parte dell’area dovrà essere destinata anche a questo – seppur io pensi a parcheggi interrati e non a raso, magari coperti dal verde – ma perché su quell’area si continua a procedere con la visione miope che ha portato alla demolizione del corpo a C , che invece avrebbe dovuto essere recuperato e valorizzato. In altre città con il recupero dell’archeologia industriale hanno riqualificato parti importanti delle città valorizzandone le architetture storiche e adattandole ad usi e funzioni più contemporanee , trasformandole in un affare vantaggioso per la collettività. A Como, salvo il recente recupero della ex tintostamperia di val Mulini ad opera di Confcooperative non è stato fatto nulla.
Il profilo della città del terzo millennio ha praticamente cancellato quasi totalmente l’architettura industriale del novecento che a Como non era poca cosa. Era la sua ossatura economica e culturale. La Santarella è quello che rimane, e probabilmente la parte meno interessante, anche se comunque bella, di quello che aveva rappresentato per un secolo il cuore pulsante dell’economia e dell’industria tessile della citta, cioè la Ticosa ( Tintoria Comense Società Anonima) con punte di 600 addetti , e una grande architettura che si estendeva per un importante tratto della città, testimonianza fisica della storia economica e sociale di Como.
Di tutto ciò ci è rimasta solo la Santarella, cioè l’edificio che ospitava la ex centrale termica della fabbrica che a parer mio, per tutte queste ragioni , deve essere un punto fermo. La Santarella va ristrutturata adeguatamente e deve diventare un luogo al servizio della vicina università e anche centro della vita culturale cittadina.
Ora, pensare di metterci un parcheggio a caso vicino, senza avere un progetto almeno di massima per l’intera area mi pare che segua la peggiore delle tradizioni delle amministrazioni di alcune amministrazioni che si sono succedute negli ultimi trent’anni, senza una visione a lungo termine, legate ad una microprogettazione a pezzi e alle piccole e temporanee convenienze di carattere propagandistico ed elettorale.
Il risultato finale di questa logica è sotto gli occhi di tutti. Una città piena di aree dismesse ed edifici che cadono a pezzi, a cui continueranno ad aggiungersene altre se non si esce dalla concezione di chi pensa che progettare una città significhi spostare cose di qua e di là senza pensare a come riutilizzare gli spazi liberati, e costruendone altri non necessari incuranti di un consumo del suolo arrivato ormai al limite della sostenibilità. Si incomincino a fare piccole ma importanti cose che liberino dal traffico la città, ad esempio concedendo in uso gratuito i posti macchina dell’autosilo di fronte al vecchio Sant’Anna sempre vuoto per metà, collegandolo meglio con il trasporto pubblico o comunque con una tariffa pressoché simbolica trasformandolo in un parcheggio per coloro che avessero necessità di una sosta lunga , ora pressoché impedita dal costo orario della sosta in città. Poi si ripensi all’area in modo organico in modo da restituire alla città uno spazio, non solo utile e fruibile al quartiere di San Rocco ma anche a tutta la convalle, in un ridisegno complessivo, se serve con la partecipazione anche dei privati ma pensando alla comune utilità del luogo. Però il comune deve svolgere, finalmente, il suo ruolo di indirizzo delle grandi scelte. Ruolo che, francamente, qui non vedo .
Adria Bartolich
4 Commenti
Chissa’ perche’ interrato, con lo spazio che c’e’ ……..e mi raccomando, posti stretti tipo osp. s. fermo, piu’ sono e meglio e’ per la cassa, in tempo di elezioni fioriscono le idee, peccato che non abbiano mai seguito.
Voce dall’oltretomba.
A parte il periodo delle vaccinazioni, ho accompagnato ultimamente persone anziane a far delle visite in via Napoleona e l’autosilo non mi pareva così vuoto, anzi..
Valmulini è un caso perso.
Non è un problema di costo: anche fosse gratis, rimane troppo lontano dal centro.
L’automobilista medio ovviamente pensa “posso confidare di trovare un posto più avanti, magari ugualmente gratis, non ci posteggio qua!”
L’unica occasione di rilancio è come parcheggio della cittadella sanitaria in Via Napoleona, su cui bisogna continuare a spingere per accentrarvi tutti gli ambulatori, sedi ASL, e magari altri servizi ancora, al momento sparsi in città.