Il clima da campagna elettorale per le elezioni politiche fissate al prossimo 25 settembre scalda (casomai ce ne fosse bisogno, visto il clima) anche il Lario. A scatenare la prima polemica, l’intervista concessa dal deputato leghista nonché ex consigliere comunale a Como Claudio Borghi al quotidiano La Verità. Temi centrali, quelli della sostenibilità e della transizione ecologica, punti sui quali Borghi ha usato parole di stroncatura assoluta.
“E’ possibile sacrificare l’intera automotive italiana per fare un favore ai cinesi? – uno dei passaggi di Borghi, in riferimento all’elettrificazione del settore auto – Ci vuole un ripensamento totale delle strategie mondiali sull’energia. A cominciare ovviamente dal nucleare”. Poi il passaggio che più di tutti hanno innescato un’ampia polemica: “Il Green Deal va buttato a mare”.
In particolare, è intervenuta Chiara Braga, deputata comasca del Pd e responsabile per la Transizione ecologica nella segreteria nazionale del partito.
“Vedo che qualcuno si stupisce perché Claudio Borghi propone di “buttare a mare il GreenDeal”. Niente di nuovo – afferma Braga – la destra di Salvini e Meloni è questa cosa qui. Noi vogliamo prenderci cura del pianeta, perché questo significa sicurezza e sviluppo sostenibile per tutti”.
8 Commenti
Certo che dare giudizi senza aver letto tutta l’intervista è proprio dei rappresentanti del PD, che urlano per evitare di analizzare i pensieri di chi non la pensa come loro…..spero che il 25 settembre finisca questo odio e chi vince possa governare attuando le proposte fatte agli Italiani che vogliono lavoro, salute, servizi e meno teorie sulla natura umana e sul green
sono sconvolto che Gelindo abbia fatto un commento senza scrivere “donna in carriera”: tutto bene Gelindo? non ci far preoccupare!
l’on.Braga non è abbastanza in carriera?
Borghi non lo sopporto, ma questa volta gli devo dare ragione piena. L’europa non è e non sarà pronta per l’elettrificazione… e Cina ha già il controllo delle materie prime e della componentistica. C’è sempre una speranza, ma la vedo difficile.
Anche tra gli economisti ci sono differenze. Borghi è un’economista che si è sempre occupato di finanza. L’economia industriale è un’altra branchia. Dire che l’”automotive” italiano è in pericolo a seguito della transizione ecologica è assai azzardato anche se è stato ripreso come titolo, ma solo come titolo perché l’articolo era di ben diverso tenore, da un giornale conservatore il cui Direttore è un nostro illustre concittadino.
La componente “automotive” dell’industria italiana non è solo fatta dalle pochissime fabbriche, ormai quasi esclusivamente del Gruppo di diritto olandese Stellantis (marchi FIAT+ Chrysler +Jeep+ Dodge+ Citroen+ Lancia+Alfa Romeo+Pegeot+ecc.), . L’industria “automotive” è fatta dalle industrie numerosissime e assolutamente all’avanguardia che producono componentistica. Se si calcola il valore aggiunto di molti veicoli di marche mondiali, si scopre che buona parte di questo valore è prodotto dalla componentistica italiana. Per intendersi, i freni della bergamasca Brembo, le gomme Pirelli, interni, cerchi e iniettori ecc.ecc.)
Il mondo globalizzato, volenti o nolenti, non ci consente più di dire che la FIAT è italiana e la Renault è francese e la Toyota è giapponese: le Yaris sono prodotte in Francia, le Panda, se non sbaglio, in Polonia e diversi modelli Renault in Romania. Ah dimenticavo, l’unica azienda di stato “automotive” cinese, se non sbaglio, produce in uno dei pochi stabilimenti italiani, in Abruzzo.
Piccola correzione per il grillo parlante col ditino sempre alzato: se l’economia industriale di cui va cianciando non è quella ittica, forse è meglio utilizzare il termine “branca”.
Signor Gelindo, speravo che nessuno si accorgesse del refuso causato, credo, dal correttore automatico. Gli inconvenienti degli eccessi della tecnologia. Non avevo dubbi, invece, che solo Lei avrebbe potuto accorgersi del “ditino alzato” visto che lo mostro principalmente in suo onore. 😊
Certo se potessimo buttare anche le stupidaggini che dice ogni volta che apre bocca faremmo un gran favore all’umanità!
Borghi non potrebbe dirigere neanche la stazione di Como Borghi.