Clamoroso ribaltone politico, a Palazzo Cernezzi, dopo la bufera su alcune nomine del sindaco nelle società partecipate. Tutto nasce sull’onda delle polemiche infuocate per le indicazioni del commercialista Gianluigi Rossi in Csu e Paolo Lanzara nel collegio sindacale di Acsm Agam – entrambi costretti alle dimissioni dopo l’emergere di traversie giudiziarie passate o in corso. In consiglio comunale era subito divampato il dibattito sulla necessità di modificare i critieri generali approvati dall’assemblea cittadina nel settembre 2017 per la scelta dei candidati ai vari posti.
In particolare, il consigliere comunale di Svolta Civica, Vittorio Nessi, aveva presentato nell’immediato una mozione con l’esplicita richiesta che i candidati al ruolo di rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni presentino da ora in poi un’autocertificazione che attesti lo stato dei propri carichi pendenti (la trovate qui).
Fin qui, i fatti noti. Nei giorni successivi alla presentazione della mozione, però, lo stessi Nessi ha chiesto che la mozione venisse iscritta all’ordine del giorno del consiglio comunale con procedura d’urgenza, così da accorciare sensibilmente i tempi verso la discussione.
I capigruppo di liste e partiti (fatta eccezione per Alessandro Rapinese, che per scelta da sempre non partecipa) si sono dunque riuniti nella conferenza di prassi coordinata dalla presidente del consiglio comunale Anna Veronelli. Visto che un accordo unanime non si trovava, la questione è stata messa ai voti. Et voilà, il centrodestra si è spaccato.
Forza Italia e la lista “Insieme per Landriscina” hanno votato a favore dell’iscrizione d’urgenza assieme a Scelta Civica e Pd (assenti gli altri rappresentanti di opposizione per impegni concomitanti). In totale, dunque i consiglieri rappresentati da questo voto erano 14.
Contrario all’urgenza, invece, il resto della maggioranza, ovvero i capigruppo di Fratelli d’Italia (in rappresentanza di 5 consiglieri) e della Lega (6 consiglieri). Totale 11. E con l’esito di 14 favorevoli e 11 contrari, l’iscrizione d’urgenza della mozione ai lavori del consiglio è passata.
Spaccatura piuttosto clamorosa, dunque, se non altro per la delicatezza del tema. E ora la mozione per chiedere nuovi criteri per le nomine nelle partecipate andrà in calendario già dopo due la discussione di due interrogazioni e una delibera. E sul voto in aula, con queste premesse, (non) si accettano scommesse sulla tenuta del centrodestra.
2 Commenti
Classica dimostrazione di incoerenza: a parole sui giornali si scandalizzano per certe nomine, poi quando bisogna passare ai fatti mostrano la propria natura e la legalità passa in secondo piano.
ma pensa , che strano, non lo avrei mai detto anzi neppure pensato.