Almeno sul fronte “pratico”, il caso Paolo Lanzara, si è concluso: il commercialista, di cui è emersa una condanna in primo grado per associazione a delinquere risalente a cinque anni fa, si è dimesso dal collegio sindacale di Acsm Agam dove era stato nominato dal sindaco Mario Landriscina nello scorso aprile.
Politicamente, però, la questione pare tutt’altro che finita. E – al di là dei molti interventi di vari consiglieri sul tema, ieri sera, con Fulvio Anzaldo (nella foto sopra, Lista Rapinese) che ha detto che “il sindaco deve dimettersi” – è stato lo stesso Landriscina ad aprire nuove e forse inediti versanti, con un lungo discorso in cui non è mancata una forte nota di amarezza personale (“Spregevole tentativo di discredito” è stato definito il caso dal sindaco) ma è stata anche chiaramente prefigurata una sorta di alleanza complottista – benché senza nomi precisi – che dentro e fuori il Comune punterebbe a “porre fine a questa legislatura”.
E ancora, nel discorso di Landriscina non è mancata una stoccata decisamente dura contro i consiglieri che “inseguono il clamore” tramite media e (forse) social piuttosto che preferire il confronto interno all’istituzione.
Pubblichiamo dunque di seguito l’intervento integrale del sindaco Mario Landriscina.
Buonasera presidente e a tutta l’aula,
proprio una settimana fa, intervenendo a proposito della cittadinanza onoraria a favore della senatrice Liliana Segre, avevo auspicato una significativa scelta individuale per riconoscere questa sede istituzionale come unico luogo in cui confrontarci, anche aspramente, riguardo ai temi di competenza di questa pubblica amministrazione e solo in seguito eventualmente rendere pubblico il proprio legittimo dissenso.
Registro molto a malincuore che l’invito non è stato minimamente raccolto e che si continua a preferire l’esternazione pubblica utilizzando canali che inseguono il clamore piuttosto che analizzare i fatti e ricercare soluzioni costruttive e concretamente perseguibili.
Osservo con il mio tradizionale sereno distacco la gara ad apparire e ad attirare attenzione a mio giudizio anche con episodi di un profilo francamente morboso che puntualmente, con il mio sempre rinnovato stupore, evidenzia perfino inedite alleanze fra componenti del consiglio e soggetti estranei alle responsabilità amministrative strumentalmente uniti pur di raggiungere l’obiettivo di porre fine a questa legislatura.
Tutto lecito, intediamoci, regna sovrano il detto che il fine giustifica i mezzi anche a costo di demolire l’onorabilità altrui, spesso la mia come anche in questo caso, ma non me ne curo assolutamente.
Solo con l’emergere delle dichiarazioni giornalistiche, peraltro in taluni casi studiatamente insidiose, ho colto finalmente a chi si riferisse qualche settimana fa il consigliere Rapinese il quale, evidentemente, si pregia di informazioni totalmente sconosciute allo scrivente circa le quali invocando la sua più volte proclamata trasparenza lo invito ad annunciare le fonti partecipandone l’aula: risulterebbe educativo e prezioso.
Entro quindi senza esitazione nel merito del cosiddetto caso Lanzara per ribadire che ancora una volta non ho avuto bisogno di sollecitazioni e pungoli, né tantomeno di apparire per porre mano a una situazione che ho sopportato a gran fatica e per la quale mi sento parte lesa, condizione sulla quale mi riservo di agire nelle sedi opportune ove se ne verificassero i presupposti.
Le norme comunali che scandiscono le modalità di questi affidamenti sono ampiamente note in quanto disciplinate da una delibera di consiglio del 7 settembre 2017 e puntualmente adottate e rispettate.
Nella fattispecie non mi risulta siano mai state contestate le referenze curriculari del professionista di cui trattasi per lo specifico incarico.
La documentazione relativa e sottoscritta dall’interessato è a disposizione e invito tutti a esaminarla nel dettaglio e non ho nulla da rimproverare agli uffici che hanno svolto il loro compito con diligenza e perizia.
Già venerdì scorso, avuta contezza della situazione, ho disposto per iscritto ai settori proposti di reperire la documentazione relativa alle notizie apparse sugli organi di stampa e di valutare le azioni conseguenti tenuto conto della particolare natura dell’incarico e del potere che nell’ambito del procedimento di nomina è attribuito all’amministrazione comunale.
Ho inoltre richiesto agli uffici di interpellare l’Ordine professionale dei commercialisti per ottenere riscontro circa eventuali provvedimenti disciplinari. Ciò detto, l’interessato ha formalizzato le sue dimissioni in data odierna.
In merito al tema generale ricordo che in occasione della discussione di un ordine del giorno collegato al Dup il vicesindaco aveva evidenziato come il parere contrario espresso non dovesse intendersi come un mancato riconoscimento dell’importanza dell’argomento e aveva rappresentato la disponibilità della giunta a modificare le procedure selettive volte alla designazione o alla nomina dei rappresentanti comunali mediante la revisione degli indirizzi approvati dal consiglio comunale.
Ben vengano quindi soluzioni che possano migliorare la certezza del profilo dei soggetti sottoposti a selezioni per ricoprire posizioni di importanza strategica per l’amministrazione.
Concludo ringraziando pubblicamente quanti appartenenti alla giunta e trasversalmente al consiglio e alla cittadinanza mi hanno espresso vicinanza e solidarietà riconoscendo la mia onestà intellettuale a fronte di questo ennesimo e spregevole tentativo di discredito.
Grazie per l’attenzione.
Un commento
Risulta evidente la volontà della Lega di andare alle elezioni ovunque nel 2020;
temo vincerà, con l’aiuto degli altri 2 partiti portatori d’acqua;
questo Sindaco non vede l’ora di andarsene, ogni mattina si chiede perché ha voluto essere lì.
Como è di destra: benestante, vecchia, triste; una città murata.
La sinistra? è piena di intellettuali.