Sabato scorso a Roma si svolta la manifestazione “Europe for Peace”, un lunghissimo corteo culminato negli interventi finali dal palco per chiedere lo stop alla guerra in Ucraina e invocare una seria trattativa di pace. Oggi riceviamo e volentieri ospitiamo una riflessione della presidente del Coordinamento comasco per la Pace, Roberto Caspani, sull’evento di due giorni fa. Lo pubblichiamo integralmente di seguito.
IN MARCIA PER LA PACE
Sabato anche un nutrito numero di comaschi ha partecipato alla manifestazione nazionale di Roma “Europe for Peace”. Una cinquantina sul treno messo a disposizione dalla CGIL e organizzato con la collaborazione di ACLI, ARCI e Coordinamento comasco per la Pace, circa altrettanti con mezzi propri o con pullman e treni di altre associazioni delle provincie vicine.
E più di centomila erano i partecipanti provenienti da tutta Italia, a titolo personale o con le bandiere e i simboli delle proprie associazioni, giovani, famiglie, rappresentanti dei comuni e delle regioni, politici di diverse appartenenze intervenuti però a titolo personale.
Il corteo è arrivato in piazza san Giovanni in Laterano dove si è conclusa la manifestazione con gli interventi di alcuni rappresentanti delle oltre 600 associazioni laiche e cattoliche, organizzazioni, reti, sindacati e comunità che hanno dato vita a questa iniziativa.
Tante cose si potrebbero dire di una manifestazione così colorata, ballata, cantata, festosa, ma quello che preme di più sottolineare e che è stato ribadito anche dagli interventi finali, è la folta adesione delle associazioni, tantissime che, pur nella loro diversità e con posizioni magari anche differenti assunte in questi mesi, si sono ritrovate a condividere un’unica richiesta di pace e di trattativa per porre termine a otto mesi di guerra, morti e devastazione e a tutte le guerre del mondo.
Tanto si è fatto per la popolazione ucraina, e questo possono ben dirlo le associazioni e gli enti locali che sono in prima linea nel portare aiuti e nel dare assistenza ai profughi proveniente da quella terra. Sono state inviate armi, ma nonostante questo la guerra continua e mai forse come in questi mesi ci si è trovati di fronte a una escalation militare che ci ha portati a un passo dall’uso delle armi nucleari con la prospettiva di distruzione del nostro pianeta. Quindi, con la giusta condanna di un’aggressione, quella russa, ai danni di uno stato sovrano e di una popolazione, quella ucraina, si è voluto chiedere a tutti i nostri rappresentanti politici e delle istituzioni di farsi promotori di una seria trattativa da parte dell’ONU, dell’Europa e di tutti, con la speranza che anche negli altri paesi si alzi una simile richiesta di pace da parte del popolo pacifista.
Questo accompagnato dalle istanze che sempre il popolo della pace avanza di riduzione delle spese militari e dell’adesione al Trattato di proibizione delle armi nucleari adottato dalle Nazioni Unite. Siamo contenti di avere partecipato e di avere mostrato tutta la nostra voglia di pace seguendo l’invito che il cardinale Zuppi, con una lettera, ci ha fatto di metterci in marcia per la PACE.
Roberto Caspani
Presidente del Coordinamento comasco per la Pace
2 Commenti
Sergio, dai una ripassata alla storia perché non hai studiato abbastanza.
Certo invadere l’Ucraina disarmata sarebbe stato molto più facile e semplice, ma vi rendete conto di quello che dite e fate?.