Il destino, o forse banalmente il gioco delle coincidenze, ha voluto che il discorso sia risuonato nella sala del consiglio comunale proprio nella sera in cui era presenta una delegazione di Como Senza Frontiere, associazione da sempre in prima linea sulla questione migranti. Fatto sta che le parole pronunciate ieri sera in aula dalla consigliera Patrizia Maesani di Fratelli d’Italia – anch’essa attiva alla mensa di Sant’Eusebio nell’ormai storica estate 2016 – hanno avuto il peso di macigni scagliati contro la coscienza tranquilla di un’intera città (media inclusi, ovviamente).
Maesani ha affrontato con toni durissimi la drammatica vicenda dei presunti abusi sessuali subiti da un bambino di 6 anni al centro migranti di via Regina. Un fatto accaduto venerdì scorso, riportato da La Provincia sull’edizione di sabato, e che ora vede un uomo pakistano in arresto con l’accusa di violenza sessuale aggravata e altri cinque connazionali espulsi dalla struttura governativa senza addebiti penali ma con la responsabilità di non essere intervenuti in soccorso. Provvidenziale infatti, secondo la ricostruzione, sarebbe stato soltanto l’intervento del personale della Croce Rossa (seguito poi dall’arrivo dei Carabinieri), che avrebbe interrotto il tentativo di violenza dopo aver udito il pianto del piccolo provenire dal container dove erano presenti anche gli adulti.
“Ho meditato a lungo se fare questo intervento – ha detto ieri in consiglio Maesani – Ho riflettuto sulle possibili reazioni, sulle possibili conseguenze. Ma alla fine mi sono detta che da amministratori è nostro compito affrontare questioni simili, non possiamo buttare la polvere sotto il tappeto. Dobbiamo intanto ringraziare la Croce Rossa se non si è consumato lo stupro”.
Poi Maesani ha proseguito: “Noi abbiamo un campo governativo in città che oggi non è nemmeno tra i più affollati, ma per Como resta il problema di essere sul confine, fatto che inevitabilmente porterà sempre un appesantimento della situazione sul nostro territorio in tema di flussi migratori”. Il vero fulcro del discorso, però, è stato l’accento posto dalla consigliera sul silenzio assordante da cui la vicenda è stata circondata nelle ore seguenti.
“Mi ha dato molto fastidio il silenzio della città su questo tema – ha affermato Maesani – Como davvero non riesce a indignarsi nemmeno sulla tentata violenza contro un bambino? Allora significa che in città non c’è una vera solidarietà, che questa è una città senza spina dorsale. Una città che si volta dall’altra parte per non vedere, nonostante episodi così brutali”.
Parole davvero sferzanti, ascoltate dall’aula in un silenzio inconsueto. E seguite da un breve intervento anche dell’ex assessore ai Servizi Sociali, Bruno Magatti, che ha sottolineato (polemicamente) un aspetto: “E’ incredibile come da quando governa il centrodestra, il tema generale del Centro di via Regina sia stato rimosso, sembri quasi non esistere più”. Un riferimento diretto, quello di Magatti, alle tante manifestazioni indette in particolare dalla Lega negli anni scorsi per la chiusura della struttura e mai più ripetute dal giugno 2017 a oggi.
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Un commento
Non commento ; mi pare , però , che il gratuito disprezzo verso Como e di conseguenza contro i Comaschi sia assolutamente fuori luogo ed esageratamente pesante .
Sarebbe bene , prima di emettere giudizi , avvalersi di radiografie delle colonne vertebrali di tutti coloro che in Como vivono …..