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Attualità, Politica

Chiusura nidi a Como, il Tar dà ragione a Rapinese. Le famiglie: “Non ci fermiamo”

Il Tar ha deciso e per il sindaco di Como Alessandro Rapinese e l’assessore e vicesindaco Nicoletta Roperto l’esito è innegabilmente motivo di soddisfazione. Almeno per il momento, poiché il procedimento non è chiuso, anche se le motivazioni dei giudici sembrano già molto forti (le riportiamo sotto). Parliamo delle annunciate chiusure dei due nidi di Como, il Magnolia e il Coccinella, cui dopo la decisione della giunta seguirono ampie proteste, la formazione di un Comitato, manifestazioni e assemblee (qui tutte le cronache di questi mesi). Poi nell’ambito di un ricorso contro il provvedimento presentato da alcuni genitori, a titolo personale e non per il Comitato, è stata presentata la richiesta di sospensione del provvedimento al Tribunale Amministrativo..

Una delle proteste dei genitori negli scorsi mesi

Così oggi il Comune di Como ha fatto sapere che la decisione dei togati amministrativi, a proposito della sospensione, è arrivata “la Quinta sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, con Ordinanza del 23 maggio 2024, ha respinto la domanda cautelare di sospensione dell’efficacia della deliberazione della Giunta comunale del Comune di Como n. 66 del 7 marzo 2024 nella parte in cui dispone la soppressione dell’Asilo Nido Magnolia dal 2024/2025 e dell’Asilo Coccinella dal 2025/2026, nonché della bozza di “Convenzione tra il Comune di Como e gli Enti gestori di Asili Nido privati per gli interventi a sostegno della rete cittadina degli asili nido per gli anni educativi 2024-2025 e 2025-2026”.

Rapinese e Roperto durante l’assemblea pubblica dei genitori

Non solo, sottolineano ancora dall’amministrazione analizzando il dispositivo: “Rileva il Tar, in particolare, che, a fronte del risultato di una estensione del servizio a più utenti, la motivazione della scelta della Giunta comunale non appare affetta da irragionevolezza, ritenendo altresì che il trasferimento dei bambini nella nuova sede – censurato dai ricorrenti – non possa qualificarsi come danno grave e irreparabile, non potendo configurarsi un interesse qualificato dei bambini ad avere un asilo nido di quartiere”. Insomma, per il primo cittadino al momento una vittoria giudiziaria e certo anche politica a tutto tondo. La vicenda comunque non è conclusa, il ricorso ora procederà nel merito.

Sulla questione sono intervenuti con una nota anche i genitori dei bambini iscritti al nido Magnolia che hanno presentato il ricorso al Tar per chiedere la sospensione della delibera comunale che chiude i nidi di Via Passeri e Monte Olimpino. Di seguito il testo:

Il ricorso si è avvalso anche dei contributi di esperti in materie socio-pedagogiche, politico-amministrative, medico-pediatriche, architettoniche e socio-psicologiche che con le loro relazioni tecniche hanno dimostrato che le preoccupazioni dei genitori poggiano su solide basi e non su interessi futili e particolaristici.

Questa mattina è stata emessa la decisione del TAR di non procedere alla sospensione della delibera in quanto risulta “precluso al giudice di sostituire la propria valutazione a quell’Amministrazione” in merito ai “vizi sindacabili […] di un’attività discrezionale”.

Sebbene il risultato per ora non sia quello sperato, il comitato “Como a misura di famiglia” intende ringraziare le molte parti coinvolte in questa iniziativa, in particolare le famiglie ricorrenti e lo studio legale, che si sono spesi con coraggio e determinazione per difendere i loro diritti e in generale per non lasciare nulla di intentato nell’opporsi al processo di progressiva erosione del sistema formativo cittadino. Riconoscendo il valore dell’iniziativa, il comitato intende promuovere delle iniziative volte a sostenere le famiglie. Con convinzione nella giustezza della causa e fiducia nell’unità della nostra comunità, confidiamo nel sostegno e nella solidarietà dei cittadini di Como.

Il comitato prosegue le proprie iniziative con lo stesso spirito sostenuto anche dai tanti cittadini firmatari della petizione contro la chiusura degli asili nido che ad oggi oltre 2’500 firme. Questo dato conferma quanto il tema sia di importanza cruciale per la nostra città; le conseguenze negative non sono riferibili solo alle famiglie direttamente coinvolte dalle chiusure, ma all’intero sistema degli asili nido e alla qualità della visione sui servizi all’infanzia di Como. In gioco c’è il futuro della città, e l’inclusione o meno delle famiglie comasche.

A testimonianza dell’impegno che prosegue, il Comitato “Como a misura di famiglia” promuoverà venerdì 14 giugno dalle ore 16:00 ad un evento poter approfondire tali tematiche a cui sono invitate tutte le famiglie e l’intera cittadinanza.

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10 Commenti

  1. Esprimere soddisfazione per la chiusura di un (due!) asilo nido è il metro della tristezza del cinismo fattosi “politica”.

  2. A volte la stupidità non ha limiti. Rapinese è l’unico sindaco dopo decenni che si occupa a pieno titolo della Città e lo vediamo bene solo che i disastri lasciati dalle precedenti amministrazioni sono enormi ma le varia opposizioni tutti zitti di questo non parlano è più facile criticare piuttosto che proporre idee realizzabili perché se ne fossero stati capaci magari non avrebbero fatto i danni che emergono in continuazione e che cercano di addebitare all’attuale amministrazione.

    1. La stupidità non avrà limiti ma l’ortografia sì…

      In ogni caso, Rapinese e il suo modus operandi si qualificano da soli: a prescindere da cosa ha trovato e da cosa hanno o non hanno fatto i predecessori.

      Rispetto comunque le sue opinioni, senza darle dello stupido.

    2. E quale sarebbe il disastro fatto delle precedenti amministrazioni che richiede la chiusura degli asili nido di quartiere?

  3. Razionalizzare non deve essere per forza negativo e se il TAR riconosce che la decisione non lede gli interessi dei bimbi perché non accettare. Tanti anni fa nessuno avrebbe obiettato nulla. Si andava all’asilo e a scuola di competenza sul territorio e nessuno diceva nulla. Anzi eravamo contenti di avere il servizio. Non è che adesso siamo diventati troppo esigenti…..

    1. Il TAR riconosce che per i bambini non è un “danno grave ed irreparabile.” In effetti svegliarsi mezz’ora prima, fare un pò più di macchina, inquinare e aumentare il traffico non lo si può definire un danno irreparabile. Gli interessi dei bambini e dei loro genitori, quelli di oggi come quelli di domani in quei quartieri, invece sono lesi eccome.
      Tanti anni fa le scuole di competenza erano tutte nei quartieri e proprio per quello, come dice lei, tutti erano contenti di avere il servizio: di cosa ci si doveva lamentare?

  4. Sarà il popolo tra tre anni a dare un giudizio. Caro Rapi, noi non dimentichiamo. La tua politica così deludente sta creando una voragine tra il popolo e anche solo le tue modalità. Hai la capacità di scontentare la maggioranza degli elettori, complimenti. Ardua sentenza ai posteri. Cordialità

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