L’aveva anticipato, oggi lo conferma con toni ancora più netti in un video di oltre 7 minuti. Il consigliere regionale comasco del Movimento Cinque Stelle, Raffaele Erba, rappresenta plasticamente le spaccature del partito nel giorno della votazione sulla piattaforma Rousseau per entrare o meno nel governo del premier incaricato Mario Draghi.

Erba ribadisce un no secco, senza sfumature “per due motivi, uno di pancia e uno di testa”.

Tra i primi rientrano “cosa rappresenta Draghi, finanziere, legato all’alta finanza, uomo non di garanzia e che dubito sia in sintonia con i nostri valori” e poi “la vecchia politica” a partire da Silvio Berlusconi.

Sul fronte dei motivi “di testa”, invece, il pentastellato comasco afferma che “rischiamo di essere schiacciati se entriamo in questo governo, senza potere contrattuale soprattutto se entra le Lega, e dunque poi di presentarci alle prossime elezioni con ancora meno potere contrattuale”.

“Temo lo smantellamento delle nostre iniziative – prosegue Erba – dal reddito di cittadinanza, allo Spazzacorrotti, dall’eliminazione della prescrizione alle piccole opere al posto delle grandi opere. Tutti risultati che danno fastidio ai poteri forti, motivo per cui è saltato il govero Conte”.

A livello comasco, decisamente meno netta la posizione del deputato Giovanni Currò.

Il quale non si è pubblicamente espresso sul voto tramite Rousseau ma si è limitato a postare questa mattina in cui “in vista della formazione del nuovo governo” si limita a rilanciare “la priorità, già emersa dalle consultazioni di questi giorni effettuate dal Presidente del Consiglio incaricato, di realizzare una riforma fiscale. In questa ottica, è evidente la necessità di un riordino e di una razionalizzazione delle spese fiscali, continuando il lavoro già avviato in questi mesi”.